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Reazione atto arbitrario: ricorso generico è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di cui all’art. 336 c.p. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso, inclusa la presunta reazione atto arbitrario (art. 393-bis c.p.), erano troppo generici e non si confrontavano specificamente con le argomentazioni logiche e coerenti della sentenza d’appello. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto con condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reazione ad Atto Arbitrario: Perché un Ricorso Generico Viene Dichiarato Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 44683/2024, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: la specificità dei motivi di ricorso. Il caso in esame offre uno spunto prezioso per comprendere i limiti dell’applicabilità della scriminante della reazione atto arbitrario e le conseguenze di un’impugnazione formulata in termini generici. Analizziamo insieme la vicenda e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale trae origine da una condanna per il reato previsto dall’art. 336 del codice penale (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale). A seguito della condanna, confermata dalla Corte d’Appello di Cagliari, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a due principali argomentazioni.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due punti fondamentali:

1. Mancata applicazione dell’esimente dell’art. 393-bis c.p.: La difesa sosteneva che la condotta dell’imputato dovesse essere considerata una legittima reazione atto arbitrario posto in essere dall’ufficiale di polizia giudiziaria. Secondo questa tesi, l’azione non sarebbe stata punibile in quanto giustificata dalla necessità di difendersi da un’azione ingiusta dell’autorità.
2. Mancata applicazione di una sanzione sostitutiva: In subordine, il ricorrente lamentava che i giudici di merito non avessero concesso una sanzione sostitutiva alla pena detentiva, nonostante ne avesse fatto richiesta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: la Genericità del Ricorso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando entrambe le argomentazioni difensive con un ragionamento incentrato sulla carenza di specificità.

Per quanto riguarda il primo motivo, relativo alla reazione atto arbitrario, i giudici hanno osservato che il ricorso era stato “prospettato in modo assai generico senza reale confronto con la sentenza”. La Corte d’Appello, infatti, aveva già esaminato e respinto questa tesi, spiegando in modo “sintetico ma logico e coerente” perché la condotta dell’ufficiale non potesse essere considerata arbitraria e, di conseguenza, perché la reazione dell’imputato non fosse giustificata. Il ricorso per Cassazione, invece di contestare punto per punto tale ragionamento, si è limitato a riproporre la stessa tesi in modo astratto, senza un’analisi critica della decisione impugnata.

Anche il secondo motivo, relativo alla sanzione sostitutiva, è stato giudicato inammissibile per la stessa ragione. La Corte ha evidenziato come i giudici di merito avessero motivato la loro decisione negativa sulla base di una “prognosi sfavorevole” nei confronti dell’imputato. Il ricorso non ha contestato in modo puntuale i criteri che hanno portato a tale prognosi, limitandosi a una generica lamentela.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso per Cassazione

La decisione in commento è un monito importante: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio in cui si possono riproporre le medesime argomentazioni già respinte nei gradi precedenti. È un giudizio di legittimità, dove è necessario dimostrare un vizio specifico della sentenza impugnata. Un ricorso che non si confronta analiticamente con le motivazioni della decisione che intende contestare, ma si limita a riaffermare genericamente le proprie tesi, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la condanna diviene definitiva e il ricorrente è tenuto non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche di una somma in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel caso di specie.

Quando un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Sulla base dell’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono esposti in modo generico e non si confrontano criticamente e specificamente con le argomentazioni logiche e coerenti contenute nella sentenza impugnata.

Perché la Corte non ha applicato l’esimente della reazione ad un atto arbitrario?
La Corte ha ritenuto inammissibile il motivo perché la tesi difensiva era stata presentata in modo generico, senza contestare puntualmente la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva già spiegato perché la condotta dell’ufficiale pubblico non fosse arbitraria e, quindi, la reazione non fosse giustificata.

Qual è la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La conseguenza è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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