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Recidiva reiterata: quando è legittima l’aggravante

Un soggetto, già condannato per spaccio, rapine e furti, ha impugnato in Cassazione la sentenza che lo condannava per detenzione di cocaina, contestando l’applicazione dell’aggravante della recidiva reiterata. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che i numerosi precedenti penali dell’imputato dimostrassero una spiccata pericolosità sociale e una propensione a delinquere, elementi che giustificano pienamente l’applicazione della recidiva reiterata.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Pericolosità Sociale

L’applicazione della recidiva reiterata è uno degli aspetti più delicati del diritto penale, poiché incide direttamente sulla misura della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su quando questa aggravante può essere legittimamente applicata, legandola non a un mero automatismo, ma a una concreta valutazione della pericolosità sociale del reo. Il caso analizzato riguarda un soggetto condannato per spaccio di stupefacenti, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile proprio perché i giudici hanno ritenuto ben motivata l’applicazione dell’aggravante.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro l’Aggravante di Recidiva

L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado alla pena di sei anni e otto mesi di reclusione e 30.000 euro di multa per aver coltivato e detenuto cocaina a fini di spaccio, in concorso con altri. Ai fini della determinazione della pena, i giudici di merito avevano applicato l’aggravante della recidiva reiterata e specifica.

Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione dell’art. 99 del codice penale e il vizio di motivazione riguardo alla mancata esclusione della contestata recidiva. Secondo la difesa, l’aggravante non avrebbe dovuto essere applicata.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Recidiva Reiterata

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato. I giudici di legittimità hanno osservato come la decisione dei giudici di merito fosse basata su argomentazioni ampie, solide e ben motivate. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla recidiva reiterata non si basa solo sul numero dei precedenti, ma richiede un’analisi sostanziale della personalità del reo.

Le Motivazioni: Pluralità di Precedenti e Spiccata Capacità a Delinquere

La Corte di Cassazione ha evidenziato come i giudici dei precedenti gradi di giudizio avessero correttamente tenuto conto della pluralità dei precedenti penali dell’imputato. Non si trattava solo di reati specifici (legati al traffico di stupefacenti), ma anche di altri delitti come rapine e furti.

Secondo la Corte, questa carriera criminale dimostrava una “spiccata capacità a delinquere del reo e la sua propensione per la commissione di reati anche, e non solo, della stessa specie”. Questi elementi, nel loro insieme, denotano quell’aggravio di pericolosità sociale che è il presupposto fondamentale per l’applicazione dell’articolo 99 del codice penale. La motivazione della Corte d’Appello è stata quindi giudicata sufficiente, non incongrua e non illogica, e come tale non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

In definitiva, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Come conseguenza di tale declaratoria, e in assenza di prove di una colpa incolpevole nella determinazione della causa di inammissibilità, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza conferma un principio consolidato: la recidiva non è un automatismo legato ai certificati penali, ma una valutazione concreta della personalità e della pericolosità del soggetto, che deve essere adeguatamente motivata dal giudice.

Quando è giustificata l’applicazione dell’aggravante della recidiva reiterata?
Secondo la sentenza, l’applicazione è giustificata quando i precedenti penali di un soggetto, considerati nel loro complesso, dimostrano una spiccata capacità a delinquere e una propensione a commettere ulteriori reati, indicando un aggravio della sua pericolosità sociale.

Quali elementi possono dimostrare la pericolosità sociale di un imputato ai fini della recidiva?
La Corte ha ritenuto rilevante la pluralità dei precedenti, sia specifici (cioè della stessa indole del reato per cui si procede, come lo spaccio) sia non specifici (come rapine e furti), in quanto tutti insieme contribuiscono a delineare la personalità dell’imputato e la sua tendenza a delinquere.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nel determinare la causa dell’inammissibilità stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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