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Reato permanente: quando inizia la prescrizione?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14024/2025, ha chiarito la natura del reato di invasione di edifici. Contrariamente a quanto stabilito in primo grado, la Corte ha qualificato il delitto come reato permanente e non istantaneo. Di conseguenza, il termine di prescrizione non decorre dal momento dell’invasione, ma dal giorno in cui l’occupazione abusiva cessa. La sentenza di primo grado, che aveva dichiarato l’estinzione del reato per prescrizione, è stata quindi annullata con rinvio per un nuovo processo.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato permanente e invasione di edifici: la Cassazione chiarisce la prescrizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14024 del 2025, offre un importante chiarimento sulla natura del reato di invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.). La pronuncia è fondamentale per comprendere quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per questo tipo di delitti. La Corte ha stabilito che, qualora l’occupazione si protragga nel tempo, si configura un reato permanente, con significative conseguenze sul calcolo della prescrizione. Vediamo nel dettaglio la vicenda processuale e le motivazioni dei giudici.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Torre Annunziata aveva dichiarato estinto per prescrizione un reato di occupazione abusiva di un immobile, accertato nel marzo 2022. Il giudice di primo grado aveva qualificato il fatto come reato istantaneo con effetti permanenti, ritenendo che la condotta penalmente rilevante si fosse esaurita con l’atto iniziale di invasione. Poiché non era stato possibile determinare con certezza la data di tale invasione, il Tribunale, nel dubbio, aveva applicato il principio del favor rei (favore per l’imputato), dichiarando la prescrizione maturata.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso immediato per Cassazione, sostenendo l’errata applicazione della legge penale. Secondo l’accusa, il reato di invasione di edifici, quando l’occupazione perdura, non è istantaneo ma costituisce un reato permanente, la cui consumazione si protrae per tutto il tempo in cui l’agente mantiene il controllo illecito sull’immobile.

La qualificazione del reato come permanente

Il cuore della questione giuridica risiede nella distinzione tra reato istantaneo e reato permanente. Un reato è istantaneo quando la sua consumazione avviene in un solo momento (es. un furto). Può avere effetti permanenti (l’oggetto rubato non viene restituito), ma la condotta illecita si è già conclusa. Al contrario, un reato permanente si ha quando la condotta antigiuridica si protrae volontariamente nel tempo (es. un sequestro di persona). In questi casi, il reato si considera consumato fino a quando la condotta non cessa.

La Corte di Cassazione ha sposato l’interpretazione del Procuratore, ribadendo un orientamento consolidato. La nozione di “invasione” di cui all’art. 633 c.p. non si riferisce solo all’atto di introdursi arbitrariamente in un immobile altrui, ma comprende anche la successiva “occupazione” che ne consegue. È proprio questa occupazione protratta nel tempo a ledere in modo continuativo il diritto di godimento del legittimo proprietario, configurando così un reato permanente.

le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato che la condotta di occupazione è l’estrinsecazione materiale dell’invasione e la finalità per cui essa avviene. Se per l’invasione è sufficiente l’accesso, per l’occupazione è necessaria la permanenza invito domino (contro la volontà del proprietario). Quando questa permanenza si protrae, la lesione del bene giuridico (il pacifico godimento del bene) è continua.

Di conseguenza, la consumazione del reato non si esaurisce nel momento dell’ingresso, ma perdura per tutto il tempo dell’occupazione illegittima. Il termine di prescrizione, pertanto, inizia a decorrere solo dal momento in cui cessa la permanenza, ovvero quando l’occupante abbandona l’immobile o quando interviene una sentenza di condanna. Nel caso di specie, essendo stato accertato che l’occupazione era ancora in atto nel marzo 2022, il termine di prescrizione non era affatto decorso.

le conclusioni

In accoglimento del ricorso, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale, rinviando il caso alla Corte di Appello di Napoli per un nuovo giudizio. Questa decisione riafferma un principio cruciale: l’occupazione abusiva e continuativa di un immobile costituisce un reato permanente. Le implicazioni pratiche sono notevoli: chi subisce un’occupazione illegale può contare su un termine di prescrizione che inizia a decorrere solo dalla fine della condotta illecita, garantendo una tutela più efficace del proprio diritto di proprietà e maggiori possibilità di ottenere giustizia.

Il reato di invasione di edifici è istantaneo o permanente?
Secondo la Corte di Cassazione, il delitto di invasione di edifici (art. 633 c.p.) ha natura di reato permanente quando l’occupazione abusiva si protrae nel tempo, poiché la condotta illecita continua a ledere il diritto del proprietario.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per l’occupazione abusiva di un immobile?
Trattandosi di un reato permanente, il termine di prescrizione inizia a decorrere non dal momento dell’iniziale invasione, ma dal momento in cui cessa la condotta di occupazione, ovvero quando l’immobile viene liberato.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione nel caso esaminato?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di primo grado che aveva dichiarato il reato estinto per prescrizione e ha rinviato il procedimento alla Corte di Appello per un nuovo giudizio, stabilendo che il termine di prescrizione non era ancora decorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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