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Recidiva guida senza patente: quando scatta il reato?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9560/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per guida senza patente con recidiva nel biennio. Il caso chiarisce un punto fondamentale sulla recidiva guida senza patente: per la configurazione del reato, non è necessaria una precedente condanna penale, ma è sufficiente una precedente violazione amministrativa definitivamente accertata. L’inammissibilità del ricorso ha inoltre precluso la possibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Guida Senza Patente: La Violazione Amministrativa Basta per il Reato

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse pratico: la recidiva guida senza patente. La decisione chiarisce in modo definitivo quale tipo di precedente violazione sia sufficiente per trasformare un illecito amministrativo in un vero e proprio reato. Secondo i giudici supremi, non è necessaria una precedente condanna penale; è sufficiente che vi sia stata una violazione amministrativa accertata in via definitiva. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dal ricorso presentato da una donna, condannata sia in primo grado che in appello per il reato previsto dall’articolo 116, comma 15, del Codice della Strada. La violazione penale le era stata contestata in seguito a un controllo avvenuto a novembre 2018. L’elemento che aveva trasformato l’illecito da amministrativo a penale era la sussistenza della recidiva nel biennio, poiché la stessa persona era stata già sanzionata per la medesima infrazione nell’aprile dello stesso anno.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della recidiva guida senza patente

La difesa dell’imputata ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello, lamentando una motivazione illogica e contraddittoria proprio sull’accertamento della recidiva. Secondo la tesi difensiva, la prima violazione, avendo natura puramente amministrativa, non poteva costituire il presupposto per la configurazione del reato. In subordine, la difesa chiedeva che venisse dichiarata l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno spiegato, con estrema chiarezza, che il ragionamento della Corte d’Appello era pienamente corretto.

La Corte ha richiamato un suo consolidato orientamento (in particolare la sentenza n. 27504 del 2017), secondo cui la normativa introdotta con il D.Lgs. n. 8 del 2016, nel disciplinare la fattispecie penale di guida senza patente “nell’ipotesi di recidiva nel biennio”, ha inteso dare rilevanza non solo a un precedente accertamento giudiziale irrevocabile, ma anche a una precedente violazione amministrativa che sia stata “definitivamente accertata”. La violazione dell’aprile 2018, essendo ormai definitiva, costituiva un valido e solido presupposto per contestare la natura penale della successiva condotta del novembre 2018.

Un’altra conseguenza fondamentale della decisione riguarda la prescrizione. La Cassazione ha ribadito un principio cardine del diritto processuale penale: la dichiarazione di inammissibilità del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale di impugnazione. Questa barriera procedurale preclude al giudice la possibilità di rilevare e dichiarare eventuali cause di non punibilità, come la prescrizione del reato. Di conseguenza, la richiesta subordinata della difesa non ha potuto trovare accoglimento.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un’interpretazione rigorosa in materia di recidiva guida senza patente. La lezione pratica è chiara: chi viene sanzionato per guida senza patente non deve sottovalutare le conseguenze di una seconda infrazione. Non è necessario attendere una condanna penale perché scatti il reato: è sufficiente che la prima sanzione amministrativa diventi definitiva. Questa decisione sottolinea inoltre le gravi conseguenze processuali di un ricorso inammissibile, che può precludere l’applicazione di istituti favorevoli all’imputato, come la prescrizione.

Per far scattare il reato di guida senza patente con recidiva nel biennio, la prima violazione deve essere una condanna penale?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che, ai fini della recidiva, è sufficiente che vi sia stata una precedente violazione amministrativa per la stessa infrazione, purché sia stata “definitivamente accertata”.

Se un ricorso in Cassazione è palesemente infondato, il giudice può comunque dichiarare la prescrizione del reato?
No. Secondo l’ordinanza, la manifesta infondatezza del ricorso ne determina l’inammissibilità. Tale declaratoria impedisce la formazione di un valido rapporto di impugnazione e preclude alla Corte la possibilità di rilevare e dichiarare cause di non punibilità, inclusa la prescrizione.

Qual è la conseguenza economica per chi presenta un ricorso inammissibile in Cassazione?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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