LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva reiterata: appello inammissibile in Cassazione

Con ordinanza del 05/05/2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso che contestava il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata. La Corte ha stabilito che tale divieto non è incostituzionale, poiché bilancia ragionevolmente la condotta del reo, che ricade più volte nel crimine, con attenuanti di natura comune, confermando la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: la Cassazione Conferma il Divieto di Prevalenza delle Attenuanti

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione, emessa il 5 maggio 2025, ribadisce un principio fondamentale del diritto penale riguardante la recidiva reiterata. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata, confermando che le attenuanti generiche non possono prevalere sulla recidiva reiterata. Questa decisione chiarisce i limiti del cosiddetto ‘bilanciamento’ delle circostanze e le sue implicazioni sulla determinazione della pena.

I Fatti del Caso e il Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino del 18 novembre 2024. La ricorrente contestava la costituzionalità della norma, specificamente l’articolo 99, quarto comma, del codice penale, nella parte in cui vieta la prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata. Secondo la difesa, tale divieto violerebbe i principi di uguaglianza (art. 3 Cost.), legalità (art. 25 Cost.) e finalità rieducativa della pena (art. 27 Cost.).

La Questione Giuridica: il Bilanciamento tra Attenuanti e Recidiva Reiterata

Il cuore della questione legale risiede nel meccanismo del bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti. In generale, il giudice ha il potere di valutare se le attenuanti prevalgano, equivalgano o soccombano rispetto alle aggravanti. Tuttavia, la legge pone un’eccezione specifica per la recidiva reiterata, una forma aggravata di recidiva che si verifica quando un soggetto, già dichiarato recidivo, commette ulteriori reati. In questo caso, il legislatore ha stabilito un divieto di prevalenza per le attenuanti generiche, limitando la discrezionalità del giudice.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha fornito una chiara motivazione a sostegno della legittimità costituzionale della norma. Richiamando una precedente sentenza (n. 29723 del 2024), i giudici hanno affermato che la disposizione derogatoria non è né manifestamente irragionevole né arbitraria.

Il ragionamento della Corte si basa sulla diversa natura delle circostanze in gioco:

1. Le attenuanti generiche: Sono considerate ‘comuni’ e non hanno la funzione specifica di correggere una sproporzione nel trattamento sanzionatorio. Piuttosto, servono a valorizzare, in misura contenuta, aspetti soggettivi del reato.
2. La recidiva reiterata: Rappresenta un elemento soggettivo di forte disvalore, poiché qualifica il reo come un soggetto che, nonostante le precedenti condanne, ha continuato a commettere reati. La plurima ricaduta in condotte penalmente sanzionate è un indicatore di una maggiore pericolosità sociale e di una spiccata capacità a delinquere.

Di conseguenza, il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche non fa altro che tradurre in legge una valutazione ponderata: la gravità della persistenza nel crimine, attestata dalla recidiva reiterata, non può essere superata da circostanze attenuanti non specifiche.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta due conseguenze dirette per la ricorrente, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale:

* La condanna al pagamento delle spese processuali.
* Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente che finanzia progetti di reinserimento per i detenuti.

Questa pronuncia consolida l’orientamento giurisprudenziale secondo cui il trattamento sanzionatorio più severo per chi dimostra una persistente inclinazione al delitto è una scelta legittima del legislatore, non censurabile sotto il profilo della costituzionalità.

Un giudice può far prevalere le attenuanti generiche sulla recidiva reiterata?
No, secondo questa ordinanza e la giurisprudenza consolidata, l’art. 99, comma quarto, del codice penale vieta espressamente che le attenuanti generiche possano essere considerate prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva reiterata.

Perché esiste questo divieto di prevalenza?
La Corte di Cassazione spiega che il divieto non è irragionevole. La recidiva reiterata indica una persistenza nel commettere reati che il legislatore ha ritenuto più grave rispetto alle circostanze comuni che possono dar luogo alle attenuanti generiche. La norma mira a valorizzare la componente soggettiva di chi ricade ripetutamente nel crimine.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come accaduto nel caso di specie con una condanna al pagamento di 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati