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Recidiva reiterata e attenuanti: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto. La Corte ha stabilito che la legge vieta la prevalenza delle circostanze attenuanti generiche quando l’imputato è gravato da recidiva reiterata e specifica, confermando la correttezza del bilanciamento delle circostanze operato dai giudici di merito.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: Quando le Attenuanti non Possono Prevalere

Nel diritto penale, la determinazione della pena è un processo complesso che richiede al giudice di bilanciare diversi fattori. Tra questi, le circostanze del reato, che possono essere aggravanti o attenuanti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 1016/2024) ha ribadito un principio fondamentale riguardo al limite del potere discrezionale del giudice in presenza di una recidiva reiterata. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere come la precedente condotta di un imputato possa influenzare in modo decisivo l’esito del giudizio.

I Fatti del Caso: un Ricorso contro la Condanna per Furto

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto in abitazione. La Corte d’Appello, confermando la sentenza di primo grado, aveva concesso le circostanze attenuanti generiche, ritenendole però solo equivalenti alla contestata recidiva, e non prevalenti. L’imputato, ritenendo la pena eccessiva, ha proposto ricorso in Cassazione. Il suo unico motivo di doglianza si basava proprio su questo punto: a suo avviso, i giudici avrebbero dovuto far prevalere le attenuanti sulla recidiva, con una conseguente riduzione della sanzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo “manifestamente infondato”. La decisione non è entrata nel merito delle circostanze specifiche del caso, ma si è basata su un principio normativo inderogabile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Divieto Imposto dalla Legge sulla Recidiva Reiterata

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 69, ultimo comma, del codice penale. Questa norma stabilisce un divieto esplicito: non è possibile concedere la prevalenza delle circostanze attenuanti (siano esse generiche o specifiche) sulla recidiva, qualora quest’ultima sia del tipo previsto dall’articolo 99, commi 2 e 4, del codice penale. Si tratta dei casi di recidiva reiterata (quando il nuovo reato è commesso da chi è già recidivo) e specifica (quando il nuovo reato è della stessa indole del precedente).

La Corte ha sottolineato come il ricorso dell’imputato si ponesse in “palese contrasto con il dato normativo”. La richiesta di far prevalere le attenuanti era, di fatto, una richiesta contra legem, ovvero contraria a una precisa disposizione di legge. In questi casi, il potere discrezionale del giudice è limitato: può concedere le attenuanti e dichiararle equivalenti all’aggravante della recidiva, ma non può in alcun modo farle prevalere. La decisione della Corte d’Appello era, pertanto, l’unica legalmente possibile.

Conclusioni: L’Impatto della Recidiva Reiterata sulla Pena

L’ordinanza in esame riafferma un caposaldo del sistema sanzionatorio penale. La presenza di una recidiva reiterata non è un semplice elemento da valutare, ma un ostacolo normativo insormontabile alla prevalenza delle circostanze attenuanti. Questa previsione legislativa riflette la volontà di trattare con maggior rigore chi dimostra una particolare inclinazione a delinquere, perseverando nella commissione di reati. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, la lezione è chiara: la storia criminale di un soggetto ha un peso specifico e predeterminato dalla legge nel bilanciamento delle circostanze, limitando drasticamente la possibilità di ottenere una riduzione di pena basata su elementi attenuanti.

È possibile ottenere la prevalenza delle attenuanti generiche in presenza di una recidiva reiterata e specifica?
No, l’articolo 69, ultimo comma, del codice penale lo vieta espressamente. In questi casi, il giudice può al massimo dichiarare le circostanze attenuanti equivalenti alla recidiva, ma non prevalenti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione si basa su una richiesta che la legge vieta?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Qual era l’unico motivo del ricorso presentato dall’imputato nel caso di specie?
L’imputato si doleva della mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche con un giudizio di prevalenza sulla contestata recidiva e, di conseguenza, riteneva eccessiva la pena che gli era stata inflitta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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