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Reato di riciclaggio: indizi logici bastano

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9405/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un sequestro di oltre 770.000 euro. La Corte ha stabilito che per configurare il reato di riciclaggio, il reato presupposto può essere desunto da indizi logici, come l’ingente somma in contanti, l’occultamento in un vano segreto dell’auto e l’assenza di redditi leciti, senza necessità di una sua completa ricostruzione fattuale.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Riciclaggio: la Prova del Reato Presupposto tramite Indizi Logici

La recente sentenza della Corte di Cassazione Penale, Sez. 2, n. 9405 del 1° febbraio 2024, offre un’importante chiarificazione sulla configurabilità del reato di riciclaggio. La Corte ha confermato che la prova del delitto presupposto, da cui provengono i capitali illeciti, non richiede una ricostruzione storica e fattuale completa, ma può essere desunta da una serie di indizi logici convergenti. Questo principio si rivela fondamentale nei casi in cui l’origine del denaro è difficile da tracciare, ma le circostanze del suo ritrovamento suggeriscono fortemente una provenienza illecita.

Il Caso: Sequestro di 770.000 Euro e l’Accusa di Riciclaggio

Il caso trae origine dal sequestro di una somma di oltre 770.000 euro in contanti, trovata in possesso di un individuo. Il denaro era stato abilmente occultato all’interno di un vano segreto, costruito appositamente nell’automobile che il soggetto stava guidando e azionabile tramite un dispositivo elettronico. Le indagini preliminari avevano inoltre evidenziato che l’uomo non disponeva di redditi leciti tali da giustificare l’accumulo di una simile cifra. A complicare il quadro, un video ripreso poco prima del controllo di polizia mostrava un’insolita consegna di un borsone all’indagato da parte di uno sconosciuto, avvenuta per strada.

Di fronte a questi elementi, il Tribunale di Pavia aveva convalidato il sequestro probatorio, ipotizzando il reato di riciclaggio e individuando nel traffico di stupefacenti il probabile reato presupposto. L’indagato ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo la mancanza di prove concrete sul delitto presupposto e contestando la motivazione del provvedimento.

L’Analisi della Corte sul Reato di Riciclaggio

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, giudicandolo manifestamente infondato e cogliendo l’occasione per ribadire un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità. Per integrare il reato di riciclaggio, è sufficiente che il reato presupposto sia individuato nella sua tipologia (es. reati contro il patrimonio, traffico di stupefacenti, ecc.), senza che sia necessario accertarlo in ogni suo specifico dettaglio, come l’autore, la data e le modalità esatte.

Gli Indizi Logici Ritenuti Sufficienti

I giudici hanno sottolineato come la sussistenza del reato presupposto possa essere ricavata da elementi logici e indiziari, quando questi siano gravi, precisi e concordanti. Nel caso specifico, il Tribunale ha correttamente valorizzato una serie di circostanze:

1. L’entità della somma: Oltre 770.000 euro in contanti è una cifra sproporzionata rispetto a qualsiasi normale attività lecita.
2. Le modalità di occultamento: Il denaro era nascosto in un vano segreto, una tecnica tipicamente utilizzata per trasportare proventi di attività criminali.
3. L’assenza di giustificazioni: Inizialmente, il ricorrente non ha fornito alcuna spiegazione plausibile sulla provenienza del denaro.
4. La sproporzione reddituale: L’indagato non aveva redditi dichiarati che potessero giustificare il possesso di tale somma.
5. La consegna sospetta: Il video della consegna del borsone ha aggiunto un ulteriore elemento di sospetto.

Sulla base di questi indizi, il Tribunale ha logicamente ipotizzato che il denaro provenisse da attività legate al traffico di stupefacenti, fornendo una base sufficiente per il sequestro e l’accusa di riciclaggio.

Le Motivazioni e i Limiti del Ricorso per Cassazione

La Corte ha inoltre chiarito un importante aspetto processuale. Il ricorso per Cassazione contro le ordinanze in materia di misure cautelari reali, come il sequestro, è ammesso solo per violazione di legge e non per vizi logici della motivazione, a meno che questa non sia totalmente mancante o così palesemente illogica da risultare incomprensibile.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra il controllo di legittimità e il riesame del merito. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di merito. In questo caso, il Tribunale aveva esaminato le giustificazioni fornite dalla difesa, ritenendole non plausibili a causa della loro tardività e delle modalità del fatto. La motivazione del Tribunale, pertanto, non era né mancante né manifestamente illogica, ma semplicemente conteneva una valutazione di merito non sindacabile in sede di legittimità. La decisione del Tribunale di Pavia è stata ritenuta coerente e logicamente argomentata, basata su una pluralità di indizi convergenti che, letti insieme, rendevano altamente probabile l’origine illecita del denaro.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 9405/2024 rafforza un orientamento giurisprudenziale cruciale per il contrasto ai crimini economici. Stabilisce che, per procedere con un’accusa di reato di riciclaggio, non è indispensabile avere una confessione o la prova diretta del reato originario. Un quadro indiziario solido, basato su elementi logici come l’ingente quantità di contante, le modalità di occultamento e la sproporzione reddituale, è sufficiente a configurare il fumus commissi delicti e a giustificare misure come il sequestro preventivo. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali.

Per configurare il reato di riciclaggio è necessario provare in ogni dettaglio il reato da cui proviene il denaro?
No, secondo la sentenza non è necessaria la ricostruzione del reato presupposto in tutti i suoi estremi storici e fattuali. È sufficiente che sia individuato nella sua tipologia (ad esempio, traffico di stupefacenti) sulla base di elementi logici e indiziari gravi, precisi e concordanti.

Quali elementi possono essere usati come indizi per provare un reato di riciclaggio?
La Corte ha ritenuto validi i seguenti indizi: l’ingente somma di denaro in contanti, l’occultamento della stessa in un vano segreto di un’auto, l’assenza di redditi leciti che giustifichino tale possesso, la mancanza di una giustificazione immediata e plausibile, e circostanze sospette come una consegna clandestina di un borsone.

È possibile contestare la logica della motivazione di un’ordinanza di sequestro con un ricorso in Cassazione?
No, il ricorso per Cassazione contro le ordinanze emesse in sede di riesame di misure cautelari reali è ammesso solo per violazione di legge. Non è possibile censurare i vizi logici della motivazione, a meno che questa non sia del tutto mancante o così radicalmente illogica da rendere incomprensibile il ragionamento del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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