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Reato ostativo: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato contro il diniego di detenzione domiciliare e rinvio della pena. Il ricorso è stato respinto in quanto la legge sul reato ostativo, che preclude l’accesso al beneficio, non è stata modificata, e le valutazioni sulla salute erano generiche. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato Ostativo e Benefici Penitenziari: La Cassazione Dichiara un Ricorso Inammissibile

L’ordinanza in esame, emessa dalla Corte di Cassazione, affronta un tema cruciale nell’ambito del diritto penitenziario: i limiti all’accesso ai benefici per i condannati per reato ostativo. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto che chiedeva la detenzione domiciliare e il differimento della pena, fornendo importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità di tali istanze e sulla rigidità della normativa vigente.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in via definitiva, si era visto respingere dal Tribunale di Sorveglianza due distinte richieste: la prima, volta a ottenere la detenzione domiciliare ai sensi dell’art. 47-ter dell’ordinamento penitenziario; la seconda, mirata a ottenere un rinvio dell’esecuzione della pena per motivi di salute. Contro questa decisione, il difensore del condannato ha proposto ricorso per cassazione, insistendo per l’accoglimento delle istanze originarie.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i motivi del ricorso e li ha ritenuti manifestamente infondati, dichiarando l’appello inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si basa su due distinti filoni argomentativi, uno per ciascuna delle richieste avanzate.

Le Motivazioni: L’ostacolo invalicabile del reato ostativo

Per quanto riguarda la richiesta di detenzione domiciliare, la Cassazione ha evidenziato un contrasto insuperabile con il dato normativo. La legge prevede una specifica preclusione all’accesso a questo beneficio per coloro che sono stati condannati per un reato ostativo. Si tratta di una categoria di crimini considerati di particolare gravità e allarme sociale, per i quali il legislatore ha previsto un regime penitenziario più severo.

La Corte ha sottolineato che questa normativa non è stata intaccata o modificata dal Decreto Legge n. 162 del 2022. Pertanto, il ricorso su questo punto si scontrava con una barriera legislativa chiara e tuttora in vigore, rendendolo privo di fondamento giuridico e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni: La valutazione discrezionale sulla salute

In merito alla seconda istanza, quella relativa al differimento della pena per motivi di salute, la Corte ha rilevato una diversa tipologia di vizio nel ricorso. L’appellante, infatti, non ha contestato un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione del Tribunale di Sorveglianza. Piuttosto, si è limitato a contrapporre il proprio giudizio soggettivo sulle proprie condizioni di salute a quello, tecnico e motivato, che il Tribunale aveva formulato sulla base di una relazione sanitaria.

Un ricorso in Cassazione non può essere basato su una mera rivalutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito. Il compito della Suprema Corte è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare le prove o le perizie. Poiché il ricorrente non ha sollevato questioni di legittimità, ma si è limitato a un dissenso sulla valutazione di merito, anche questo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce due principi fondamentali nel diritto dell’esecuzione penale. In primo luogo, la normativa sui reati ostativi mantiene la sua piena efficacia nel precludere l’accesso a determinati benefici, e le riforme recenti non hanno modificato questo specifico aspetto. In secondo luogo, un ricorso in Cassazione deve fondarsi su vizi di legittimità (violazione di legge o vizi di motivazione) e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende serve anche da monito contro la presentazione di ricorsi palesemente infondati, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali prospettive di accoglimento.

È possibile ottenere la detenzione domiciliare se si è stati condannati per un reato ostativo?
Sulla base di questa ordinanza, la risposta è negativa. La legge prevede una chiara preclusione all’accesso al beneficio per i condannati per reato ostativo, e la normativa di riferimento non è stata modificata dalle recenti riforme menzionate nel provvedimento.

Perché la richiesta di rinvio della pena per motivi di salute è stata respinta?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’appellante non ha contestato un errore di diritto, ma si è limitato a contrapporre la propria valutazione soggettiva sulle sue condizioni di salute a quella del Tribunale, che invece si era basata su una relazione sanitaria. Questo non costituisce un valido motivo di ricorso in Cassazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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