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Recidiva: quando non può essere disapplicata

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per rientro illegale in Italia. La Corte ha confermato l’applicazione della recidiva, sottolineando come la pluralità di condanne precedenti, anche per reati diversi, dimostri una perdurante pericolosità sociale che impedisce la disapplicazione di tale aggravante.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva e Pericolosità Sociale: la Cassazione Conferma la Condanna per Rientro Illegale

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su come la recidiva venga valutata nel sistema penale italiano, specialmente quando la storia criminale di un individuo evidenzia una spiccata pericolosità sociale. La Suprema Corte, nel dichiarare inammissibile un ricorso, ha ribadito che una serie di condanne irrevocabili può giustificare pienamente l’applicazione dell’aggravante della recidiva, rendendo impossibile la sua disapplicazione da parte del giudice.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un cittadino straniero per aver fatto rientro nel territorio italiano nonostante fosse destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Prefetto. La condanna, pronunciata in primo grado dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello in sede di rinvio, includeva l’aggravante della recidiva infraquinquennale specifica.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, contestando un unico punto: il vizio di motivazione relativo alla conferma della recidiva. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente giustificato la scelta di applicare tale aggravante.

L’Importanza della Recidiva nel Processo Penale

La recidiva è una circostanza aggravante che si applica a chi commette un nuovo reato dopo aver subito una condanna definitiva per un delitto precedente. La sua applicazione non è automatica; il giudice deve valutarne in concreto la rilevanza, considerando la gravità dei nuovi fatti e la personalità del reo. La contestazione nel caso di specie si concentrava proprio sulla correttezza di questa valutazione.

La Decisione della Cassazione: La Recidiva Basata sulla Pericolosità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo “manifestamente infondato”. Secondo i giudici supremi, la motivazione della Corte d’Appello era non solo adeguata, ma anche priva di illogicità. La decisione di confermare la recidiva si basava su elementi concreti e inequivocabili che delineavano un profilo di persistente pericolosità sociale del ricorrente.

Le motivazioni

La Corte ha evidenziato la pluralità di condanne irrevocabili a carico dell’imputato, accumulatesi prima della commissione del reato di rientro illegale. Tra queste figuravano:
* Inosservanza di un precedente decreto di espulsione (sentenza del 2009).
* Resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali (sentenza del 2013).
* Danneggiamento (sentenza del 2013).

A questo già significativo quadro si aggiungevano ulteriori condanne per reati in materia di stupefacenti, intervenute nel 2015 e nel 2022, quindi anche dopo i fatti per cui si procedeva. La Corte ha ritenuto che la reiterazione di condotte illecite, anche successive al reato in esame, costituisse un sintomo chiaro di una “perdurante pericolosità sociale”. Questa valutazione ha reso impossibile per i giudici disapplicare la recidiva, in quanto la tendenza a delinquere del soggetto era ampiamente dimostrata dalla sua storia criminale. La decisione del giudice di merito di applicare l’aggravante era, quindi, pienamente giustificata e logicamente argomentata.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito che un ricorso basato su una presunta illogicità della motivazione è inammissibile quando, in realtà, la decisione impugnata si fonda su una solida base fattuale. La pluralità di precedenti penali, soprattutto se riguardanti reati di diversa natura, è un elemento sufficiente a dimostrare la pericolosità sociale di un individuo e a giustificare l’applicazione della recidiva. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Quando la Corte di Cassazione può confermare l’applicazione della recidiva?
La Corte di Cassazione può confermare l’applicazione della recidiva quando la motivazione della corte di merito è logica e adeguata, basandosi su elementi concreti come la pluralità di condanne irrevocabili che dimostrano la pericolosità sociale del soggetto.

Cosa si intende per “pericolosità sociale” nel contesto della recidiva?
Nel contesto della recidiva, la “pericolosità sociale” si manifesta attraverso la reiterazione di condotte illecite nel tempo. Come indicato dalla Corte, una serie di condanne per vari reati, anche commessi dopo quello per cui si procede, è un sintomo di una tendenza a delinquere che giustifica il mantenimento dell’aggravante.

Quali sono le conseguenze di un ricorso giudicato “manifestamente infondato”?
Un ricorso giudicato manifestamente infondato viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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