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Recidiva reiterata: come influisce sulla pena

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un individuo condannato per furto aggravato, contestando l’applicazione della recidiva reiterata e il bilanciamento delle circostanze. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che, in presenza di recidiva reiterata, le attenuanti generiche non possono prevalere. La decisione del giudice di merito di considerare equivalenti le circostanze è stata ritenuta correttamente motivata e non arbitraria, in linea con i principi consolidati sulla dosimetria della pena.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: la Cassazione chiarisce i limiti al bilanciamento della pena

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. 7 Penale, n. 29309/2025, offre un’importante lezione sul tema della recidiva reiterata e le sue conseguenze sulla determinazione della pena. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento penale: la ripetuta commissione di reati limita fortemente la discrezionalità del giudice nel concedere benefici, come la prevalenza delle attenuanti generiche. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un soggetto condannato in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato. La Corte d’Appello di Venezia aveva confermato la sentenza del Tribunale di Rovigo. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione lamentando principalmente due vizi: un’errata motivazione riguardo l’applicazione della recidiva e un’illegittima valutazione nel bilanciamento tra le circostanze attenuanti e aggravanti, con conseguenze sulla dosimetria della pena.

La questione della Recidiva Reiterata e il divieto di prevalenza

Il cuore della questione giuridica risiede nell’applicazione dell’istituto della recidiva reiterata. L’imputato era già gravato da precedenti specifici per reati contro il patrimonio (furto e rapina), una condizione che qualifica la sua condotta come espressione di una maggiore capacità a delinquere. Il ricorrente contestava la decisione della Corte territoriale di non far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva.

La Corte di Cassazione ha respinto tale doglianza, richiamando l’articolo 69, comma 4, del codice penale. Questa norma stabilisce un chiaro divieto: quando un imputato è recidivo reiterato (ai sensi dell’art. 99, comma 4, c.p.), il giudice non può dichiarare le circostanze attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante della recidiva. Può al massimo dichiararle equivalenti, come avvenuto nel caso di specie.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, sottolineando come la Corte d’Appello avesse adempiuto in modo congruo e logico al proprio onere motivazionale. In primo luogo, è stato evidenziato che la nuova condotta criminosa confermava la spiccata tendenza dell’imputato a commettere reati contro il patrimonio, giustificando pienamente l’applicazione della recidiva.

In secondo luogo, riguardo al giudizio di bilanciamento, i giudici di legittimità hanno ribadito che tale valutazione è una prerogativa discrezionale del giudice di merito. Questa scelta sfugge al sindacato della Cassazione, a meno che non sia palesemente illogica o arbitraria. Nel caso specifico, la decisione di considerare equivalenti le circostanze (giudizio di equivalenza) è stata ritenuta sufficientemente motivata e adeguata a realizzare l’adeguatezza della pena al caso concreto. La Corte ha inoltre confermato la piena legittimità costituzionale dell’art. 69, comma 4, c.p., che impedisce la prevalenza delle attenuanti generiche, in quanto non viola i principi di ragionevolezza e di personalità della pena.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso nei confronti di chi delinque ripetutamente. La recidiva reiterata non è una mera etichetta, ma un fattore che incide pesantemente sulla commisurazione della pena, limitando gli spazi per una sua mitigazione. La decisione sottolinea che le attenuanti generiche, pur avendo la funzione di adeguare la pena al caso singolo, non possono svuotare di significato la maggiore pericolosità sociale dimostrata da chi, nonostante le precedenti condanne, persevera nella condotta criminale. La sentenza serve quindi come monito: la ricaduta nel reato, specialmente in settori specifici, comporta conseguenze sanzionatorie severe e difficilmente eludibili.

Quando si applica la recidiva reiterata?
Si applica quando un soggetto, già dichiarato recidivo per una precedente condanna, commette un altro reato. La sentenza specifica che la nuova condotta criminosa deve essere idonea a rivelare una maggior capacità a delinquere del reo.

In caso di recidiva reiterata, le attenuanti generiche possono prevalere sulle aggravanti?
No. La sentenza chiarisce, richiamando l’art. 69, comma 4, del codice penale, che la recidiva reiterata impedisce al giudice di considerare le attenuanti generiche come prevalenti. Al massimo, possono essere ritenute equivalenti.

Il divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva reiterata è costituzionale?
Sì. La Corte di Cassazione ha ribadito che la questione di legittimità costituzionale di tale divieto è manifestamente infondata, poiché la norma non è irragionevole né arbitraria, ma mira a valorizzare la componente soggettiva del reato qualificata dalla plurima ricaduta in condotte illecite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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