LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Recidiva guida senza patente: quando è reato?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9553/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per il reato di guida senza patente. Il caso verteva sulla nozione di recidiva guida senza patente, che trasforma l’illecito da amministrativo a penale. La Corte ha confermato che, ai fini della recidiva nel biennio, rileva non solo un precedente accertamento giudiziale irrevocabile, ma anche una precedente violazione amministrativa divenuta definitiva. La decisione ha inoltre ribadito che il diniego delle attenuanti generiche può essere giustificato dalla negativa personalità dell’imputato e dalla ripetitività delle condotte.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Guida Senza Patente: Quando una Multa si Trasforma in Reato?

La guida senza patente, depenalizzata nel 2016, non è sempre e solo un illecito amministrativo. La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 9553/2024, torna a fare chiarezza su un punto cruciale: la recidiva guida senza patente. Questa pronuncia conferma un orientamento consolidato, spiegando come una precedente violazione, anche se solo amministrativa, possa costituire il presupposto per far scattare la sanzione penale in caso di reiterazione della condotta. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un automobilista condannato nei primi due gradi di giudizio per plurime violazioni dell’art. 116, comma 15, del Codice della Strada, commesse in un breve arco temporale nel 2020. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due principali vizi della sentenza d’appello:

1. Un’erronea qualificazione giuridica del fatto, sostenendo che non sussistessero i presupposti per la recidiva guida senza patente.
2. Una motivazione carente in merito al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

L’imputato, infatti, era già stato sanzionato per la stessa infrazione nel 2018, ma tale violazione si era definita in via amministrativa. Il punto centrale del ricorso era se tale precedente potesse fondare la recidiva penalmente rilevante per le successive violazioni.

L’Analisi della Corte sulla Recidiva Guida Senza Patente

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, respingendo entrambe le doglianze. Sul primo punto, quello più rilevante, i giudici hanno ribadito un principio ormai consolidato. La normativa che ha depenalizzato la guida senza patente (D.Lgs. n. 8/2016) ha trasformato l’illecito in amministrativo, ma ha previsto un’eccezione di natura penale “nell’ipotesi di recidiva nel biennio”.

La Cassazione chiarisce che il termine “recidiva” in questo contesto ha un’accezione ampia. Non si riferisce solo a una precedente condanna penale irrevocabile, ma include anche una precedente violazione amministrativa che sia stata accertata in modo definitivo. Nel caso di specie, la violazione del 2018, per la quale erano decorsi i termini per l’impugnazione, costituiva un valido presupposto per considerare le successive condotte del 2020 come reato. Pertanto, la Corte d’Appello aveva correttamente applicato la legge, riconoscendo la sussistenza del reato di recidiva guida senza patente.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso è stato ritenuto infondato. La difesa lamentava che i giudici di merito non avessero adeguatamente motivato il diniego delle attenuanti generiche. La Cassazione ha ricordato che, secondo la sua giurisprudenza costante, il giudice non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singola argomentazione difensiva a favore della concessione delle attenuanti. È sufficiente che indichi gli elementi ritenuti preponderanti per giustificare la decisione.

Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva ampiamente giustificato il diniego facendo riferimento alla “negativa personalità dell’imputato” e alla “gravità dei fatti”, desunta dalla “ripetitività delle condotte trasgressive”. Questa motivazione è stata considerata del tutto adeguata e immune da censure.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni della difesa non erano in grado di scalfire la correttezza logico-giuridica della sentenza impugnata. La qualificazione del fatto come reato di recidiva guida senza patente era corretta, in quanto fondata su un precedente illecito amministrativo divenuto definitivo nel biennio. Allo stesso modo, la valutazione negativa sulla concessione delle attenuanti era stata motivata in modo congruo, basandosi su elementi concreti come la personalità del reo e la serialità del suo comportamento illecito.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: la prima violazione per guida senza patente può risolversi con una sanzione amministrativa, ma la seconda nel giro di due anni fa scattare il procedimento penale. L’elemento chiave è che il presupposto della recidiva non è necessariamente una sentenza di condanna, ma anche un verbale di accertamento non opposto nei termini di legge. Gli automobilisti devono essere consapevoli che la reiterazione di questa condotta comporta conseguenze significativamente più gravi, trasformando una “semplice” multa in un vero e proprio reato, con tutte le implicazioni che ne derivano, inclusa l’iscrizione nel casellario giudiziale.

Quando la guida senza patente diventa un reato penale?
La guida senza patente diventa un reato quando la violazione viene commessa una seconda volta nell’arco di due anni (recidiva nel biennio) da una precedente violazione per la stessa infrazione.

Una multa per guida senza patente può contare come precedente per la recidiva penale?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la recidiva penalmente rilevante non si configura solo in caso di precedente condanna penale, ma anche quando risulta una precedente violazione amministrativa accertata in via definitiva nel biennio.

Perché la Corte ha negato le attenuanti generiche in questo caso?
La Corte ha ritenuto giustificato il diniego delle attenuanti generiche a causa della negativa personalità dell’imputato e della gravità dei fatti, dimostrata dalla ripetitività delle violazioni commesse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati