Evasione per Comprare Sigarette: Quando una Piccola Deviazione Diventa Reato
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure restrittive della libertà personale: anche un breve e apparentemente insignificante allontanamento dal luogo di detenzione o dal percorso autorizzato integra il reato di evasione. Questo caso, che ha visto protagonista un uomo ai domiciliari allontanatosi per acquistare delle sigarette, offre spunti importanti sulla rigidità della legge e sui limiti del controllo giudiziario in sede di legittimità.
I Fatti del Caso
L’imputato, soggetto a una misura restrittiva, aveva ottenuto un permesso per allontanarsi dalla propria abitazione al fine di recarsi presso il Servizio per le Tossicodipendenze (Ser.T). Durante il tragitto, però, ha effettuato una deviazione non autorizzata per comprare delle sigarette. Sebbene la deviazione fosse avvenuta in un’area circoscritta e poco distante dalla sua abitazione, le forze dell’ordine hanno accertato la violazione.
La Corte d’Appello di Bologna aveva confermato la condanna per il reato previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione, sostenendo che la sua condotta fosse irrilevante ai fini della configurazione del reato, data la minima distanza percorsa e la natura banale della motivazione.
La Decisione della Corte sul reato di evasione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10778/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dall’imputato non erano ammissibili in sede di legittimità, in quanto si trattava di contestazioni sulla ricostruzione dei fatti e sulla valutazione delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
Le Motivazioni: l’inammissibilità del ricorso per il reato di evasione
La Suprema Corte ha chiarito che il ruolo del giudice di legittimità non è quello di riesaminare il caso nel merito, ma di verificare la corretta applicazione della legge. Nel caso specifico, i giudici dei gradi precedenti avevano già adeguatamente valutato tutti gli aspetti della vicenda, compresi:
* L’ambito territoriale circoscritto della deviazione.
* La breve distanza dall’abitazione.
* La motivazione dell’allontanamento (l’acquisto di sigarette).
Questi elementi, secondo la Corte d’Appello e confermato dalla Cassazione, non erano sufficienti a escludere né l’elemento materiale (l’allontanamento non autorizzato) né l’elemento psicologico (la volontà di sottrarsi, anche se per poco, al controllo) del reato di evasione. I giudici di merito avevano inoltre correttamente escluso l’applicazione delle circostanze attenuanti generiche, tenendo conto dei precedenti dell’imputato.
Il ricorso è stato quindi considerato una mera riproposizione di “doglianze in punto di fatto”, un tentativo di ottenere dalla Cassazione una nuova e diversa valutazione delle prove, attività che esula dalle sue competenze. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Conclusioni
Questa pronuncia ribadisce con fermezza che qualsiasi allontanamento non autorizzato dal luogo di detenzione domiciliare, per quanto breve o motivato da esigenze considerate futili, integra il reato di evasione. La legge non ammette “zone franche” o violazioni di lieve entità. La decisione sottolinea anche la netta distinzione tra il giudizio di merito, dove si accertano i fatti, e il giudizio di legittimità, focalizzato sulla corretta interpretazione e applicazione del diritto. Per chi è soggetto a misure restrittive, il messaggio è chiaro: il rispetto delle prescrizioni imposte dal giudice deve essere assoluto e privo di eccezioni auto-concesse.
Una piccola deviazione dal percorso autorizzato durante gli arresti domiciliari costituisce reato di evasione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che anche una deviazione geograficamente limitata e di breve durata, come quella per acquistare sigarette, è sufficiente per configurare il reato di evasione, in quanto rappresenta un allontanamento volontario dal controllo dell’autorità.
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti di un processo?
No, il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile proprio perché basato su ‘doglianze in punto di fatto’. La Suprema Corte ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non di effettuare una nuova valutazione delle prove, che spetta ai giudici di merito.
La motivazione dell’allontanamento, come l’acquisto di sigarette, può rendere la condotta non punibile?
No, secondo la decisione, la motivazione della deviazione era già stata adeguatamente valutata dai giudici di merito e ritenuta insufficiente a escludere la punibilità della condotta o a giustificare la concessione delle circostanze attenuanti generiche.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10778 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10778 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 05/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a CODOGNO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/04/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso di RAGIONE_SOCIALE; dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che i motivi di ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di cui all’art. 385 cod. pen. non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, perché costituiti da mere doglianze in punto di fatto e riproduttivi di profili censura sulla irrilevanza, ai fini della integrazione della condotta materiale e dell’elemento psicologico del reato, dell’ambito territoriale circoscritto e poco distante dall’abitazione ove l’imputato si trovava al momento del controllo e dove si era recato per acquistare le sigarette, deviando dal permesso di allontanamento ottenuto per recarsi al Ser.t, aspetti, questi, adeguatamente valutati per escludere, al cospetto dei precedenti, anche l’applicazione delle circostanze attenuanti generiche;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 febbraio 2024
Il Presidente