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Recidiva reiterata: le attenuanti generiche non prevalgono

Un individuo condannato per furto aggravato contesta la costituzionalità della norma che impedisce alle attenuanti generiche di prevalere sulla recidiva reiterata. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ritenendo la questione manifestamente infondata. La sentenza stabilisce che, a differenza di specifiche attenuanti tipizzate, il divieto di prevalenza per le attenuanti generiche non è irragionevole, poiché il giudice conserva sufficiente discrezionalità per commisurare una pena equa attraverso il giudizio di equivalenza.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata e Attenuanti Generiche: La Cassazione Fissa i Paletti del Bilanciamento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22546 del 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: il bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti, con particolare riferimento alla recidiva reiterata. La decisione chiarisce i limiti del potere del giudice nel valutare le attenuanti generiche di fronte a un’aggravante così significativa, confermando la legittimità del divieto di prevalenza stabilito dall’articolo 69, comma 4, del codice penale.

I Fatti del Caso: Furto Aggravato e la Richiesta di Bilanciamento

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto pluriaggravato. In sede di appello, la difesa aveva richiesto che le attenuanti generiche, già riconosciute all’imputato, fossero considerate prevalenti non solo sulle aggravanti contestate ma anche sulla recidiva reiterata. La Corte d’Appello aveva rigettato tale richiesta, sostenendo che una simile valutazione fosse normativamente preclusa dal dettato dell’art. 69, comma 4, c.p., che consente al massimo un giudizio di equivalenza.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla recidiva reiterata

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo: l’illegittimità costituzionale dell’art. 69, comma 4, c.p., per violazione degli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 27 (funzione rieducativa della pena) della Costituzione. Secondo la difesa, impedire al giudice di far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva reiterata creerebbe un automatismo sanzionatorio irragionevole. A sostegno della sua tesi, il ricorrente ha evocato le numerose sentenze con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la stessa norma in relazione ad altre attenuanti specifiche, come quella del danno di particolare tenuità (art. 62 n. 4 c.p.).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la questione di legittimità costituzionale manifestamente infondata. Il ragionamento della Corte si sviluppa attraverso passaggi chiari e distinti.

Distinzione tra Attenuanti Generiche e Specifiche

Il punto centrale della decisione risiede nella netta distinzione tra le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.) e quelle specifiche (o tipizzate), oggetto delle precedenti pronunce della Corte Costituzionale. Mentre queste ultime sono legate a elementi precisi e oggettivi del reato (es. il danno di lieve entità), le attenuanti generiche sono per loro natura indefinite. La loro funzione è permettere al giudice di adeguare la pena a situazioni concrete che, pur non rientrando in una previsione specifica, meritano una considerazione favorevole. Proprio questa indeterminatezza, secondo la Cassazione, impedisce di assimilarle automaticamente alle attenuanti tipizzate.

La Discrezionalità del Giudice e la Ragionevolezza della Norma

La Corte ha sottolineato che il legislatore gode di ampia discrezionalità nel definire il regime del bilanciamento tra circostanze, potendo introdurre deroghe al regime ordinario, purché non sfocino in una manifesta irragionevolezza. Nel caso del furto, il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata non risulta irragionevole. Il reato di furto, infatti, prevede una forbice sanzionatoria sufficientemente ampia (e un minimo edittale contenuto) che consente al giudice, anche solo attraverso il giudizio di equivalenza, di adeguare la sanzione al caso concreto. L’equivalenza permette di “neutralizzare” l’effetto inaspritore della recidiva, garantendo così il rispetto dei principi di offensività, eguaglianza e funzione rieducativa della pena.

Le Conclusioni: La Decisione Finale della Cassazione

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata, previsto dall’art. 69, comma 4, c.p., è costituzionalmente legittimo. La norma non crea un automatismo sanzionatorio sproporzionato, in quanto il giudice mantiene un adeguato margine di discrezionalità per commisurare una pena equa attraverso il giudizio di equivalenza. La sentenza ribadisce così la particolare gravità attribuita dal legislatore alla recidiva reiterata, quale indice di una maggiore riprovevolezza e pericolosità sociale del reo, che giustifica un trattamento sanzionatorio più rigoroso nel bilanciamento delle circostanze.

È possibile che le attenuanti generiche prevalgano sulla recidiva reiterata?
No. Secondo la sentenza, l’art. 69, comma 4 del codice penale impedisce legittimamente al giudice di ritenere le attenuanti generiche prevalenti sulla recidiva reiterata. È consentito al massimo un giudizio di equivalenza tra le circostanze.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto la questione non incostituzionale, a differenza di altri casi simili?
La Corte distingue le attenuanti generiche, che sono per natura indefinite, dalle attenuanti specifiche (come quella per il danno di lieve entità) che erano state oggetto di precedenti pronunce di incostituzionalità. Nel caso delle attenuanti generiche, il giudice ha comunque sufficiente discrezionalità per adeguare la pena, grazie all’ampia forbice edittale del reato di furto, garantendo il rispetto dei principi costituzionali anche solo con un giudizio di equivalenza.

Qual è l’effetto pratico di un giudizio di ‘equivalenza’ tra circostanze?
L’effetto pratico è che le circostanze aggravanti (come la recidiva reiterata) e quelle attenuanti si annullano a vicenda. Di conseguenza, la pena viene determinata partendo dalla cornice edittale prevista per il reato base, senza applicare né gli aumenti per le aggravanti né le diminuzioni per le attenuanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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