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Recidiva: calcolo prescrizione e attenuanti generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per un reato aggravato dalla recidiva. La Corte ha confermato il corretto calcolo del termine di prescrizione, che deve tener conto degli aumenti di pena per la recidiva e delle sospensioni processuali. Inoltre, ha ribadito che il diniego delle attenuanti generiche è legittimo quando il giudice motiva adeguatamente sulla base della gravità del fatto e della personalità del reo, senza dover analizzare ogni singolo elemento dedotto dalla difesa.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Recidiva: Calcolo della Prescrizione e Diniego delle Attenuanti Generiche secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, offre importanti chiarimenti su temi centrali del diritto penale, quali il calcolo della prescrizione in presenza di recidiva e i criteri per la concessione delle attenuanti generiche. La decisione sottolinea il rigore con cui la giurisprudenza valuta la pericolosità sociale del reo che delinque nuovamente, confermando un approccio severo nel calcolo dei termini e nella valutazione del merito per benefici di legge.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso la sentenza della Corte di Appello di Palermo, che aveva confermato la sua condanna di primo grado per un reato previsto dal Testo Unico Bancario (art. 140 bis d.lgs 385/1993), aggravato dalla recidiva reiterata ed infraquinquennale. L’imputato ha basato il suo ricorso in Cassazione su tre motivi principali: l’avvenuta prescrizione del reato, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e l’errata contestazione della recidiva stessa.

I Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato ha articolato il ricorso sostenendo tre punti chiave:
1. Estinzione del reato per prescrizione: Secondo il ricorrente, il tempo trascorso dalle condotte contestate (le più risalenti al 2014) sarebbe stato sufficiente a far maturare il termine di prescrizione.
2. Vizio di motivazione sulle attenuanti generiche: Si lamentava che la Corte d’Appello avesse negato le attenuanti senza una motivazione adeguata, non considerando la non particolare gravità del fatto e altri elementi soggettivi e oggettivi a favore del reo.
3. Violazione di legge sulla recidiva: La difesa contestava la configurabilità della recidiva nel caso di specie, ritenendola irrilevante ai fini del bilanciamento con altre circostanze.

L’Analisi della Corte e il Calcolo della Prescrizione con Recidiva

La Suprema Corte ha respinto il primo motivo, definendolo manifestamente infondato. I giudici hanno spiegato in dettaglio il calcolo corretto della prescrizione in presenza di recidiva reiterata. La Corte ha chiarito che il termine massimo di prescrizione non era affatto decorso. Il calcolo deve infatti partire dal massimo edittale della pena, aumentato di due terzi per effetto della recidiva ai sensi dell’art. 157 c.p. A questo risultato si applica un ulteriore aumento di due terzi, come previsto dall’art. 161, comma 2, c.p. Infine, a questo termine già prolungato, devono essere sommati i periodi di sospensione del processo, nel caso di specie 150 giorni accumulati per l’emergenza Covid e per un’astensione degli avvocati. Il risultato di questo calcolo posticipava la data di prescrizione a maggio 2026, rendendo l’eccezione del tutto infondata.

La Valutazione della Recidiva e delle Attenuanti

Anche il secondo e il terzo motivo sono stati giudicati inammissibili. Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Cassazione ha ritenuto che la Corte di Appello avesse fornito una motivazione sufficiente e corretta. Il diniego era stato fondato sull’assenza di elementi positivi di meritevolezza, considerando le modalità dell’azione, la gravità del danno al bene giuridico protetto, l’intensità del dolo e la personalità complessiva del reo. La Corte ha richiamato la sua stessa giurisprudenza consolidata, secondo cui il giudice, nel negare le attenuanti, non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma può limitarsi a quelli ritenuti decisivi.

Relativamente alla contestazione sulla recidiva, la Suprema Corte ha stabilito che la motivazione della Corte territoriale era corretta, in quanto fondata sull’esegesi della giurisprudenza, anche delle Sezioni Unite, e aveva enucleato in modo chiaro gli indicatori della particolare pericolosità dell’imputato, manifestata dalla sua nuova scelta delinquenziale.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su principi giuridici consolidati. In primo luogo, la Corte ha riaffermato che il calcolo della prescrizione è un’operazione matematica rigorosa che deve tenere conto di tutti gli aumenti e le sospensioni previsti dalla legge, specialmente in casi aggravati da recidiva qualificata. In secondo luogo, ha confermato l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella concessione delle attenuanti generiche, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di motivazione manifestamente illogica o assente, cosa che non è avvenuta nel caso di specie. Infine, ha ribadito che la valutazione sulla sussistenza e rilevanza della recidiva è correttamente ancorata all’analisi della pericolosità sociale del reo, come dimostrato dalla sua carriera criminale.

Conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un’importante conferma di alcuni capisaldi del diritto penale sostanziale e processuale. Essa ci ricorda che la recidiva non è una mera formalità, ma un istituto che incide profondamente sul trattamento sanzionatorio e sulla tempistica processuale, allungando significativamente i termini di prescrizione. Inoltre, la decisione ribadisce che per ottenere benefici come le attenuanti generiche non basta l’assenza di elementi particolarmente negativi, ma occorre la presenza di elementi positivi di meritevolezza che il giudice deve poter riscontrare in modo concreto e che devono essere valutati con motivazione logica e coerente.

Come si calcola la prescrizione in caso di recidiva reiterata?
La prescrizione si calcola partendo dal massimo della pena previsto per il reato. Questo termine viene prima aumentato di due terzi per il riconoscimento della recidiva (ex art. 157 c.p.), e il risultato viene ulteriormente aumentato di due terzi (ex art. 161 c.p.). A questo totale vanno infine aggiunti tutti i periodi di sospensione del processo.

Un giudice può negare le attenuanti generiche senza analizzare ogni singolo elemento a favore dell’imputato?
Sì. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il giudice che nega la concessione delle attenuanti generiche non è obbligato a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma può limitarsi a fare riferimento a quelli ritenuti decisivi per la sua valutazione, come la modalità dell’azione, la gravità del danno, l’intensità del dolo e la personalità del reo.

Quando è inammissibile un ricorso in Cassazione che contesta l’applicazione della recidiva?
Il ricorso è inammissibile quando la Corte di Appello ha motivato in modo adeguato e corretto la sua decisione, basandola sulla giurisprudenza consolidata e individuando specifici indicatori della particolare pericolosità del reo, dimostrata dalla commissione di un nuovo reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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