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Reazione ad atto arbitrario: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per resistenza a pubblico ufficiale durante controlli per assembramenti Covid-19. La Corte ha stabilito che l’appello era una mera ripetizione di argomentazioni già respinte e basato su una rivalutazione dei fatti, non su vizi di legge. L’intervento degli agenti è stato ritenuto legittimo, escludendo così l’applicazione della causa di non punibilità per reazione ad atto arbitrario.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reazione ad atto arbitrario: quando la difesa non è ammessa

L’ordinamento giuridico italiano prevede, all’articolo 393-bis del codice penale, una speciale causa di non punibilità per chi commette atti di resistenza, violenza o minaccia contro un pubblico ufficiale se ha reagito a un atto arbitrario di quest’ultimo. Tuttavia, l’applicazione di questa norma non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questa difesa, sottolineando come non possa basarsi su una mera percezione soggettiva di ingiustizia. Analizziamo insieme i contorni di questa importante decisione sulla reazione ad atto arbitrario.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un intervento delle forze dell’ordine per disperdere un assembramento di persone, in violazione delle misure di prevenzione per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Durante le operazioni di identificazione, uno dei presenti si opponeva con minacce ripetute, contrastando l’azione degli agenti. Per tale condotta, veniva condannato nei primi due gradi di giudizio. L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione, fondando la sua difesa proprio sulla presunta arbitrarietà dell’intervento degli agenti e invocando, di conseguenza, la causa di non punibilità prevista per la reazione ad atto arbitrario.

La Decisione della Cassazione e il concetto di reazione ad atto arbitrario

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali. In primo luogo, il ricorso è stato giudicato come un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti, attività preclusa al giudice di legittimità, il quale può pronunciarsi solo su questioni di diritto. L’imputato, secondo la Corte, non denunciava un vero vizio di legge o di motivazione, ma si limitava a proporre una propria lettura dei fatti, già ampiamente e correttamente valutata dai giudici di merito.

In secondo luogo, e in maniera ancora più decisiva, il motivo di ricorso è stato ritenuto meramente reiterativo. L’imputato, infatti, riproponeva le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi elementi di diritto in grado di scalfire la correttezza della decisione impugnata.

Le Motivazioni della Corte

Nel dettaglio, i giudici della Cassazione hanno evidenziato come le corti di merito avessero già fornito una motivazione logica e giuridicamente corretta per escludere la scriminante della reazione ad atto arbitrario. L’intervento degli agenti era pienamente legittimo, essendo finalizzato a far rispettare le normative sanitarie vigenti in quel momento. Non sussisteva alcun elemento che potesse far considerare l’azione delle forze dell’ordine come illegittima o arbitraria.

La Corte ha specificato che, per poter invocare l’art. 393-bis c.p., non è sufficiente una semplice percezione soggettiva di sopruso da parte del cittadino. È necessario che l’atto del pubblico ufficiale sia oggettivamente contrario ai doveri d’ufficio o che travalichi le sue competenze, manifestandosi in modalità prepotenti, vessatorie o sproporzionate. In questo caso, l’operato degli agenti, volto a identificare i responsabili di una violazione, rientrava pienamente nelle loro funzioni. Di conseguenza, è stata esclusa l’applicabilità della scriminante, anche nella sua forma putativa, ovvero quando il soggetto crede erroneamente di reagire a un atto ingiusto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la causa di non punibilità per reazione ad atto arbitrario rappresenta una tutela per il cittadino contro gli abusi del potere pubblico, ma non uno scudo per giustificare la resistenza a legittimi controlli. Il ricorso in Cassazione deve basarsi su concreti vizi di legge e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La decisione conferma che l’opposizione all’autorità, quando questa agisce nei limiti delle proprie competenze e nel rispetto della legge, costituisce un illecito penalmente rilevante. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, a conferma della manifesta infondatezza del suo ricorso.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando, invece di denunciare vizi di legge o di motivazione, si limita a riproporre una diversa interpretazione dei fatti già valutati dai giudici di merito o ripete argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio.

È possibile resistere a un pubblico ufficiale se si ritiene che il suo intervento sia ingiusto?
La resistenza è giustificata solo se l’atto del pubblico ufficiale è oggettivamente arbitrario, cioè contrario ai suoi doveri o sproporzionato. Una mera percezione soggettiva di ingiustizia non è sufficiente per invocare la causa di non punibilità per reazione ad atto arbitrario, come stabilito nel caso di specie.

Perché nel caso esaminato la reazione dell’imputato non è stata considerata giustificata?
La reazione non è stata giustificata perché l’intervento degli agenti era legittimo, in quanto mirava a far rispettare le norme di prevenzione sanitaria contro gli assembramenti. Non vi era alcun elemento per considerare il loro operato come illegittimo o arbitrario, rendendo quindi la resistenza dell’imputato un reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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