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Recidiva nel biennio: vale la sanzione amministrativa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per violazione dell’art. 116 del Codice della Strada. La Corte ha ribadito un principio fondamentale sulla recidiva nel biennio: essa si configura non solo in presenza di una precedente condanna penale, ma anche a seguito di una violazione amministrativa accertata in via definitiva. Di conseguenza, il ricorso, che contestava proprio questo punto e la congruità della pena, è stato respinto in quanto basato su doglianze già esaminate e infondate.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva nel biennio: anche la violazione amministrativa conta

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un importante chiarimento sul concetto di recidiva nel biennio nell’ambito delle violazioni al Codice della Strada. La Suprema Corte ha stabilito che per configurare tale aggravante non è necessaria una precedente condanna penale irrevocabile, ma è sufficiente un accertamento definitivo di una precedente violazione amministrativa. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica per tutti gli automobilisti.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato in primo e secondo grado per un reato previsto dall’articolo 116 del Codice della Strada. L’imputato, tramite il suo difensore, aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello lamentando, tra le altre cose, un’errata applicazione della legge riguardo alla contestazione della recidiva e il mancato riconoscimento del minimo della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che le lamentele del ricorrente fossero una semplice riproposizione di argomenti già adeguatamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello con una motivazione congrua e priva di vizi logici.

Le motivazioni: la recidiva nel biennio e le sanzioni

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione del concetto di recidiva nel biennio. Il ricorrente sosteneva che non si potesse parlare di recidiva in assenza di una precedente sentenza di condanna penale passata in giudicato. La Cassazione, al contrario, ha confermato il proprio consolidato orientamento, secondo cui la “recidiva nel biennio” si configura non solo in caso di accertamento giudiziale irrevocabile, ma anche quando risulti una precedente violazione amministrativa definitivamente accertata nello stesso arco temporale. La Corte ha sottolineato come la definitività di tale precedente accertamento fosse stata puntualmente argomentata nella sentenza impugnata.

La Valutazione della Pena

Anche le censure relative alla determinazione della pena e alla mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche sono state respinte. La Corte ha evidenziato che la decisione del giudice di merito era supportata da una motivazione adeguata, che faceva riferimento alla “negativa personalità dell’imputato” e all’assenza di elementi positivi che potessero giustificare un trattamento sanzionatorio più mite. I giudici di legittimità hanno colto l’occasione per ribadire un principio cardine: nel giudizio di Cassazione non è ammessa una nuova valutazione sulla congruità della pena, a meno che la determinazione non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, eventualità esclusa nel caso di specie.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

L’ordinanza in esame consolida un principio di notevole importanza: ai fini della recidiva, una multa per una violazione al Codice della Strada, una volta divenuta definitiva (ad esempio per mancata opposizione), ha lo stesso peso di una condanna penale. Gli automobilisti devono quindi essere consapevoli che anche le sanzioni amministrative possono avere conseguenze significative in caso di future infrazioni, portando a un inasprimento della pena. La decisione sottolinea inoltre la discrezionalità del giudice di merito nella valutazione della personalità dell’imputato ai fini della concessione delle attenuanti e della commisurazione della pena, un potere sindacabile in sede di legittimità solo in caso di palese irragionevolezza.

Quando si configura la “recidiva nel biennio” secondo la Corte di Cassazione?
Secondo la Corte, la recidiva nel biennio si configura non solo in caso di un precedente accertamento giudiziale irrevocabile (condanna penale), ma anche quando risulta una precedente violazione amministrativa definitivamente accertata nello stesso arco di tempo.

Perché la Corte non ha concesso le circostanze attenuanti generiche?
Le circostanze attenuanti generiche non sono state concesse perché la Corte di merito ha motivato la sua decisione evidenziando la negativa personalità dell’imputato e l’assenza di elementi positivi idonei a giustificare la concessione di tale beneficio.

La Corte di Cassazione può riesaminare la congruità della pena decisa nei gradi precedenti?
No, nel giudizio di cassazione è inammissibile una censura che miri a una nuova valutazione della congruità della pena, a meno che la sua determinazione non sia il risultato di un mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che non è avvenuta in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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