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Recidiva reiterata: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando che i motivi di appello non possono essere una semplice riproposizione di argomenti già vagliati. La Corte ha ribadito il divieto legale di far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva reiterata, come stabilito dall’art. 69 del codice penale, rendendo il ricorso manifestamente infondato su questo punto.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: la Cassazione Fissa i Paletti per l’Inammissibilità del Ricorso

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla formulazione dei ricorsi e sugli effetti della recidiva reiterata nel bilanciamento delle circostanze. La pronuncia chiarisce, ancora una volta, che un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di merito, soprattutto quando la legge pone ostacoli insormontabili, come nel caso del divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva qualificata. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Caso

Il ricorrente si era rivolto alla Suprema Corte lamentando due principali aspetti della sentenza d’appello. In primo luogo, chiedeva l’assoluzione per la particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis c.p., evidenziando il lieve danno patrimoniale, il comportamento processuale collaborativo e un personale stato di disagio psichico. In secondo luogo, contestava il mancato riconoscimento della prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulla recidiva reiterata contestatagli, oltre alla mancata concessione di un’ulteriore attenuante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici hanno ritenuto che entrambi i motivi presentati dalla difesa fossero privi dei requisiti necessari per essere esaminati nel merito. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi distinti, uno di natura processuale e l’altro di natura sostanziale, che meritano un’analisi approfondita.

Le Motivazioni: Ripetitività del Ricorso e Divieto Legale sulla Recidiva Reiterata

Per quanto riguarda il primo motivo, relativo alla tenuità del fatto, la Corte ha osservato che si trattava di una mera riproduzione di censure già adeguatamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima aveva correttamente motivato il diniego del beneficio basandosi su autonome manifestazioni di pericolosità dell’imputato, considerate sufficienti a escluderne l’applicazione. Il ricorso, pertanto, mancava di una critica specifica e puntuale alle argomentazioni della sentenza impugnata, trasformandosi in una richiesta di riesame del merito non consentita in sede di legittimità.

Il secondo motivo di ricorso è stato giudicato non solo ripetitivo, ma anche manifestamente infondato. Qui emerge il punto cruciale della decisione legato alla recidiva reiterata. La Corte ha richiamato l’attenzione sull’art. 69, quarto comma, del codice penale. Questa norma stabilisce un divieto assoluto: le circostanze attenuanti generiche non possono mai essere considerate prevalenti sulla recidiva reiterata. Si tratta di una scelta precisa del legislatore che preclude al giudice qualsiasi valutazione discrezionale in tal senso. Di conseguenza, la doglianza del ricorrente si scontrava con un ostacolo normativo insuperabile, rendendo la sua contestazione priva di qualsiasi fondamento giuridico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce due principi fondamentali per chi si accinge a presentare un ricorso in Cassazione. In primo luogo, l’atto di impugnazione deve contenere una critica specifica e argomentata delle motivazioni della sentenza precedente, non potendo essere una semplice riproposizione delle difese svolte in appello. In secondo luogo, e con particolare rilevanza nel diritto penale sostanziale, la presenza di una recidiva reiterata ha conseguenze molto nette sul trattamento sanzionatorio, impedendo, tra le altre cose, che le attenuanti generiche possano avere la meglio nell’operazione di bilanciamento. Questa pronuncia serve da monito: un ricorso deve essere fondato su vizi di legittimità concreti e non può ignorare i divieti espliciti posti dalla legge.

Perché è stato respinto il motivo sull’assoluzione per ‘particolare tenuità del fatto’?
Il motivo è stato considerato inammissibile perché era una semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. Il ricorso non conteneva una critica specifica alla motivazione della sentenza precedente, la quale aveva negato il beneficio sulla base della pericolosità pregressa dell’imputato.

È possibile che le circostanze attenuanti generiche prevalgano sulla recidiva reiterata?
No. L’ordinanza chiarisce che l’articolo 69, quarto comma, del codice penale, vieta esplicitamente al giudice di considerare prevalenti le circostanze attenuanti generiche qualora sia contestata la recidiva reiterata. Si tratta di un divieto legale assoluto.

Cosa rende un ricorso in Cassazione inammissibile per ripetitività?
Un ricorso è considerato inammissibile per ripetitività quando si limita a riproporre le stesse doglianze già presentate e disattese nei precedenti gradi di giudizio, senza formulare una critica specifica e pertinente contro le ragioni giuridiche esposte nella sentenza che si sta impugnando.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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