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Recidiva infraquinquennale: Cassazione e prescrizione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28253/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la corretta applicazione della recidiva infraquinquennale. La Corte ha ribadito che la commissione di un reato entro cinque anni da una condanna precedente comporta un aumento di metà del termine di prescrizione, al quale si aggiungono eventuali periodi di sospensione, come quelli previsti per l’emergenza COVID-19. Di conseguenza, il reato non era ancora prescritto.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Infraquinquennale e Prescrizione: La Cassazione Fa Chiarezza

La recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale offre un’importante lezione sugli effetti della recidiva infraquinquennale nel calcolo della prescrizione del reato. Quando un soggetto commette un nuovo illecito entro cinque anni da una condanna precedente, le conseguenze procedurali possono essere significative, posticipando notevolmente il termine entro cui lo Stato può perseguire il crimine. Analizziamo insieme questa decisione per capire la sua portata.

Il Caso in Esame

I fatti riguardano un individuo che ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente contestava il calcolo del termine di prescrizione del reato per cui era stato condannato. A suo avviso, il tempo trascorso era sufficiente per estinguere il reato. La questione centrale, tuttavia, verteva sull’applicazione della cosiddetta recidiva infraquinquennale, contestata dal suo difensore come erroneamente applicata dai giudici di merito.

L’impatto della recidiva infraquinquennale sulla prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo infondate le doglianze del ricorrente. La decisione si basa su una valutazione chiara e rigorosa della normativa vigente, confermando l’operato della Corte territoriale. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse correttamente considerato applicabile l’aggravante della recidiva infraquinquennale, dato che l’imputato aveva commesso i nuovi fatti entro il quinquennio dalla precedente condanna. Questo elemento è cruciale per comprendere l’esito del procedimento.

La Decisione della Corte

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda sulla corretta applicazione delle norme che regolano la prescrizione in presenza di recidiva.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è lineare. L’applicazione della recidiva infraquinquennale ha comportato un aumento di metà della durata del termine di prescrizione. Nel caso specifico, il termine base di 6 anni è stato esteso a 9 anni. A questo periodo già prolungato, i giudici hanno aggiunto ulteriori 64 giorni, corrispondenti a un periodo di sospensione dei termini processuali dovuto alla legislazione emergenziale per il COVID-19. Eseguendo questo calcolo, la Corte ha stabilito che la data di estinzione del reato era fissata al 23 novembre 2025. Al momento della decisione, quindi, il reato non era affatto prescritto. L’evidenza matematica e giuridica ha reso il ricorso privo di qualsiasi fondamento, conducendo inevitabilmente alla sua declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento penale: la recidiva non è una mera etichetta, ma un istituto con effetti concreti e severi. La recidiva infraquinquennale, in particolare, allunga in modo sostanziale i tempi della giustizia, impedendo che il decorso del tempo cancelli reati commessi da chi ha già dimostrato una tendenza a delinquere. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, la lezione è chiara: una precedente condanna non è un capitolo chiuso se seguita da nuovi illeciti entro un breve arco temporale. Le conseguenze, come dimostra questo caso, vanno ben oltre l’eventuale aumento di pena, incidendo profondamente su istituti procedurali come la prescrizione.

Qual è l’effetto della recidiva infraquinquennale sulla prescrizione del reato?
La recidiva infraquinquennale comporta un aumento significativo del termine di prescrizione. Nel caso esaminato, ha causato un aumento di metà, portando il termine base da 6 a 9 anni.

La sospensione dei termini per l’emergenza COVID-19 influisce sul calcolo della prescrizione?
Sì, i periodi di sospensione dei termini processuali, come i 64 giorni previsti dalla disciplina emergenziale per il COVID-19, si sommano al termine di prescrizione, posticipandone ulteriormente la scadenza.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questa vicenda è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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