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Reato permanente: invasione di immobili e legge penale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11129/2024, ha confermato che l’invasione di immobili, se protratta nel tempo, costituisce un reato permanente. Di conseguenza, si applica la legge in vigore al momento della cessazione della condotta, anche se più sfavorevole, e non quella vigente all’inizio dell’occupazione. I ricorsi degli imputati sono stati dichiarati inammissibili perché basati su una qualificazione giuridica del fatto contraria alla giurisprudenza consolidata.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato Permanente: La Cassazione sull’Occupazione Abusiva di Immobili

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11129 del 2024, torna a pronunciarsi sulla natura del delitto di invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.), chiarendo un punto fondamentale per le occupazioni abusive protratte nel tempo. La questione centrale riguarda la qualificazione del reato: si tratta di un illecito istantaneo con effetti permanenti o di un reato permanente? La risposta ha conseguenze dirette sulla legge applicabile, specialmente quando interviene una modifica legislativa peggiorativa. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Un’Occupazione Iniziata nel 2013

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda due persone condannate in primo e secondo grado per il reato di invasione di un edificio. La condotta illecita era iniziata il 18 dicembre 2013 e, al momento della sentenza di primo grado, era ancora in corso. Gli imputati, tramite il loro difensore, hanno proposto ricorso per cassazione sostenendo un unico motivo: l’errata qualificazione giuridica del reato. Secondo la difesa, il delitto di invasione di edifici dovrebbe essere considerato un reato a consumazione istantanea, i cui effetti si protraggono nel tempo. Se così fosse, si sarebbe dovuta applicare la legge in vigore al momento dell’invasione iniziale (2013), che prevedeva una pena più mite rispetto a quella introdotta da una modifica legislativa del 2018.

La Differenza tra Reato Istantaneo e Reato Permanente

Per comprendere la decisione della Corte, è essenziale capire la distinzione tra le due tipologie di reato:

* Reato a consumazione istantanea: Si perfeziona e si esaurisce nel momento stesso in cui viene realizzata la condotta tipica. Un esempio classico è il furto: una volta sottratta la cosa, il reato è consumato, anche se il ladro continua a possederla.
* Reato permanente: La condotta illecita e l’offesa al bene giuridico tutelato si protraggono continuativamente nel tempo per volontà dell’agente. La consumazione del reato dura per tutto il tempo in cui perdura la condotta. Un esempio tipico è il sequestro di persona.

Nel caso dell’invasione di edifici, la difesa sosteneva che l’atto di ‘invasione’ fosse istantaneo, mentre la successiva ‘occupazione’ ne rappresentasse solo un effetto duraturo. La giurisprudenza maggioritaria, però, la pensa diversamente.

Le Motivazioni della Cassazione sul Reato Permanente

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, aderendo all’orientamento giurisprudenziale assolutamente prevalente e consolidato. I giudici hanno ribadito che il delitto previsto dall’art. 633 c.p., quando non si esaurisce in una semplice e momentanea invasione ma si protrae nel tempo con un’occupazione stabile, ha natura di reato permanente.

La permanenza della condotta cessa solo quando l’occupazione finisce. Questa qualificazione ha una conseguenza fondamentale in tema di successione di leggi penali: non si applica il principio del favor rei (applicazione della legge più favorevole), ma la legge in vigore nel momento in cui la condotta illecita cessa. Poiché nel caso di specie l’occupazione era ancora in corso al momento della sentenza di primo grado, e comunque una parte significativa della condotta si era svolta sotto la vigenza della nuova e più severa legge del 2018, è quest’ultima che doveva essere applicata. La contestazione ‘in forma aperta’ (cioè senza una data finale della condotta) ha permesso al giudice di primo grado di considerare l’illecito come ancora in corso al momento della decisione, legittimando l’applicazione del regime sanzionatorio più recente e sfavorevole.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un principio di grande rilevanza pratica. Chiunque commetta un’invasione di immobili e la protragga nel tempo deve essere consapevole che la sua condotta sarà giudicata sulla base della legge in vigore al momento della cessazione dell’occupazione. Questo significa che eventuali inasprimenti di pena introdotti dal legislatore durante il periodo di occupazione saranno applicabili. La qualificazione del delitto come reato permanente sposta in avanti il momento della consumazione, rendendo irrilevante la normativa, potenzialmente più favorevole, in vigore all’inizio dell’azione criminale. La decisione della Cassazione, quindi, funge da monito e rafforza la tutela del diritto di proprietà contro le occupazioni abusive di lunga durata.

L’invasione di un immobile è sempre un reato permanente?
No. Secondo la Corte, il reato è permanente solo quando all’invasione segue un’occupazione che si protrae nel tempo. Se l’invasione è puramente momentanea e si esaurisce in un breve lasso di tempo, il reato è considerato istantaneo.

Se la legge cambia durante un’occupazione abusiva, quale si applica?
Si applica la legge in vigore al momento in cui cessa la condotta permanente, ovvero quando l’occupazione finisce. Se una nuova legge più severa entra in vigore durante l’occupazione, sarà quella ad essere applicata, poiché la condotta illecita si considera commessa anche sotto la vigenza della nuova norma.

Perché il ricorso degli imputati è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su una tesi giuridica – quella del reato a consumazione istantanea – che la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha da tempo e in modo consolidato respinto, ritenendola manifestamente infondata per i casi di occupazione protratta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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