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Recidiva nel biennio: basta il verbale, non serve la sentenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per una violazione del Codice della Strada in stato di recidiva nel biennio. La Corte ha stabilito che per provare la recidiva non è necessaria una sentenza passata in giudicato sulla precedente violazione, ma è sufficiente qualsiasi elemento di prova, come il verbale di contestazione, se l’imputato non dimostra di averlo impugnato.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva nel Biennio: Non Serve la Sentenza Definitiva per la Prova

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di violazioni del Codice della Strada: per dimostrare la recidiva nel biennio non è necessaria una sentenza definitiva che accerti la precedente infrazione. Questo chiarimento ha importanti implicazioni pratiche per gli automobilisti e per la gestione dei procedimenti sanzionatori. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un conducente, confermando la sua condanna e specificando quali elementi di prova siano sufficienti a configurare la reiterazione dell’illecito.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Violazione del Codice della Strada

Il caso trae origine dalla condanna di un automobilista da parte del Tribunale di Chieti, successivamente confermata dalla Corte d’Appello de L’Aquila, per una contravvenzione prevista dall’art. 116 del Codice della Strada. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una presunta violazione di legge. In particolare, sosteneva che non vi fosse prova sufficiente per dimostrare la sussistenza della recidiva nel biennio, elemento che aggrava la sanzione.

Secondo la difesa, mancava un accertamento giudiziale irrevocabile della precedente violazione, ritenuto indispensabile per poter contestare la recidiva. Il ricorso mirava a far cadere l’aggravante e, di conseguenza, a ottenere una pena più mite.

La Decisione sulla Prova della Recidiva nel Biennio

La Corte di Cassazione ha respinto la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il motivo del ricorso era una semplice ripetizione di quanto già discusso e respinto dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire un orientamento giurisprudenziale consolidato, ma spesso fonte di dubbi.

Il punto centrale della decisione è che, per provare la recidiva nel biennio, non è necessario attendere che la sentenza sulla prima violazione diventi definitiva. È sufficiente, invece, qualsiasi elemento di prova che attesti l’infrazione precedente, unito alla mancata dimostrazione, da parte del ricorrente, di aver intrapreso azioni per contestarla.

Le Motivazioni della Corte: La Prova della Recidiva

La Corte ha spiegato che la prova della definitività della precedente violazione non deve necessariamente derivare da un accertamento giudiziale irrevocabile. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente fatto riferimento al verbale di contestazione di una violazione analoga, commessa dall’imputato il 12 novembre 2019.

I giudici hanno evidenziato che l’onere di provare di aver contestato tale verbale (ad esempio, presentando ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace) o di aver richiesto il pagamento in misura ridotta (oblazione), gravava sull’imputato. In assenza di tale prova contraria, il verbale di contestazione è stato considerato un elemento sufficiente a dimostrare la precedente infrazione e, di conseguenza, a configurare la recidiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Automobilisti

Questa ordinanza conferma un principio di notevole importanza pratica. Chi commette una violazione del Codice della Strada non può fare affidamento sui lunghi tempi della giustizia per evitare le conseguenze della recidiva. Un verbale di contestazione non impugnato è a tutti gli effetti una prova valida della violazione. Pertanto, chi riceve una multa per un’infrazione che può portare a conseguenze penali in caso di ripetizione (come la guida senza patente) deve agire tempestivamente: o pagando la sanzione o impugnandola nelle sedi opportune. Ignorare il verbale, sperando che non diventi mai “definitivo” a livello giudiziario, è una strategia rischiosa che non impedisce la contestazione della recidiva in un futuro procedimento.

Per dimostrare la recidiva nel biennio per una violazione del Codice della Strada è necessaria una sentenza definitiva sulla precedente infrazione?
No, secondo l’orientamento consolidato della Cassazione, non è necessario che la prova della definitività della precedente violazione risulti da un accertamento giudiziale irrevocabile.

Quale tipo di prova è sufficiente per accertare la recidiva nel biennio in questi casi?
È sufficiente un qualunque elemento di prova, come il verbale di contestazione della precedente violazione, specialmente se l’imputato non fornisce prove contrarie (ad esempio, la prova di aver presentato ricorso).

Cosa deve fare l’imputato per contestare l’accusa di recidiva?
L’imputato deve fornire la prova di aver contestato la sanzione precedente, ad esempio dimostrando di aver presentato un ricorso contro il verbale o di aver fatto richiesta di oblazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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