LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva: motivazione sintetica e inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 10782/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso contro il riconoscimento della recidiva. Secondo la Corte, la motivazione sintetica della Corte d’Appello sulla propensione a delinquere dell’imputato è sufficiente a giustificare la decisione, rendendo il motivo di ricorso manifestamente infondato e comportando la condanna alle spese.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva: Quando la Motivazione Sintetica è Sufficiente per la Cassazione

L’applicazione della recidiva nel diritto penale rappresenta un tema delicato, che richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di motivazione necessari per giustificare tale aggravante. Vediamo come una motivazione, seppur breve, possa essere considerata sufficiente a rendere inammissibile un ricorso.

Il Caso in Esame: Un Ricorso contro il Riconoscimento della Recidiva

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il fulcro della contestazione era il riconoscimento della recidiva qualificata, come previsto dall’articolo 99, quarto comma, del codice penale. Secondo la difesa, la Corte territoriale non aveva adeguatamente motivato le ragioni per cui riteneva sussistente una maggiore pericolosità sociale del condannato, tale da giustificare l’aumento di pena.

La Decisione della Suprema Corte: Inammissibilità per Manifesta Infondatezza

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La ragione di tale decisione risiede nella manifesta infondatezza del motivo presentato. Secondo gli Ermellini, la Corte d’Appello, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, aveva fornito una motivazione adeguata. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: La validità della motivazione sulla recidiva

Il punto centrale dell’ordinanza è la valutazione della sufficienza della motivazione. La Cassazione ha rilevato che la Corte d’Appello, pur esprimendosi in modo sintetico, aveva chiaramente indicato le ragioni dalle quali desumere la ‘propensione a delinquere’ dell’imputato. Questo elemento è cruciale: non è la lunghezza della motivazione a determinarne la validità, ma la sua capacità di esplicitare il percorso logico-giuridico seguito dal giudice. Se dal testo della sentenza di merito emergono, anche in forma concisa, gli elementi fattuali e giuridici che sostengono la valutazione sulla pericolosità del reo, la motivazione deve ritenersi corretta. Pertanto, un ricorso che si limiti a lamentare la brevità della motivazione, senza individuare vizi logici o violazioni di legge, risulta manifestamente infondato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del processo penale: l’inammissibilità del ricorso non è solo una sanzione processuale, ma anche un filtro contro le impugnazioni pretestuose. L’ordinanza insegna che, ai fini del riconoscimento della recidiva, la motivazione non deve essere prolissa, ma deve essere chiara nell’indicare perché i precedenti penali del soggetto sono sintomatici di una sua concreta e attuale propensione a commettere nuovi reati. Per la difesa, ciò significa che l’impugnazione deve concentrarsi su specifiche carenze argomentative o errori di diritto, e non sulla mera sinteticità dell’esposizione del giudice di merito.

È possibile contestare in Cassazione il riconoscimento della recidiva?
Sì, ma il motivo di ricorso non deve essere manifestamente infondato. In questo caso, la Corte ha ritenuto che la contestazione fosse infondata perché la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione, seppur sintetica, sufficiente.

Una motivazione ‘sintetica’ da parte di una Corte d’Appello è sempre valida?
Secondo questa ordinanza, una motivazione sintetica può essere considerata valida se riesce a esplicitare le ragioni essenziali della decisione, come in questo caso in cui sono state indicate le ragioni per desumere la propensione a delinquere dell’imputato.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questa vicenda è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati