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Recidiva contestata: quando è inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto pluriaggravato. I motivi, incentrati su attenuanti, esclusione della recidiva contestata e pene sostitutive, sono stati giudicati generici e ripetitivi. La Corte ha ribadito i principi sulla valutazione della pericolosità sociale ai fini della recidiva, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva Contestata: I Criteri della Cassazione per l’Inammissibilità del Ricorso

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di furto pluriaggravato, offrendo chiarimenti cruciali sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, con un focus particolare sulla valutazione della recidiva contestata. La decisione sottolinea l’importanza di presentare motivi di ricorso specifici e non meramente ripetitivi delle argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna, confermata in appello, di un individuo per il reato di furto pluriaggravato. L’imputato, ritenendo la sentenza ingiusta, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a tre principali motivi di doglianza volti a ottenere una mitigazione della pena inflitta dalla Corte d’Appello di Catania.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha articolato il ricorso su tre punti fondamentali:

1. Errata valutazione delle circostanze attenuanti: Si contestava la decisione dei giudici di merito di considerare le attenuanti generiche subvalenti rispetto alle aggravanti e di non riconoscere l’attenuante del danno di speciale tenuità.
2. Mancata esclusione della recidiva: Il ricorrente chiedeva l’esclusione della recidiva contestata, ritenendola non applicabile al suo caso.
3. Mancata applicazione di pene sostitutive: Si lamentava la mancata irrogazione della pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità, come alternativa alla detenzione.

L’analisi della Corte sulla recidiva contestata e gli altri motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. L’analisi dei Supremi Giudici ha toccato ogni singolo punto sollevato dalla difesa, evidenziandone la genericità e la mancanza di un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata.

La genericità dei motivi sulle attenuanti

Il primo motivo è stato respinto poiché l’imputato si era limitato a riproporre le stesse questioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ricordato che la Corte territoriale aveva correttamente valutato il “danno criminale nella sua globalità” e operato un giudizio di bilanciamento congruo, tenendo conto del numero di aggravanti, inclusa la recidiva, che evidenziavano la spiccata proclività a delinquere del soggetto.

La questione della recidiva contestata

Anche il secondo motivo, relativo alla recidiva contestata, è stato giudicato palesemente generico e assertivo. La Cassazione ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse correttamente dedotto la particolare capacità a delinquere del ricorrente dal carattere pluriaggravato del reato. A tal proposito, è stato richiamato un importante principio enunciato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 32318/2023): ai fini dell’applicazione della recidiva reiterata, è sufficiente che l’imputato, al momento del nuovo reato, risulti già gravato da più sentenze definitive per reati espressivi di una maggiore pericolosità sociale, senza che sia necessaria una precedente dichiarazione di recidiva semplice. La motivazione della corte di merito è stata quindi ritenuta pienamente in linea con tale orientamento.

Il diniego della pena sostitutiva

Infine, il terzo motivo è stato bocciato perché non si confrontava minimamente con le ragioni per cui la Corte d’Appello aveva già disatteso la richiesta di applicazione dei lavori di pubblica utilità. Anche in questo caso, il ricorso si è rivelato una mera reiterazione di una censura già motivatamente respinta.

Le motivazioni

La motivazione centrale della decisione risiede nel principio secondo cui il ricorso per Cassazione non può essere una semplice riproposizione delle argomentazioni già valutate nei precedenti gradi di giudizio. Per essere ammissibile, un ricorso deve contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone vizi logici o violazioni di legge. In questo caso, i motivi sono stati considerati generici, assertivi e privi della specificità richiesta, trasformando l’impugnazione in un tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito, non consentito in sede di legittimità. La Corte ha riaffermato la correttezza del giudizio di bilanciamento delle circostanze e l’applicazione dei principi consolidati in materia di recidiva, basati sulla valutazione concreta della pericolosità sociale dell’imputato.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per la pratica forense: la redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi approfondita e critica della sentenza impugnata, non una sterile ripetizione delle difese precedenti. La decisione consolida l’orientamento giurisprudenziale sulla recidiva contestata, chiarendo che la sua applicazione si fonda su una valutazione sostanziale della storia criminale e della pericolosità del reo, come desumibile da condanne definitive precedenti. Per gli imputati, ciò significa che la possibilità di ottenere una revisione della condanna in Cassazione è strettamente legata alla capacità di individuare e argomentare vizi specifici nel provvedimento contestato.

Perché il ricorso è stato considerato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché i motivi presentati erano manifestamente infondati, generici e si limitavano a ripetere le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa ha stabilito la Cassazione riguardo alla recidiva contestata?
La Corte ha confermato che, in linea con un principio delle Sezioni Unite, per l’applicazione della recidiva reiterata è sufficiente che l’imputato abbia già riportato più condanne definitive per reati che indicano una maggiore pericolosità sociale, senza che sia necessaria una previa dichiarazione formale di recidiva semplice.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse in misura prevalente perché la Corte d’Appello ha effettuato un corretto giudizio di bilanciamento, dando maggior peso alle numerose circostanze aggravanti, inclusa la recidiva, che dimostravano la spiccata propensione a delinquere dell’imputato e il danno complessivo causato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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