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Recidiva qualificata: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata contro l’applicazione della recidiva qualificata. La Corte ha stabilito che la decisione del giudice di merito era corretta, poiché la motivazione basata sui numerosi precedenti penali specifici dimostrava adeguatamente l’accresciuta pericolosità sociale della ricorrente, giustificando così l’aggravante.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Qualificata: la Cassazione conferma la valutazione sulla pericolosità sociale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema centrale del diritto penale: la recidiva qualificata. Questa decisione chiarisce i presupposti per la sua applicazione e i limiti dell’impugnazione, sottolineando l’importanza di una motivazione logica da parte del giudice di merito nel valutare la pericolosità sociale dell’imputato. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante provvedimento.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato dalla difesa di un’imputata avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il punto cruciale del ricorso era la contestazione dell’applicazione della recidiva qualificata, prevista dall’articolo 99, quarto comma, del codice penale. La difesa lamentava un’erronea applicazione della legge penale e un vizio di motivazione da parte della Corte territoriale, sostenendo che tale aggravante dovesse essere esclusa.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla recidiva qualificata

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso e li ha ritenuti infondati, giungendo a una declaratoria di inammissibilità. Secondo gli Ermellini, la sentenza impugnata non presentava i vizi denunciati. La decisione si fonda sul principio che la valutazione sulla sussistenza della recidiva qualificata è strettamente legata all’analisi della personalità del reo e della sua accresciuta pericolosità sociale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha evidenziato come la Corte di merito avesse fornito una motivazione del tutto logica e coerente. I giudici d’appello avevano correttamente sottolineato come la condotta criminosa oggetto del processo fosse un chiaro indicatore della maggiore pericolosità sociale dell’imputata. Tale conclusione non era arbitraria, ma si basava su un dato oggettivo e inconfutabile: i molteplici precedenti penali specifici a carico della stessa.

In altre parole, la ripetizione di reati della stessa indole non è un mero dato statistico, ma un elemento sintomatico di una persistente e più marcata inclinazione a delinquere. La motivazione della sentenza impugnata, secondo la Cassazione, è risultata pienamente conforme ai principi già enunciati in precedenti e autorevoli pronunce della stessa Corte, comprese le Sezioni Unite. Di conseguenza, il ricorso, basato su censure che non scalfivano la logicità dell’argomentare del giudice di secondo grado, è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la contestazione dell’applicazione della recidiva qualificata non può limitarsi a una generica critica, ma deve confrontarsi con la solidità della motivazione del giudice di merito. Se il giudice ha chiaramente e logicamente collegato i precedenti penali a un giudizio di accresciuta pericolosità sociale, il suo operato è incensurabile in sede di legittimità. La decisione comporta per la ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a sanzione di un ricorso ritenuto privo di fondamento.

Quando un ricorso contro l’applicazione della recidiva qualificata è inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando la sentenza impugnata ha motivato in modo logico e coerente l’applicazione dell’aggravante, evidenziando come i precedenti penali dell’imputato rivelino una sua accresciuta pericolosità sociale.

Quali elementi sono decisivi per giustificare la recidiva qualificata?
Sono decisivi i molteplici precedenti penali specifici, ovvero reati della stessa indole, che dimostrano l’idoneità della condotta a rivelare una maggiore pericolosità sociale del soggetto.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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