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Recidiva reiterata: quando è applicabile? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1993/2024, ha affrontato il caso di un individuo condannato per ricettazione e indebito utilizzo di carte di pagamento. La Corte ha chiarito due principi fondamentali: primo, ricevere una carta rubata e poi utilizzarla costituisce due reati distinti in concorso tra loro e non un reato unico. Secondo, e più importante, ha annullato la sentenza di appello sul punto della recidiva reiterata, specificando che per la sua applicazione sono necessarie almeno due condanne definitive precedenti al nuovo reato, non una sola. Di conseguenza, il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova determinazione della pena.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva reiterata: non basta una sola condanna precedente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un’importante precisazione sui presupposti per l’applicazione della recidiva reiterata, un’aggravante che incide pesantemente sulla determinazione della pena e sui termini di prescrizione del reato. La pronuncia chiarisce che per contestare tale circostanza non è sufficiente una sola condanna irrevocabile precedente, ma ne sono necessarie almeno due. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa: Ricettazione e Uso Indebito

Il caso trae origine da una condanna per i reati di ricettazione (art. 648 cod. pen.) e di indebito utilizzo di strumenti di pagamento (art. 493-ter cod. pen.). L’imputato, dopo aver ricevuto una carta di pagamento di provenienza illecita, l’aveva utilizzata per effettuare delle operazioni. La Corte di Appello di Catania aveva confermato la responsabilità penale, rideterminando la pena inflitta in primo grado e riconoscendo la sussistenza della recidiva reiterata.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso alla Suprema Corte basandosi su due motivi principali.

Primo Motivo: Concorso di Reati o Assorbimento?

Il difensore sosteneva che il reato di indebito utilizzo dovesse considerarsi assorbito in quello, più grave, di ricettazione, configurandosi un’ipotesi di concorso apparente di norme. In pratica, si chiedeva di considerare le due condotte come un unico fatto penalmente rilevante.

Secondo Motivo: La questione sulla recidiva reiterata

Il punto cruciale del ricorso riguardava l’errata applicazione della recidiva reiterata. La difesa evidenziava come, al momento della commissione dei nuovi reati, l’imputato avesse a carico una sola condanna definitiva per un delitto non colposo. Mancava quindi il presupposto fondamentale della doppia condanna irrevocabile, necessario per configurare la forma più grave di recidiva prevista dall’art. 99, comma quarto, del codice penale.

La Decisione della Suprema Corte e le sue motivazioni

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a conclusioni diverse.

Ricettazione e Uso Indebito: Due Reati Distinti

Sul primo punto, i giudici hanno dichiarato il motivo manifestamente infondato. Hanno ribadito un principio consolidato: la ricettazione di una carta di pagamento e il suo successivo utilizzo sono due reati distinti che concorrono tra loro. La ricettazione si perfeziona con la semplice ricezione del bene di provenienza illecita, mentre l’indebito utilizzo si concretizza con la successiva azione di impiego della carta. Si tratta di due condotte diverse, che ledono beni giuridici differenti e che si collocano in momenti temporali distinti.

L’Errata Applicazione della recidiva reiterata

Sul secondo motivo, invece, la Corte ha dato pienamente ragione al ricorrente. I giudici hanno rilevato come la stessa sentenza d’appello impugnata ammettesse che, al momento del fatto, l’imputato fosse gravato da un solo precedente penale accertato con sentenza irrevocabile. In assenza di almeno due precedenti condanne definitive, la contestazione della recidiva reiterata è illegittima. Questa circostanza aggravante, infatti, presuppone che il soggetto sia già stato dichiarato recidivo per un precedente reato e commetta un ulteriore delitto.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Cassazione si fonda su una rigorosa interpretazione dell’art. 99 del codice penale. La norma distingue diverse forme di recidiva, con gravità crescente. La recidiva reiterata (comma quarto) rappresenta la forma più grave e richiede, per la sua configurazione, che il nuovo delitto non colposo sia commesso da chi è già recidivo. Logica e interpretazione letterale impongono che lo status di ‘recidivo’ derivi da una precedente condanna per un reato commesso dopo un’altra condanna ancora precedente. In sintesi: sono necessarie almeno due condanne irrevocabili prima del nuovo fatto. La Corte di Appello, pur evidenziando la presenza di un solo precedente, aveva erroneamente applicato l’aggravante più grave. La Cassazione ha quindi annullato la sentenza su questo punto, riqualificando la circostanza come recidiva specifica e infraquinquennale, e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte di Appello per la rideterminazione della pena.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame è di fondamentale importanza pratica. In primo luogo, riafferma la netta distinzione tra il reato di ricettazione e quello di indebito utilizzo di carte di pagamento. In secondo luogo, e soprattutto, stabilisce un paletto invalicabile per l’applicazione della recidiva reiterata: la necessità di almeno due precedenti condanne irrevocabili. Questa precisazione ha conseguenze dirette non solo sul calcolo della pena, ma anche sui termini di prescrizione del reato, che si allungano notevolmente in presenza di tale aggravante. La decisione garantisce una corretta e proporzionata applicazione delle norme penali, evitando automatismi e assicurando che le aggravanti più severe siano applicate solo quando ne sussistano inequivocabilmente tutti i presupposti di legge.

Chi riceve e poi usa una carta di credito rubata commette uno o due reati?
Secondo la Corte di Cassazione, commette due reati distinti: il reato di ricettazione (per aver ricevuto la carta di provenienza illecita) e il reato di indebito utilizzo di strumenti di pagamento (per averla poi usata). Le due condotte non si assorbono e danno luogo a un concorso di reati.

Quando si può applicare la recidiva reiterata?
La recidiva reiterata può essere applicata solo quando, al momento della commissione del nuovo reato, l’imputato risulti già gravato da almeno due sentenze di condanna definitive per reati precedentemente commessi. Una sola condanna irrevocabile precedente non è sufficiente.

Cosa succede se un giudice applica erroneamente la recidiva reiterata?
Se un giudice applica erroneamente la recidiva reiterata in assenza dei suoi presupposti (come la mancanza di almeno due condanne precedenti), la sentenza è viziata. La Corte di Cassazione, come nel caso di specie, annulla la sentenza su quel punto con rinvio ad un altro giudice, il quale dovrà procedere a una nuova valutazione e a un nuovo calcolo della pena, applicando eventualmente una forma meno grave di recidiva, se ne ricorrono i presupposti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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