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Recidiva nel biennio: vale la violazione amministrativa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida senza patente. La Corte ha stabilito che la recidiva nel biennio si configura anche in presenza di una precedente violazione amministrativa definitiva, non solo di una sentenza penale irrevocabile. Ha inoltre confermato che il diniego delle attenuanti generiche era legittimo, data la personalità negativa dell’imputato e la gravità dei fatti, senza necessità di analizzare tutti gli elementi dell’art. 133 c.p.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva nel Biennio e Codice della Strada: Quando la Multa Conta Come un Precedente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per gli automobilisti: il concetto di recidiva nel biennio nel contesto delle violazioni al Codice della Strada. La pronuncia chiarisce che, ai fini della contestazione del reato, non è necessario avere una precedente condanna penale passata in giudicato; è sufficiente una violazione amministrativa divenuta definitiva. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Due Violazioni in Pochi Mesi

Il caso riguarda un automobilista condannato sia in primo che in secondo grado per due episodi di violazione dell’art. 116, comma 15, del Codice della Strada, commessi a distanza di poco più di un mese. Questa norma sanziona penalmente chi, essendo già stato sanzionato in via amministrativa per la stessa infrazione nei due anni precedenti, viene nuovamente sorpreso alla guida senza la patente richiesta.

L’Appello e i Motivi del Ricorso

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Errata applicazione della legge penale: Secondo la difesa, non sussisteva il presupposto della recidiva nel biennio, in quanto la precedente violazione era solo una sanzione amministrativa e non una condanna penale irrevocabile.
2. Vizio di motivazione: La difesa lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, ritenendo insufficiente la giustificazione fornita dalla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha respinto entrambe le argomentazioni, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si basa su un orientamento giuridico consolidato e offre spunti fondamentali per comprendere la severità con cui l’ordinamento tratta le violazioni reiterate al Codice della Strada.

Le Motivazioni: Perché la Recidiva nel Biennio è Configurata

La Corte ha smontato la tesi difensiva con argomentazioni nette. In primo luogo, ha ribadito un principio ormai pacifico in giurisprudenza: la recidiva nel biennio prevista dall’art. 116 C.d.S. si realizza non solo con un precedente giudiziale irrevocabile, ma anche quando la precedente violazione amministrativa sia stata accertata in modo definitivo. Nel caso specifico, l’automobilista era incorso nella medesima violazione meno di un anno prima e non aveva mai impugnato né oblato la relativa sanzione, rendendola così definitiva.

Per quanto riguarda le attenuanti generiche, i giudici hanno ritenuto adeguata la motivazione della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva negato il beneficio sottolineando la personalità negativa dell’imputato, gravato da numerosi precedenti penali, e la gravità della sua condotta. La Cassazione ha ricordato che, per concedere o negare le attenuanti, il giudice di merito non è tenuto a esaminare meticolosamente tutti gli elementi dell’art. 133 del codice penale. È sufficiente che si concentri su uno o più aspetti che ritiene prevalenti, come la personalità del colpevole o le modalità del reato, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità se non in caso di motivazione illogica o assente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza conferma un indirizzo rigoroso e ha importanti implicazioni pratiche. Insegna che una sanzione amministrativa per guida senza patente, se non contestata nei termini, assume un peso specifico rilevante, trasformando una successiva infrazione identica da illecito amministrativo a vero e proprio reato. Gli automobilisti sono quindi avvisati: ignorare o non definire una multa per violazioni di questo tipo può avere conseguenze penali significative in futuro. La decisione rafforza l’idea che la coerenza nel rispettare le norme stradali è fondamentale per evitare di incorrere in procedimenti penali con tutte le conseguenze che ne derivano.

Ai fini della recidiva nel biennio per guida senza patente, una multa non pagata ha lo stesso valore di una condanna penale?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la recidiva si configura anche quando la precedente violazione amministrativa è diventata definitiva, ad esempio perché non è stata impugnata o oblata, non essendo necessaria una precedente sentenza penale irrevocabile.

Può un giudice negare le circostanze attenuanti generiche basandosi solo sulla personalità dell’imputato?
Sì. Secondo la Corte, il giudice di merito può legittimamente negare le attenuanti generiche basando la sua decisione anche su un solo elemento ritenuto prevalente tra quelli indicati dall’art. 133 del codice penale, come la personalità negativa del reo, evidenziata da precedenti condanne.

È possibile contestare in Cassazione la congruità della pena decisa dal giudice di merito?
No, non è possibile. La determinazione della pena è una valutazione di merito riservata al giudice delle fasi precedenti. Il ricorso in Cassazione non può mirare a una nuova valutazione della congruità della pena, a meno che la decisione non sia frutto di palese arbitrio o di un ragionamento manifestamente illogico, cosa che in questo caso è stata esclusa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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