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Recidiva e obbligo di motivazione: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3346/2024, ha annullato con rinvio una decisione della Corte di Appello per difetto di motivazione sulla recidiva. Un imputato, condannato per reati legati agli stupefacenti, aveva presentato appello fornendo prove di un cambiamento nel suo stile di vita e di un’attività lavorativa stabile. La Corte di Appello, tuttavia, non ha fornito una risposta adeguata a questi specifici rilievi. La Cassazione ha stabilito che il giudice di secondo grado non può limitarsi a formule di stile ma deve esaminare nel merito gli argomenti difensivi, soprattutto se decisivi per la valutazione della pericolosità sociale e l’applicazione della recidiva. Di conseguenza, il punto è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva: La Cassazione Sottolinea l’Indispensabile Obbligo di Motivazione del Giudice

La recente sentenza n. 3346/2024 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale nel diritto penale: la valutazione della recidiva non può essere un mero automatismo formale. Quando la difesa presenta argomenti specifici e prove di un cambiamento di vita dell’imputato, il giudice d’appello ha il dovere di fornire una motivazione puntuale e non può trincerarsi dietro formule generiche. In caso contrario, la sentenza è viziata e deve essere annullata sul punto.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato in primo e secondo grado per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La Corte di appello di Roma, pur riformando parzialmente la pena, confermava la sua responsabilità penale. Contro questa decisione, il difensore dell’imputato proponeva ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui una cruciale relativa alla valutazione della recidiva.

I Motivi del Ricorso: Focus sulla Recidiva

La difesa sosteneva che la Corte di Appello avesse errato nel non escludere la recidiva, nonostante uno specifico motivo di appello. In particolare, l’imputato aveva evidenziato due punti chiave:

1. La natura e la risalenza nel tempo del suo precedente penale.
2. La produzione di documenti che attestavano un’attività lavorativa stabile, a dimostrazione di una “netta cesura” rispetto al suo passato criminale e, quindi, di una ridotta pericolosità sociale.

L’appellante lamentava che il giudice di secondo grado avesse completamente ignorato questi argomenti, omettendo di fornire una qualsiasi risposta nel merito.

L’Analisi della Corte sulla Mancata Motivazione

La Corte di Cassazione ha accolto questo motivo di ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno richiamato il principio consolidato (ius receptum) secondo cui, se l’appellante si limita a riproporre questioni già esaminate e risolte, il giudice può motivare anche per relationem, cioè richiamando la sentenza di primo grado.

Tuttavia, quando vengono formulate censure specifiche, che introducono nuovi rilievi o mettono in discussione le valutazioni del primo giudice, la Corte d’appello ha l’obbligo di fornire una motivazione autonoma e approfondita. Respingere tali deduzioni con “formule di stile” o “assunti meramente assertivi” costituisce un vizio di motivazione.

Le motivazioni della decisione

Nel caso di specie, la difesa aveva presentato rilievi “specifici e decisivi” riguardo alla ritenuta pericolosità sociale dell’imputato, censurando la valutazione del primo giudice. La Corte di appello, benché onerata di rispondere, ha omesso di farlo. Questa omissione ha reso la motivazione della sentenza carente su un punto essenziale del trattamento sanzionatorio. La Cassazione ha sottolineato che la valutazione sulla recidiva impone al giudice un esame sostanziale e non solo formale della carriera criminale del reo e della sua attuale condizione. Pertanto, l’aver ignorato le prove di un reinserimento lavorativo e sociale ha costituito un vizio insanabile.

Le conclusioni

Per questi motivi, la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla valutazione della recidiva, rinviando il caso a un’altra Sezione della Corte di appello di Roma per un nuovo giudizio sul punto. Gli altri motivi relativi al trattamento sanzionatorio sono stati dichiarati assorbiti, in quanto dipendenti dalla nuova valutazione che verrà fatta sulla recidiva. Questa decisione rafforza la garanzia del diritto di difesa e il principio secondo cui ogni aspetto della condanna, specialmente quelli con un impatto così significativo sulla pena, deve essere sorretto da una motivazione completa, logica e rispondente alle specifiche argomentazioni delle parti.

Può un giudice d’appello ignorare le prove di reinserimento sociale presentate dall’imputato quando valuta la recidiva?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice d’appello ha l’obbligo di rispondere in modo specifico a tali argomenti, soprattutto se decisivi. Omettere una risposta costituisce un vizio di motivazione che porta all’annullamento della sentenza su quel punto.

È sufficiente che il giudice confermi la recidiva basandosi solo sui precedenti penali formali?
No. La sentenza chiarisce che il giudice deve considerare anche elementi sostanziali, come la natura e l’epoca del reato precedente e le prove di un’eventuale “netta cesura” rispetto al comportamento passato, qualora tali questioni vengano sollevate specificamente dalla difesa.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza “con rinvio” su un punto specifico come la recidiva?
La sentenza non viene annullata completamente. La condanna per il reato resta valida, ma il caso ritorna a un’altra sezione dello stesso giudice che ha emesso la sentenza (in questo caso, la Corte di appello). Questo nuovo giudice dovrà riesaminare solo il punto specifico indicato dalla Cassazione (la valutazione della recidiva), fornendo una motivazione adeguata. L’esito di questa nuova valutazione potrebbe portare a una modifica della pena finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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