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Recidiva e pena: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha confermato la valutazione sulla recidiva e pena, ritenendo i motivi del ricorso manifestamente infondati e non in linea con la motivazione della sentenza d’appello.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva e Pena: La Cassazione e i Limiti del Ricorso

Un’ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, specialmente quando questi vertono su aspetti discrezionali del giudice di merito come la valutazione della recidiva e pena. Nel caso esaminato, un ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti sono stati giudicati manifestamente infondati e non confrontati con la puntuale motivazione della sentenza impugnata. Analizziamo insieme la decisione per comprendere i principi applicati.

I Fatti del Caso: La Condanna per Resistenza

La vicenda processuale ha origine dalla conferma, da parte della Corte d’appello di Napoli, della responsabilità penale di un individuo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 337 del codice penale. L’imputato, non accettando la decisione di secondo grado, ha proposto ricorso per cassazione, affidandolo a tre specifici motivi.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha contestato la sentenza d’appello lamentando:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione sulla recidiva: Si contestava il modo in cui i giudici avevano ritenuto la recidiva reiterata.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si lamentava che le attenuanti generiche, pur concesse, non fossero state applicate nella loro massima estensione.
3. Eccessività della pena: L’imputato riteneva la pena inflitta sproporzionata.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi della Recidiva e Pena

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando punto per punto le doglianze dell’imputato e qualificandole come manifestamente infondate. Vediamo nel dettaglio le motivazioni della Suprema Corte.

La Corretta Valutazione della Recidiva

Sul primo punto, la Corte ha osservato che la sentenza d’appello aveva ampiamente e correttamente motivato la decisione di considerare la recidiva. I giudici di merito avevano infatti fatto riferimento ai precedenti penali a carico dell’imputato, ritenendoli chiari indicatori della sua personalità criminosa. La critica mossa nel ricorso, secondo la Cassazione, non si confrontava con queste specifiche argomentazioni, risultando generica e infondata.

Il Bilanciamento delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo è stato giudicato “mal posto”. La Corte ha sottolineato che le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.) erano state effettivamente concesse. Il vero punto di contestazione avrebbe dovuto essere il giudizio di bilanciamento tra le attenuanti e l’aggravante della recidiva. Tuttavia, anche su questo aspetto, i giudici di secondo grado avevano confermato il bilanciamento operato in primo grado, basandosi proprio sulla recidiva e sulla personalità dell’imputato. Questa valutazione, essendo congruamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.

La Congruità della Pena Inflitta

Infine, riguardo alla presunta eccessività della pena, la Cassazione ha evidenziato un errore di fondo nel ricorso. L’imputato lamentava una pena non pari al minimo edittale, ma la pena di sei mesi inflitta corrispondeva esattamente al minimo previsto dalla legge per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Pertanto, anche questo motivo era palesemente infondato.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: per essere ammissibile, un ricorso per cassazione non può limitarsi a riproporre genericamente le proprie tesi, ma deve confrontarsi criticamente e puntualmente con la motivazione della sentenza che si intende impugnare. La valutazione di elementi come la recidiva e pena, quando supportata da una motivazione logica e coerente da parte del giudice di merito, non è facilmente scalfibile in sede di legittimità. La decisione conferma che un ricorso basato su motivi pretestuosi o palesemente infondati conduce non solo all’inammissibilità, ma anche alla condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la manifesta infondatezza dei motivi proposti, i quali non tenevano conto della motivazione contenuta nella sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione ha annullato la valutazione sulla recidiva?
No, la Corte ha confermato che la Corte d’appello aveva motivato adeguatamente la decisione di considerare la recidiva reiterata, basandosi sui precedenti penali dell’imputato che ne dimostravano la personalità criminosa.

La pena di sei mesi è stata considerata eccessiva?
No, la Corte ha chiarito che la pena di sei mesi corrisponde al minimo edittale previsto per il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.), e quindi la doglianza era infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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