LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Reato permanente e sequestro: quando si prescrive?

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per occupazione abusiva di demanio marittimo, un reato permanente. La Corte ha stabilito che la permanenza del reato cessa con il sequestro dell’area, poiché l’imputato perde la disponibilità del bene. Da quel momento inizia a decorrere il termine di prescrizione. Nel caso specifico, essendo trascorsi i termini di legge dalla data del sequestro, il reato è stato dichiarato estinto, annullando la condanna penale ma confermando le statuizioni civili sul risarcimento del danno.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato Permanente e Sequestro: La Cassazione Chiarisce la Prescrizione

L’occupazione abusiva di un’area demaniale costituisce un reato permanente, una tipologia di illecito la cui condotta si protrae nel tempo. Ma cosa accade quando l’area viene sottoposta a sequestro? Questo intervento interrompe la condotta e fa scattare il cronometro della prescrizione? Con la sentenza n. 11169 del 2024, la Corte di Cassazione offre un chiarimento fondamentale su questo punto, stabilendo un principio di diritto cruciale per la difesa in procedimenti simili.

I Fatti di Causa

Un soggetto veniva condannato in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui l’abusiva occupazione di spazio demaniale marittimo e l’invasione di terreni. La condanna prevedeva una pena detentiva, una multa e il risarcimento dei danni in favore della parte civile.

La difesa ricorreva in Cassazione, sollevando un’unica, ma decisiva, questione: la violazione delle norme sulla prescrizione. Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello aveva errato nel non considerare che la permanenza dei reati si era interrotta il 7 febbraio 2014, data in cui l’area era stata sottoposta a sequestro dalla Guardia Costiera. Con il sequestro, l’imputato aveva perso la signoria e il potere di fatto sul bene, facendo così cessare la condotta illecita. Di conseguenza, da quella data sarebbe dovuto iniziare a decorrere il termine di prescrizione, ormai ampiamente maturato al momento della sentenza di appello.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Reato Permanente

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente agli effetti penali, dichiarando i reati estinti per intervenuta prescrizione. Tuttavia, ha confermato le statuizioni civili relative al risarcimento del danno, in quanto l’appello non aveva messo in discussione la responsabilità dell’imputato in sé, ma solo il profilo della prescrizione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un’analisi consolidata della natura del reato permanente. Reati come l’abusiva occupazione di spazio demaniale (art. 1161 cod. nav.) e l’invasione di terreni (art. 633 e 639-bis cod. pen.) sono caratterizzati da una condotta che perdura nel tempo. La loro consumazione cessa solo quando viene meno l’uso e il godimento illegittimi del bene.

Il punto centrale della motivazione risiede nell’effetto del sequestro. La Cassazione afferma chiaramente che la protrazione della condotta illecita deve ritenersi interrotta con l’esecuzione di un sequestro, in forza del quale “vengono meno la disponibilità e la concreta utilizzabilità dell’area”.

Nel caso specifico, è stato accertato che dal 7 febbraio 2014 l’imputato aveva perso la disponibilità e il godimento della superficie abusivamente occupata. Da quella data, dunque, è cessata la permanenza dei reati ed è iniziato a decorrere il termine prescrizionale. Essendo tale termine già spirato prima della pronuncia della sentenza d’appello, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione dei reati.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di fondamentale importanza pratica: il sequestro di un bene oggetto di un reato permanente ne interrompe la consumazione. Di conseguenza, il dies a quo (il giorno dal quale inizia a contarsi il tempo) per la prescrizione coincide con la data del sequestro. Questa interpretazione offre uno strumento difensivo cruciale, in quanto permette di calcolare con precisione l’eventuale estinzione del reato per il decorso del tempo. È altresì importante notare come l’estinzione del reato non travolga necessariamente le statuizioni civili: la responsabilità per il danno causato può rimanere, come in questo caso, confermata.

In un reato permanente come l’occupazione abusiva, quando inizia a decorrere la prescrizione?
Risposta: La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui cessa la condotta illecita (la ‘permanenza’). Secondo questa sentenza, la permanenza cessa anche con l’esecuzione di un sequestro che toglie all’imputato la disponibilità e l’uso del bene.

Un sequestro giudiziario di un’area occupata abusivamente interrompe il reato?
Risposta: Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’esecuzione di un sequestro, togliendo la concreta disponibilità e utilizzabilità dell’area all’imputato, interrompe la protrazione della condotta illecita e, di conseguenza, la permanenza del reato.

Se il reato viene dichiarato estinto per prescrizione, cosa succede alla condanna al risarcimento dei danni?
Risposta: In questo caso, la sentenza ha confermato le ‘statuizioni civili’. L’annullamento per prescrizione ha riguardato solo gli effetti penali, ma non ha cancellato la condanna al risarcimento dei danni in favore della parte civile, poiché la responsabilità non era stata contestata in Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati