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Recidiva reiterata: prevalenza attenuanti esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante il bilanciamento tra attenuanti generiche e recidiva reiterata. La Corte ha confermato la decisione di merito che aveva stabilito un giudizio di equivalenza, applicando il divieto di prevalenza delle attenuanti in casi di recidiva qualificata, come previsto dal codice penale.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: Quando le Attenuanti non Possono Prevalere

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale nel bilanciamento delle circostanze del reato, in particolare quando è in gioco la recidiva reiterata. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la mancata prevalenza delle attenuanti generiche sulla sua condizione di recidivo qualificato. Analizziamo questa importante decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso presentato da un soggetto condannato per il reato di evasione (art. 385 c.p.) dalla Corte d’Appello di Firenze. L’imputato non contestava la sua colpevolezza, ma si opponeva a un aspetto specifico della determinazione della pena: il trattamento sanzionatorio applicato.

Il ricorrente, infatti, lamentava che la Corte d’Appello avesse erroneamente operato un giudizio di equivalenza tra le circostanze attenuanti generiche, a lui riconosciute, e l’aggravante della recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale, che gli era stata contestata. A suo avviso, le attenuanti avrebbero dovuto essere considerate prevalenti, con una conseguente riduzione della pena finale.

Il Principio di Diritto sulla Recidiva Reiterata

Il cuore della questione legale risiede nell’interpretazione e applicazione delle norme che regolano il bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, disciplinato dall’articolo 69 del codice penale. L’unico motivo di ricorso si è scontrato con un preciso sbarramento normativo. La Corte d’Appello aveva infatti correttamente applicato il divieto di prevalenza delle attenuanti previsto dal comma 4 dell’art. 69 c.p., in relazione al comma 4 dell’art. 99 c.p.

Questa combinazione di norme stabilisce che, in presenza di una recidiva reiterata, le circostanze attenuanti non possono mai essere considerate prevalenti rispetto all’aggravante della recidiva stessa. Il giudice può, al massimo, ritenerle equivalenti (annullandone gli effetti) o subvalenti (facendo prevalere l’aggravante), ma non può accordare una diminuzione di pena basata sulla prevalenza delle attenuanti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha giudicato il ricorso ‘manifestamente infondato’. Il ragionamento dei giudici di legittimità è stato lineare e aderente al dettato normativo. Essi hanno evidenziato come la Corte d’Appello avesse individuato con precisione i criteri per cui confermare il giudizio di equivalenza, operando una scelta logica e giuridicamente ineccepibile.

Il ragionamento della Corte territoriale, secondo la Cassazione, è risultato ‘esente da censure’ proprio perché si è mosso all’interno dei confini tracciati dal legislatore. Il ‘divieto di prevalenza’ è una scelta precisa volta a inasprire il trattamento sanzionatorio per chi dimostra una particolare inclinazione a delinquere, commettendo nuovi reati dopo essere già stato condannato e dichiarato recidivo.

Le Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso

Sulla base di queste considerazioni, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale decisione comporta non solo la conferma definitiva della sentenza impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia riafferma con forza un principio cardine del sistema penale: la recidiva reiterata rappresenta una condizione di particolare allarme sociale che il legislatore ha inteso sanzionare con maggior rigore, limitando la discrezionalità del giudice nel bilanciamento delle circostanze.

Per quale motivo il ricorso è stato presentato alla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato proposto per un unico motivo: la contestazione del mancato riconoscimento della prevalenza delle circostanze attenuanti generiche sulla recidiva reiterata contestata all’imputato.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto infondato il ricorso sulla recidiva reiterata?
La Corte ha considerato il ricorso manifestamente infondato perché la decisione della Corte d’Appello era giuridicamente corretta. La legge (art. 69, comma 4, in relazione all’art. 99, comma 4, c.p.) vieta espressamente che le attenuanti possano essere dichiarate prevalenti sulla recidiva reiterata.

Qual è stata la decisione finale della Corte e quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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