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Recidiva e attenuanti: no prevalenza, ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava il mancato prevalere delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata. La Corte ha ribadito la legittimità costituzionale della norma che impone tale divieto, confermando la decisione dei giudici di merito di considerare le circostanze al massimo equivalenti. Il caso verteva sul corretto bilanciamento tra recidiva e attenuanti generiche in sede di commisurazione della pena.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva e attenuanti generiche: la Cassazione chiarisce i limiti del bilanciamento

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nel diritto penale: il rapporto tra recidiva e attenuanti generiche. La decisione conferma un orientamento consolidato, stabilendo che le attenuanti generiche non possono mai prevalere sulla recidiva reiterata, ma al massimo essere considerate equivalenti. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia e le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma, che aveva confermato la sua condanna a un anno di reclusione e 1.000 euro di multa. La difesa lamentava un vizio di motivazione nella parte in cui i giudici di merito avevano quantificato la pena.

In particolare, il ricorrente contestava la decisione di applicare una pena base superiore al minimo legale e, soprattutto, di aver giudicato le attenuanti generiche equivalenti alla contestata recidiva, anziché prevalenti. Secondo la difesa, questa scelta non aveva permesso un’adeguata riduzione della sanzione.

Il motivo del ricorso: il bilanciamento tra recidiva e attenuanti generiche

Il cuore della questione legale risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 69, quarto comma, del codice penale. Questa norma vieta espressamente al giudice di considerare le attenuanti generiche prevalenti sulla recidiva qualificata, come quella reiterata prevista dall’articolo 99, quarto comma, del codice penale.

L’imputato, attraverso il suo ricorso, ha implicitamente sollevato una questione di legittimità costituzionale di tale divieto, sostenendo che limitasse irragionevolmente il potere del giudice di adeguare la pena alla reale gravità del fatto e alla personalità del reo, in violazione dei principi di uguaglianza e di finalità rieducativa della pena (articoli 3 e 27 della Costituzione).

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 69, quarto comma, del codice penale è già stata più volte ritenuta infondata dalla giurisprudenza.

Secondo la Corte, la norma che impedisce la prevalenza delle attenuanti generiche non è né arbitraria né irragionevole. Si tratta di una scelta precisa del legislatore, finalizzata a dare il giusto peso alla componente soggettiva del reato, specialmente nei casi in cui l’imputato dimostri una particolare inclinazione a delinquere attraverso la ripetizione di condotte illecite. La recidiva reiterata, infatti, segnala una maggiore pericolosità sociale che il legislatore ha inteso sanzionare più severamente, limitando la discrezionalità del giudice nel bilanciamento delle circostanze.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha agito correttamente, limitandosi a dichiarare l’equivalenza tra le attenuanti e l’aggravante, senza poter far prevalere le prime. La decisione è stata quindi ritenuta immune da vizi logici o giuridici.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di commisurazione della pena: la lotta alla recidiva è un obiettivo primario del sistema sanzionatorio penale. Il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva reiterata rappresenta uno strumento con cui l’ordinamento intende contrastare la tendenza a commettere nuovi reati, attribuendo un disvalore maggiore alla condotta di chi persevera nell’illecito. Per gli imputati con precedenti penali specifici, questa decisione conferma che le possibilità di ottenere una significativa riduzione di pena attraverso il riconoscimento delle attenuanti generiche sono legalmente circoscritte, lasciando al giudice un margine di discrezionalità più ristretto.

Le attenuanti generiche possono prevalere sulla recidiva reiterata?
No. La Corte di Cassazione conferma che l’art. 69, comma 4, del codice penale vieta esplicitamente che le attenuanti generiche possano essere considerate prevalenti sulla recidiva reiterata (prevista dall’art. 99, comma 4, cod. pen.). Il giudice può al massimo giudicarle equivalenti.

Perché il divieto di prevalenza delle attenuanti generiche non è considerato incostituzionale?
Secondo la Corte, tale divieto non è manifestamente irragionevole o arbitrario, ma rappresenta una scelta del legislatore per valorizzare la componente soggettiva negativa del reato, ossia la plurima ricaduta del reo in condotte penalmente sanzionate, senza che ciò contrasti con i principi costituzionali.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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