LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva reiterata e prescrizione: il doppio calcolo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione. La sentenza chiarisce due punti fondamentali: le nullità procedurali intermedie devono essere eccepite prima della sentenza di primo grado e la recidiva reiterata ha un duplice effetto sul calcolo della prescrizione, aumentando sia il termine base che quello massimo, senza violare il principio del ‘ne bis in idem’.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: Come Incide sul Calcolo della Prescrizione?

La recidiva reiterata è un istituto giuridico che assume un’importanza cruciale nel diritto penale, specialmente per quanto riguarda il calcolo dei termini di prescrizione del reato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10393/2024, ha ribadito con fermezza i principi consolidati in materia, offrendo chiarimenti sul duplice impatto di questa circostanza aggravante. L’analisi della pronuncia ci permette di comprendere non solo come si allungano i tempi per l’estinzione di un reato, ma anche i limiti temporali per sollevare determinate eccezioni procedurali.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato dall’avvocato di un uomo condannato in primo e secondo grado per il reato di ricettazione. La Corte di Appello di Firenze aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, basando le proprie argomentazioni su due motivi principali: un vizio di procedura e un errore nel calcolo della prescrizione.

I Motivi del Ricorso: Procedura e Prescrizione

Il difensore dell’imputato ha sollevato due questioni distinte:

1. Nullità Procedurale: Si eccepiva la nullità della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari (ex art. 415-bis c.p.p.), sostenendo che fosse viziato da un precedente decreto di irreperibilità nullo, in quanto emesso senza adeguate ricerche dell’imputato.
2. Erroneo Calcolo della Prescrizione: Si lamentava che il reato avrebbe dovuto essere dichiarato estinto per prescrizione. Secondo la difesa, la circostanza della recidiva reiterata era stata erroneamente valutata due volte nel calcolo del tempo necessario a prescrivere, portando a un’ingiusta dilatazione dei termini.

L’Analisi della Corte e la recidiva reiterata

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi con argomentazioni nette e in linea con la giurisprudenza costante.

Per quanto riguarda la nullità procedurale, i giudici hanno chiarito che l’omessa notifica dell’avviso di conclusione delle indagini costituisce una “nullità generale a regime intermedio”. Questo tipo di vizio, pur ledendo il diritto di difesa, deve essere eccepito entro un termine perentorio, ovvero prima della deliberazione della sentenza di primo grado. Poiché nel caso specifico l’eccezione è stata sollevata per la prima volta solo in Cassazione, essa è stata giudicata tardiva e, di conseguenza, manifestamente infondata.

Sul punto centrale della recidiva reiterata, la Corte ha confermato la correttezza del calcolo effettuato dalla Corte di Appello. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la recidiva reiterata, in quanto circostanza a effetto speciale, incide due volte sul termine di prescrizione.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione sistematica delle norme del codice penale. La recidiva reiterata produce un duplice effetto:

1. Aumento del termine minimo: In primo luogo, aumenta il termine di prescrizione base del reato, come previsto dall’art. 157, secondo comma, del codice penale. Nel caso della ricettazione, il termine ordinario di otto anni viene aumentato di due terzi.
2. Aumento del termine massimo: In secondo luogo, in presenza di atti interruttivi del processo, incide anche sul termine massimo di prescrizione, come stabilito dall’art. 161, secondo comma, del codice penale. Questo comporta un ulteriore aumento di due terzi sul termine già aumentato in precedenza.

Questo “doppio binario” di calcolo, che ha portato il termine di prescrizione nel caso specifico a 22 anni, 2 mesi e 20 giorni, non viola il principio del ne bis in idem (divieto di essere giudicati due volte per lo stesso fatto). La Corte ha precisato che l’istituto della prescrizione non ha natura sanzionatoria, ma processuale. Pertanto, le sue regole di calcolo non rientrano nell’ambito di tutela del ne bis in idem, come interpretato anche dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida due importanti principi. In primo luogo, sottolinea la necessità di rispettare rigorosamente i termini processuali per sollevare eccezioni di nullità, anche quando riguardano il diritto di difesa. In secondo luogo, e con maggiore impatto sostanziale, riafferma che la recidiva reiterata ha un effetto moltiplicatore significativo sui tempi della prescrizione. La decisione serve da monito sulla gravità con cui l’ordinamento tratta la persistenza nel commettere reati, dilatando notevolmente il tempo a disposizione dello Stato per giungere a una condanna definitiva.

Quando va eccepita la nullità per omessa notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari?
Secondo la Corte, tale nullità, essendo ‘a regime intermedio’, deve essere eccepita tassativamente prima della deliberazione della sentenza di primo grado. Se sollevata per la prima volta in Cassazione, è manifestamente infondata.

Come influisce la recidiva reiterata sul calcolo della prescrizione?
La recidiva reiterata ha un duplice effetto: aumenta sia il termine prescrizionale minimo del reato (ai sensi dell’art. 157 c.p.), sia, in presenza di atti interruttivi, il termine massimo (ai sensi dell’art. 161 c.p.), portando a un considerevole allungamento del tempo necessario per l’estinzione del reato.

Il doppio aumento della prescrizione per recidiva reiterata viola il principio del ‘ne bis in idem’?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che questo doppio aumento non viola il principio del ‘ne bis in idem’, poiché l’istituto della prescrizione non rientra nell’ambito di tutela di tale principio, non avendo natura di sanzione penale ma di regola processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati