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Recidiva e evasione: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il reato di evasione. Il ricorso contestava il riconoscimento della recidiva, ma è stato ritenuto generico e infondato. La Corte ha confermato che la valutazione della recidiva si basa non solo sui precedenti penali, ma anche sulla natura del nuovo reato, che in questo caso dimostrava un’accresciuta pericolosità sociale del soggetto.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva e Evasione: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’applicazione della recidiva è un tema cruciale nel diritto penale, poiché incide direttamente sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su come viene valutata, specialmente in relazione a reati come l’evasione. La decisione sottolinea che un ricorso, per essere accolto, deve confrontarsi in modo specifico e puntuale con le motivazioni della sentenza impugnata, altrimenti rischia di essere dichiarato inammissibile.

Il Caso in Esame: Evasione e Ricorso in Cassazione

Il caso analizzato riguarda un individuo condannato dalla Corte d’Appello per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. Contro questa sentenza, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sollevando un’unica questione: il presunto errore nel riconoscimento della recidiva.

Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe sbagliato nel considerare l’imputato come soggetto recidivo, un’aggravante che comporta un trattamento sanzionatorio più severo. Il ricorso, tuttavia, è stato esaminato dalla Suprema Corte, che lo ha giudicato con esito negativo.

La Valutazione della Recidiva nel Ricorso

Il motivo di ricorso è stato ritenuto dalla Cassazione ‘generico e manifestamente infondato’. Questo giudizio si basa sul fatto che l’atto di impugnazione non contestava in modo efficace e dettagliato le argomentazioni della Corte d’Appello. La difesa si era limitata a una critica generale, senza entrare nel merito della logica seguita dai giudici di secondo grado.

La Corte d’Appello, infatti, aveva fornito una motivazione corretta ed esaustiva per giustificare il riconoscimento della recidiva. Tale motivazione non si fondava unicamente sulla semplice esistenza di precedenti penali a carico dell’imputato, ma andava oltre.

La Pericolosità Sociale come Criterio di Valutazione

L’elemento chiave della decisione della Corte d’Appello, e confermato dalla Cassazione, è stata la considerazione del reato di evasione come una chiara ‘espressione dell’accresciuta pericolosità a delinquere del ricorrente’. In altre parole, la scelta di sottrarsi a una misura restrittiva della libertà personale è stata interpretata come un sintomo di una maggiore inclinazione a violare la legge, giustificando così un trattamento sanzionatorio più aspro attraverso l’applicazione della recidiva.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha stabilito che il ricorso doveva essere dichiarato inammissibile perché non si confrontava con la motivazione della sentenza impugnata. I giudici di appello avevano correttamente basato il riconoscimento della recidiva non solo sulla presenza di precedenti penali, ma anche su una valutazione concreta del nuovo delitto. Il reato di evasione, per sua natura, dimostra una particolare noncuranza per i provvedimenti dell’autorità giudiziaria e, di conseguenza, una maggiore pericolosità del soggetto. La censura proposta dal ricorrente è risultata quindi generica, in quanto non ha saputo scalfire la solidità logico-giuridica del ragionamento della Corte territoriale. L’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: un ricorso in Cassazione deve essere specifico e puntuale. Non è sufficiente contestare genericamente una decisione, ma è necessario smontare, punto per punto, il ragionamento del giudice che l’ha emessa. Inoltre, la pronuncia conferma che la valutazione sulla recidiva è un giudizio complesso, che tiene conto non solo del passato criminale di un individuo, ma anche della natura e del significato del nuovo reato commesso. Il reato di evasione, in particolare, viene considerato un indicatore significativo di una personalità incline a delinquere, legittimando pienamente l’applicazione dell’aggravante.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando risulta generico, manifestamente infondato e non si confronta in modo specifico con la motivazione, corretta ed esaustiva, della sentenza che si sta impugnando.

Su quali basi può essere fondato il riconoscimento della recidiva?
Secondo questa ordinanza, il riconoscimento della recidiva può fondarsi non solo sulla sussistenza di precedenti penali, ma anche sulla considerazione del nuovo delitto commesso (in questo caso, l’evasione) come espressione di un’accresciuta pericolosità a delinquere del soggetto.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna definitiva del ricorrente e l’obbligo di pagare le spese processuali e una somma di denaro stabilita dal giudice (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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