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Reato permanente: quando si prescrive l’abuso edilizio?

La Corte di Cassazione analizza il caso di un abuso edilizio in zona sismica, qualificandolo come reato permanente. La sentenza chiarisce che il termine di prescrizione non decorre da una data incerta di presunta ultimazione dei lavori, ma dal momento in cui cessa la condotta illecita. In assenza di prove certe fornite dall’imputato, la permanenza del reato si considera cessata solo con la sentenza di primo grado, rendendo il ricorso inammissibile e confermando la condanna.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato Permanente: La Cassazione Chiarisce la Prescrizione per Abusi Edilizi

La definizione di reato permanente e la corretta individuazione del momento in cui inizia a decorrere la prescrizione sono temi cruciali nel diritto penale, specialmente in materia di abusi edilizi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sul tema, analizzando il caso di una costruzione abusiva in zona sismica e stabilendo principi rigorosi sull’onere della prova a carico dell’imputato. L’analisi di questa decisione permette di comprendere meglio come la giurisprudenza affronta la persistenza dell’illecito nel tempo.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna inflitta dal Tribunale di Foggia a un individuo per la violazione delle norme tecniche sull’edilizia in zone sismiche. L’imputato aveva realizzato un manufatto composto da 14 pilastri in legno con copertura, travi e arcarecci dello stesso materiale, senza rispettare la normativa specifica (artt. 83/95 del Testo Unico Edilizia). Il Tribunale, pur riconoscendo le attenuanti generiche, lo aveva condannato a una pena di 600,00 euro di ammenda.

L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo un’unica, ma fondamentale, tesi: il reato era già estinto per prescrizione al momento della sentenza di primo grado. Secondo la difesa, i lavori erano stati ultimati nel settembre 2013, o al più, la prescrizione avrebbe dovuto decorrere dalla data di accertamento della polizia giudiziaria (gennaio 2015). In entrambi gli scenari, il termine massimo di prescrizione sarebbe scaduto prima della pronuncia del Tribunale.

La Questione Giuridica: Il Reato Permanente e la Prescrizione

Il fulcro della controversia risiede nella natura del reato contestato. La violazione delle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica configura un reato permanente. A differenza dei reati istantanei, che si consumano in un unico momento, il reato permanente si caratterizza per una condotta illecita che si protrae nel tempo per volontà dell’autore. La prescrizione, di conseguenza, non inizia a decorrere finché tale condotta non cessa.

Il punto cruciale, quindi, diventa stabilire con esattezza il dies a quo, ovvero il giorno in cui la permanenza è terminata. È questo il momento da cui calcolare il tempo necessario per l’estinzione del reato. La difesa dell’imputato ha tentato di fissare questo momento all’ultimazione dei lavori, ma senza fornire prove concrete.

## Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo su tutta la linea le argomentazioni della difesa. Le motivazioni della Suprema Corte si basano su principi consolidati e chiariscono aspetti fondamentali del reato permanente edilizio.

In primo luogo, la Corte ribadisce che le disposizioni antisismiche si applicano a tutte le costruzioni realizzate in zone a rischio, comprese quelle con struttura in legno, a prescindere dalla loro natura precaria o permanente. L’argomento difensivo sulla tipologia di materiale è stato quindi ritenuto irrilevante.

Successivamente, i giudici si sono concentrati sulla prescrizione. Hanno affermato che, trattandosi di un reato permanente, la condotta illecita cessa solo con l’ultimazione dell’opera o con un provvedimento dell’autorità giudiziaria (come un sequestro) che interrompa l’attività. Nel caso di specie, al momento del sopralluogo della polizia, l’opera risultava incompleta e non era intervenuto alcun sequestro. Di conseguenza, l’attività criminosa doveva considerarsi ancora in corso.

La Corte ha sottolineato un principio fondamentale sull’onere della prova: spetta all’imputato, che intende beneficiare della prescrizione, fornire elementi certi e idonei a fissare una data di cessazione della permanenza diversa da quella risultante dagli atti. Una semplice affermazione o la prospettazione di date alternative e incerte, come fatto dalla difesa, non è sufficiente. In assenza di una prova certa dell’ultimazione dei lavori, la giurisprudenza ritiene che la permanenza cessi con la pronuncia della sentenza di primo grado. Nel caso specifico, essendo la sentenza del 1° febbraio 2024, il reato a quella data non era ancora prescritto.

Infine, il ricorso è stato giudicato inammissibile anche per genericità e violazione del principio di autosufficienza, poiché la difesa si era limitata a riportare stralci di testimonianze senza allegarle integralmente, impedendo alla Corte una valutazione completa.

## Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento rigoroso in materia di abusi edilizi qualificabili come reato permanente. La conclusione è netta: chi commette un illecito di questo tipo non può invocare la prescrizione basandosi su date di ultimazione dei lavori incerte o non provate. L’onere di dimostrare in modo inequivocabile la cessazione della condotta illecita ricade interamente sull’imputato. In mancanza di tale prova, il reato si considera protratto nel tempo fino alla sentenza di primo grado. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: rafforza la tutela del territorio e della sicurezza pubblica, rendendo più difficile per gli autori di abusi edilizi sfuggire alle proprie responsabilità attraverso l’istituto della prescrizione.

Le norme antisismiche si applicano anche alle strutture in legno?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che le disposizioni previste dal d.P.R. 380/2001 si applicano a tutte le costruzioni in zona sismica, incluse le opere edili con struttura in legno, a prescindere dai materiali utilizzati e dalla natura precaria o permanente dell’intervento.

Cos’è un reato permanente e quando inizia a decorrere la sua prescrizione?
Un reato permanente è un illecito la cui condotta si protrae nel tempo. La prescrizione inizia a decorrere non dal primo momento dell’azione, ma dal giorno in cui cessa la condotta illecita, ad esempio con l’ultimazione definitiva dell’opera abusiva, con un provvedimento di sequestro o, in assenza di prove certe, con la sentenza di primo grado.

Su chi ricade l’onere di provare la data di ultimazione di un’opera abusiva ai fini della prescrizione?
L’onere di provare la data di ultimazione dell’opera, per potersi giovare della prescrizione, grava sull’imputato. Non è sufficiente una mera affermazione difensiva, ma è necessario allegare elementi di prova idonei a fissare con certezza una data di cessazione della condotta illecita diversa da quella risultante dagli atti processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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