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Recidiva reiterata: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per numerosi furti, evidenziando la sua pericolosità sociale. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza delle censure contro l’aumento di pena per la continuazione, reso obbligatorio nella misura di un terzo a causa della recidiva reiterata dell’imputato. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Reiterata: Quando l’Appello Diventa Inammissibile

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un’importante lezione sul peso della recidiva reiterata nel processo penale e sulle conseguenze che essa comporta per l’ammissibilità dei ricorsi. La Suprema Corte ha confermato la decisione di merito, dichiarando inammissibile l’appello di un soggetto con una lunga storia criminale, stabilendo un principio chiaro sull’applicazione dell’aumento di pena per la continuazione del reato.

I Fatti del Caso: Una Lunga Scia di Reati

Il caso riguarda un individuo che, tra il 2009 e il 2019, ha commesso un numero molto elevato di furti. I suoi precedenti penali, registrati nel casellario giudiziario, delineavano un profilo di spiccata pericolosità sociale e una chiara propensione a delinquere. A seguito della condanna emessa dalla Corte d’Appello, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, contestando in particolare l’aumento di pena applicato a titolo di continuazione tra i vari reati.

La Decisione della Corte e il Ruolo della Recidiva Reiterata

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri principali: la genericità delle censure mosse dal ricorrente e la corretta applicazione della normativa sulla recidiva reiterata.

Analisi dei Motivi di Ricorso

I giudici hanno ritenuto che le critiche del ricorrente fossero ‘aspecifiche’, ovvero non sufficientemente dettagliate e argomentate per mettere in discussione la logica della sentenza impugnata. Oltre a ciò, sono state giudicate ‘manifestamente infondate’, cioè prive di qualsiasi fondamento giuridico plausibile.

L’Aumento Obbligatorio di Pena

Il punto cruciale della decisione riguarda l’aumento di pena. La Corte ha chiarito che, di fronte a una recidiva reiterata, l’aumento di pena per la continuazione del reato non è una scelta discrezionale del giudice, ma un obbligo di legge. L’articolo 81, ultimo comma, del codice penale impone che in questi casi l’aumento debba essere applicato ‘necessariamente nella misura di un terzo’.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema sono lineari e rigorose. La presenza di una recidiva reiterata accertata e non contestata attiva un automatismo previsto dalla legge. Il giudice di merito non aveva altra scelta se non quella di aumentare la pena nella misura fissa di un terzo, come previsto per i casi più gravi di persistenza nel crimine. Qualsiasi doglianza contro questa applicazione della legge è, per definizione, infondata, in quanto mira a contestare non un errore del giudice, ma il dettato normativo stesso. La pericolosità sociale dell’imputato, ampiamente dimostrata dal suo casellario giudiziario, ha ulteriormente rafforzato la convinzione della Corte circa la correttezza della decisione impugnata e la necessità di una risposta sanzionatoria severa e conforme alla legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio fondamentale: la recidiva reiterata non solo aggrava la posizione dell’imputato in termini di pena, ma può anche precludere l’accesso a un esame di merito del ricorso, portando a una dichiarazione di inammissibilità. Questo provvedimento ricorda che la contestazione di una sentenza deve basarsi su argomenti solidi e specifici, specialmente quando si scontra con norme imperative come quelle che disciplinano l’aumento di pena in caso di continuazione per un recidivo reiterato. Per l’imputato, la conseguenza non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, un costo aggiuntivo derivante dalla proposizione di un ricorso giudicato privo di fondamento.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure (le critiche alla sentenza precedente) sono state ritenute aspecifiche e manifestamente infondate. In particolare, la contestazione sull’aumento di pena era priva di fondamento giuridico.

Cosa significa recidiva reiterata e quale impatto ha avuto sulla decisione?
La recidiva reiterata si verifica quando una persona, già condannata e dichiarata recidiva, commette un altro reato. In questo caso, la sua presenza ha reso obbligatorio per legge l’aumento della pena per la continuazione nella misura fissa di un terzo, rendendo infondata ogni contestazione su questo punto.

Qual è la conseguenza economica per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del suo ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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