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Reato permanente: la Cassazione e la prescrizione

Un cittadino, condannato per violazioni della normativa antisismica (Art. 95 d.P.R. 380/2001), ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo l’avvenuta prescrizione del reato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che tale illecito costituisce un reato permanente. In assenza di prove sulla data di ultimazione dei lavori, la condotta illecita si considera protratta nel tempo, impedendo così il decorso della prescrizione prima della sentenza di primo grado.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato Permanente e Prescrizione: Chiarimenti dalla Cassazione

La distinzione tra reato istantaneo e reato permanente è cruciale nel diritto penale, soprattutto quando si tratta di calcolare i termini di prescrizione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento in materia di reati edilizi, specificamente quelli legati alla violazione della normativa antisismica. Questo caso evidenzia come la natura permanente dell’illecito sposti in avanti il momento dal quale inizia a decorrere la prescrizione, con conseguenze significative per l’imputato.

I Fatti del Caso: La Condanna per Violazione della Normativa Antisismica

Il Tribunale di primo grado aveva condannato un cittadino a una pena di 1.000,00 euro di ammenda per aver violato l’articolo 95 del d.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia). La violazione, accertata in una data specifica (13/04/2018), riguardava la mancata osservanza delle norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. La sentenza di condanna era stata emessa in data 15/05/2023.

Il Ricorso in Cassazione e la Tesi del Reato Istantaneo

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione lamentando la violazione dell’articolo 157 del codice penale. La tesi difensiva si fondava su due punti principali:

1. La natura istantanea del reato, che si sarebbe consumato con la realizzazione dell’opera abusiva, preesistente alla data di accertamento.
2. In ogni caso, anche considerando la data di accertamento come inizio del decorso della prescrizione, al momento della sentenza di condanna erano trascorsi più di cinque anni, termine massimo di prescrizione per la contravvenzione contestata.

In sostanza, secondo il ricorrente, il reato avrebbe dovuto essere dichiarato estinto per prescrizione.

La Natura di Reato Permanente nella Normativa Edilizia

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile per difetto di specificità. I giudici hanno richiamato la giurisprudenza consolidata secondo cui i reati cosiddetti “antisismici” hanno natura di reato permanente. La consumazione di questo tipo di illecito non si esaurisce in un solo momento, ma perdura nel tempo.

La condotta illecita si protrae fino a quando il responsabile non compie una delle seguenti azioni:

* Presenta la relativa denuncia con l’allegato progetto.
* Termina l’intervento abusivo.
* Ottiene la necessaria autorizzazione.

Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato ad affermare che i lavori fossero terminati in epoca precedente al sopralluogo, senza però fornire alcuna prova a sostegno di tale affermazione. Questo aspetto è risultato decisivo.

Il Principio di Autosufficienza del Ricorso e la Mancanza di Prove

La Corte ha inoltre sottolineato la violazione del principio di autosufficienza del ricorso. L’imputato aveva fatto menzione di fotografie nella sua memoria di replica, ma queste non erano state allegate al ricorso. Di conseguenza, i giudici non avevano elementi concreti per valutare la veridicità dell’affermazione circa l’ultimazione dei lavori.

Il Calcolo della Prescrizione

Per puro scrupolo argomentativo (un approccio definito “per mero tuziorismo”), la Corte ha comunque effettuato il calcolo della prescrizione partendo dalla data del sopralluogo (13/04/2018). Anche in questa ipotesi, più favorevole al ricorrente, il reato non sarebbe stato prescritto. Al termine di cinque anni, infatti, dovevano essere aggiunti 49 giorni di sospensione del corso della prescrizione, dovuti a un legittimo impedimento. Il termine massimo sarebbe quindi scaduto il 1° giugno 2023, una data successiva a quella della pronuncia della sentenza (15/05/2023).

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su un principio giuridico consolidato: la natura permanente dei reati edilizi in materia antisismica. L’assenza di autorizzazione o di denuncia non è un evento istantaneo, ma una condizione di illegalità che si protrae nel tempo per volontà dell’agente. L’onere di dimostrare la cessazione della permanenza (ad esempio, provando la data di fine lavori) ricade sull’imputato. Non avendo fornito alcuna prova, la presunzione è che il reato sia proseguito, impedendo il decorso della prescrizione. La dichiarazione di inammissibilità è quindi una conseguenza diretta della genericità e della carenza probatoria del ricorso, che non ha offerto elementi sufficienti a mettere in discussione la decisione del giudice di merito.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un concetto fondamentale per chi opera nel settore edilizio: le violazioni delle norme antisismiche sono considerate particolarmente gravi e vengono qualificate come reato permanente. Ciò significa che il tempo per la prescrizione inizia a decorrere solo dal momento in cui cessa la condotta antigiuridica, e non dalla data di inizio dei lavori o dal loro accertamento. Chi intende far valere l’avvenuta prescrizione ha il preciso onere di dimostrare, con prove concrete, quando la permanenza del reato è effettivamente cessata.

Che tipo di reato costituisce la violazione della normativa antisismica (art. 95 d.P.R. 380/2001)?
Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, si tratta di un reato permanente, la cui consumazione si protrae nel tempo.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per un reato edilizio permanente?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui cessa la condotta illecita, ovvero quando il responsabile presenta la denuncia e il progetto, termina l’intervento abusivo, oppure ottiene la relativa autorizzazione. In assenza di prova di tali eventi, si considera che il reato prosegua fino alla data della sentenza di primo grado.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per difetto di specificità. Il ricorrente ha affermato che i lavori erano terminati prima dell’accertamento, ma non ha fornito alcuna prova a sostegno di tale affermazione, violando così il principio di autosufficienza del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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