Reato ex art. 73: Analisi di un Ricorso in Cassazione
L’ordinanza in esame ci offre lo spunto per approfondire il tema del reato ex art. 73 del Testo Unico Stupefacenti (D.P.R. 309/1990). Il documento, emesso dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, introduce il ricorso presentato da un imputato avverso una condanna per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Sebbene il testo a nostra disposizione sia solo la parte introduttiva della decisione, possiamo analizzare il contesto giuridico e l’iter processuale del caso.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Velletri. L’imputato è stato ritenuto colpevole del reato previsto e punito dall’articolo 73, commi 1 e 4, del D.P.R. 309/1990, per fatti commessi a Roma nel dicembre 2017.
La decisione di primo grado è stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Roma con sentenza del novembre 2022. Ritenendo la condanna ingiusta, l’imputato ha deciso di presentare l’ultimo strumento di impugnazione previsto dal nostro ordinamento: il ricorso per Cassazione.
Il Ruolo della Corte di Cassazione
È fondamentale ricordare che la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti per stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma verificare che nei precedenti gradi di giudizio la legge sia stata interpretata e applicata correttamente. I motivi di ricorso, infatti, possono riguardare solo violazioni di legge o vizi di motivazione della sentenza impugnata.
Il Contesto Normativo: Il Reato ex art. 73
L’articolo 73 del D.P.R. 309/1990 è la norma cardine in materia di stupefacenti e punisce un’ampia gamma di condotte: la coltivazione, la produzione, la fabbricazione, l’estrazione, la raffinazione, la vendita, l’offerta, la cessione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, il passaggio e la spedizione in transito, la consegna per qualunque scopo di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Il comma 4, citato nel provvedimento, prevede una pena identica per chi detiene illecitamente tali sostanze, a meno che non si dimostri che siano destinate a un uso esclusivamente personale, fattispecie che non costituisce reato ma illecito amministrativo.
le motivazioni
Sebbene il testo dell’ordinanza si interrompa prima di esplicitare le motivazioni della decisione della Corte, possiamo delineare il perimetro dell’analisi che i giudici di legittimità avranno condotto. Generalmente, in un caso di reato ex art. 73, il ricorso in Cassazione si concentra su punti specifici. Ad esempio, la difesa potrebbe aver contestato la qualificazione giuridica del fatto, la valutazione delle prove (come la destinazione della sostanza all’uso personale anziché allo spaccio), l’errata applicazione di circostanze aggravanti o attenuanti, oppure la congruità della pena inflitta. La Corte, nel redigere le sue motivazioni, avrebbe risposto punto per punto a tali censure, confermando la correttezza dell’operato della Corte d’Appello o, in caso contrario, annullando la sentenza.
le conclusioni
In conclusione, questo provvedimento, pur nella sua forma frammentaria, ci permette di riflettere sull’architettura del processo penale in materia di stupefacenti. La conferma di una condanna per il reato ex art. 73 attraverso due gradi di giudizio di merito e il successivo vaglio di legittimità della Cassazione evidenziano la severità con cui l’ordinamento giuridico persegue le condotte legate al traffico di droga. La decisione finale della Suprema Corte, non riportata nel documento, avrà stabilito in via definitiva la correttezza del percorso logico-giuridico seguito dai giudici di merito, sancendo l’esito di questa complessa vicenda processuale.
Per quale reato è stato condannato l’imputato?
L’imputato è stato condannato per il reato previsto dall’art. 73, commi 1 e 4, del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, comunemente noto come Testo Unico Stupefacenti, che punisce la produzione, il traffico e la detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
Contro quale provvedimento è stato proposto il ricorso in Cassazione?
Il ricorso è stato proposto avverso la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 21/11/2022, che aveva confermato la precedente condanna emessa dal Tribunale di Velletri.
Chi ha proposto il ricorso alla Suprema Corte?
Il ricorso è stato proposto dall’imputato, nato a Roma il 28/07/1996, a seguito della conferma della sua condanna in secondo grado.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8701 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8701 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 14/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
GENTILE NOME NOME a ROMA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/11/2022. della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
Gentile Alessandro ricorre avverso la sentenza, in epigrafe indicata, della Corte di appello di Roma che ha confermato la pronuncia di condanna del Tribunale di Velletri per il reato di cui all’art. 73, commi 1 e 4, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (in Roma, il 23/12/2017).