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Recidiva facoltativa: la motivazione del giudice

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22880/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso, soffermandosi sui criteri di motivazione per la recidiva facoltativa. La Corte ha ribadito che, anche una motivazione sintetica è sufficiente se il giudice dimostra che la nuova condotta rappresenta una prosecuzione di un percorso criminale già avviato. È stata inoltre confermata la legittimità della decisione del giudice di merito sul diniego delle attenuanti generiche, se priva di illogicità manifesta.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Facoltativa: Quando la Motivazione del Giudice è Valida?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione getta luce su un aspetto cruciale del diritto penale: la recidiva facoltativa e l’obbligo di motivazione da parte del giudice. Questa decisione sottolinea come, in tema di recidiva, una motivazione specifica sia sempre richiesta, ma possa essere ritenuta valida anche se espressa in forma sintetica, purché logica e coerente. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante provvedimento.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte di Appello. I motivi principali di doglianza riguardavano due aspetti fondamentali: la presunta carenza di motivazione in merito all’applicazione della recidiva facoltativa e il diniego delle attenuanti generiche. L’appellante sosteneva che i giudici di secondo grado non avessero adeguatamente giustificato le ragioni per cui ritenevano sussistente l’aggravante della recidiva, né quelle per cui avevano deciso di non concedere le attenuanti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto infondate le censure del ricorrente, confermando la correttezza dell’operato della Corte di Appello. La decisione si basa su principi giurisprudenziali consolidati, sia per quanto riguarda la motivazione sulla recidiva, sia per la valutazione delle attenuanti generiche. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte sulla recidiva facoltativa

Il cuore della pronuncia risiede nelle argomentazioni relative alla recidiva facoltativa. La Cassazione ha richiamato il proprio orientamento costante, secondo cui il giudice ha l’obbligo di fornire una motivazione specifica sia quando afferma sia quando esclude la sussistenza di tale aggravante.

Tuttavia, questo obbligo può considerarsi adempiuto anche attraverso un’argomentazione succinta. L’importante è che il giudice dia conto del fatto che la nuova condotta delittuosa non sia un episodio isolato, ma si inserisca in un più ampio e persistente “processo delinquenziale” già avviato dal soggetto. Nel caso di specie, la Corte di Appello aveva fornito una motivazione ritenuta “congrua ed esaustiva”, giustificando adeguatamente la sua decisione.

Per quanto riguarda il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, la Cassazione ha ribadito un altro principio fondamentale: la valutazione del giudice di merito su questo punto è insindacabile in sede di legittimità, a meno che non sia viziata da una “manifesta illogicità”. Poiché la motivazione fornita dalla Corte territoriale era esente da tali vizi, anche questa doglianza è stata respinta.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma due importanti principi per la pratica legale. In primo luogo, la motivazione sulla recidiva facoltativa non richiede trattazioni prolisse, ma deve essere chiara nel collegare il nuovo reato al passato criminale dell’imputato, evidenziandone la pericolosità sociale. In secondo luogo, le decisioni sulle attenuanti generiche godono di un’ampia discrezionalità del giudice di merito, e possono essere contestate in Cassazione solo in casi di palese irrazionalità. La decisione ribadisce quindi la necessità per la difesa di articolare ricorsi che attacchino la logicità del ragionamento del giudice, piuttosto che il merito della sua valutazione discrezionale.

Cosa deve fare un giudice per motivare correttamente la recidiva facoltativa?
Deve fornire una motivazione specifica, anche se sintetica, che spieghi perché la nuova condotta criminale costituisce una significativa prosecuzione di un percorso delinquenziale già intrapreso dall’imputato.

La decisione di non concedere le attenuanti generiche può essere contestata in Cassazione?
Sì, ma solo se la motivazione del giudice è affetta da una “manifesta illogicità”. La Corte di Cassazione non può riesaminare il merito della decisione, ma solo controllarne la coerenza logica e l’assenza di vizi.

Quali sono le conseguenze se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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