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Recidiva qualificata: Cassazione corregge pena errata

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza del Tribunale di Bergamo, limitatamente alla determinazione della pena, per un errore di calcolo sull’aumento dovuto alla recidiva qualificata. Il Tribunale aveva erroneamente applicato un aumento della metà anziché dei due terzi sulla pena base. La Cassazione, accogliendo il ricorso del Procuratore Generale, ha rideterminato direttamente la pena, applicando l’aumento corretto e fissandola in un anno e un mese di reclusione.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva qualificata e calcolo della pena: la Cassazione fa chiarezza

La corretta determinazione della pena è un principio cardine del nostro sistema giudiziario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 46326/2024) ha ribadito questo concetto, intervenendo per correggere un errore di calcolo commesso da un tribunale in un caso di resistenza a pubblico ufficiale aggravato da recidiva qualificata. Questa decisione sottolinea l’importanza di una rigorosa applicazione delle norme che disciplinano gli aumenti di pena, in particolare quando si tratta di istituti complessi come la recidiva.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Bergamo aveva condannato un imputato per il reato di resistenza continuata a pubblico ufficiale. Oltre al reato base, all’imputato era stata contestata e riconosciuta la recidiva qualificata, una circostanza che prevede un sensibile aumento della sanzione. Il giudice di primo grado aveva fissato la pena base in sei mesi di reclusione. Su questa base, aveva poi applicato un primo aumento per la recidiva e un secondo per la continuazione tra i vari episodi di resistenza, arrivando a una pena finale di un anno.

Tuttavia, proprio nel calcolare l’aumento per la recidiva si è annidato l’errore.

Il Ricorso del Procuratore Generale: Errore di Calcolo sulla recidiva qualificata

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Brescia ha presentato ricorso in Cassazione, non contestando la colpevolezza dell’imputato, ma esclusivamente il metodo di calcolo della pena. Secondo il Procuratore, il Tribunale aveva violato l’articolo 99, quarto comma, del codice penale.

La norma prevede che, in caso di recidiva qualificata, l’aumento di pena da applicare sia pari a due terzi. Il giudice di merito, invece, aveva aumentato la pena base di sei mesi di soli tre mesi, applicando quindi un aumento della metà e non dei due terzi come prescritto. Un errore matematico con dirette conseguenze sulla libertà personale dell’imputato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso pienamente fondato. Gli Ermellini hanno constatato l’evidente errore di calcolo. La pena base era stata fissata in sei mesi. L’aumento per la recidiva qualificata avrebbe dovuto essere di quattro mesi (i due terzi di sei), portando la pena a dieci mesi, e non di tre mesi come erroneamente calcolato dal Tribunale.

La Corte ha specificato che, trattandosi di un mero errore di calcolo e non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, poteva procedere direttamente alla rideterminazione della pena, senza bisogno di rimandare il caso a un altro giudice. Questa facoltà è prevista dall’articolo 620, lettera l), del codice di procedura penale, che consente alla Cassazione di pronunciare un annullamento senza rinvio e di correggere direttamente la decisione impugnata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente al trattamento sanzionatorio. Procedendo alla correzione, ha ricalcolato la pena applicando correttamente l’aumento di quattro mesi per la recidiva sulla base di sei mesi, a cui ha poi aggiunto l’ulteriore aumento per la continuazione, fissando la pena finale e complessiva in un anno e un mese di reclusione. La sentenza rappresenta un importante promemoria sulla necessità di precisione e rigore nell’applicazione delle norme penali sostanziali, anche negli aspetti apparentemente più tecnici come il calcolo degli aumenti di pena.

Qual è stato l’errore commesso dal Tribunale nel calcolare la pena?
Il Tribunale ha applicato un aumento per la recidiva qualificata pari alla metà della pena base (tre mesi su sei), invece dell’aumento di due terzi (quattro mesi su sei) come previsto tassativamente dall’art. 99, quarto comma, del codice penale.

Qual è il corretto aumento di pena per la recidiva qualificata contestata nel caso?
Per la recidiva reiterata infraquinquennale, qualificata ai sensi dell’art. 99, quarto comma, cod. pen., la legge impone un aumento della pena nella misura fissa di due terzi.

Perché la Corte di Cassazione ha potuto modificare direttamente la pena senza un nuovo processo?
La Corte di Cassazione ha agito in base all’art. 620, lettera l), del codice di procedura penale. Questa norma le conferisce il potere di annullare la sentenza senza rinvio e rideterminare la pena quando l’errore è puramente giuridico o di calcolo e non richiede nuovi accertamenti sui fatti della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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