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Recidiva e precedenti penali: quando l’appello è negato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La decisione si fonda sulla presenza di numerosi e gravi precedenti penali, che hanno giustificato l’applicazione della recidiva e il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha ritenuto irrilevante la richiesta di escludere una delle condanne precedenti, poiché le altre erano sufficienti a delineare un quadro di pericolosità sociale. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva e precedenti penali: La Cassazione chiarisce i limiti per le attenuanti

In materia penale, la valutazione del passato di un imputato gioca un ruolo cruciale nella determinazione della pena. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha ribadito come la recidiva e precedenti penali di un individuo possano precludere l’accesso a benefici come le attenuanti generiche, rendendo di fatto inattaccabile la decisione dei giudici di merito. L’analisi di questo caso offre spunti importanti su come la personalità dell’imputato, desunta dalla sua storia criminale, influenzi l’esito del processo.

I fatti del caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità, previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti. L’imputato, non accettando la sentenza della Corte d’Appello, ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando due vizi principali: l’errata applicazione della recidiva e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo la difesa, una delle condanne precedenti, relativa al più grave reato associativo (art. 74 T.U. Stupefacenti), avrebbe dovuto essere esclusa dal computo per una presunta duplicazione. Di conseguenza, a suo avviso, il quadro complessivo sarebbe dovuto essere riconsiderato in un’ottica più favorevole.

La decisione della Corte sulla recidiva e precedenti penali

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente le argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse fornito una motivazione “ineccepibile” su entrambi i punti contestati. La decisione si fonda su un principio chiaro: la valutazione della personalità dell’imputato e della sua pericolosità sociale non può prescindere dall’analisi completa del suo curriculum criminale.

Le motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nella consistenza dei precedenti a carico dell’imputato. La Cassazione ha evidenziato che, anche escludendo ipoteticamente la seconda condanna per il reato associativo, rimanevano a suo carico numerosi e gravi precedenti penali. Tra questi spiccavano una prima condanna sempre per associazione finalizzata al traffico di droga, un omicidio colposo e altre violazioni della legge sugli stupefacenti. Questo quadro, secondo la Corte, era più che sufficiente a giustificare sia l’applicazione della recidiva sia il diniego delle attenuanti generiche. I giudici hanno quindi ritenuto che la Corte territoriale avesse correttamente considerato la personalità dell’imputato, le modalità dei fatti e i suoi precedenti, anche di polizia, per formulare un giudizio negativo sulla concessione di qualsiasi beneficio. La richiesta della difesa è stata quindi vista come un tentativo di rimettere in discussione una valutazione di merito, insindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Le conclusioni

L’ordinanza conferma un orientamento consolidato: la presenza di un passato criminale significativo, specialmente se caratterizzato da reati della stessa indole, rende estremamente arduo ottenere una mitigazione della pena. La valutazione sulla recidiva e precedenti penali non è un mero calcolo aritmetico, ma un giudizio complessivo sulla personalità del reo. Per i professionisti del diritto e per i cittadini, questa pronuncia ribadisce che un percorso criminale consolidato costituisce un ostacolo quasi insormontabile per ottenere un trattamento sanzionatorio più mite, poiché dimostra una persistente inclinazione a delinquere che il sistema giudiziario è tenuto a considerare con rigore.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello, sia sull’applicazione della recidiva che sul diniego delle attenuanti generiche, fosse logica e priva di vizi, basandosi sui numerosi precedenti penali dell’imputato.

I precedenti penali possono sempre giustificare il diniego delle attenuanti generiche?
Sì, secondo questa ordinanza, un quadro di precedenti penali gravi e numerosi è un elemento sufficiente per motivare il diniego delle attenuanti generiche, in quanto permette al giudice di formulare un giudizio negativo sulla personalità dell’imputato e sulla sua capacità a delinquere.

Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
A norma dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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