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Reato di evasione: quando è inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per il reato di evasione, confermando che qualsiasi allontanamento non autorizzato dagli arresti domiciliari integra il reato, a prescindere da durata, distanza o motivi. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e a una sanzione.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Quando Qualsiasi Allontanamento è Rilevante

L’interpretazione delle norme sugli arresti domiciliari è spesso oggetto di dibattito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa chiarezza sulla configurazione del reato di evasione, stabilendo principi rigorosi che non lasciano spazio a giustificazioni basate sulla durata o sulle motivazioni dell’allontanamento. Questa decisione riafferma un orientamento consolidato, sottolineando la necessità di un rispetto assoluto delle prescrizioni imposte dalla misura cautelare.

Il Caso: Un Ricorso contro la Condanna per Evasione

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Bologna per il reato di evasione dagli arresti domiciliari, ha presentato ricorso in Cassazione. Il ricorrente contestava la sentenza, sostenendo la mancanza degli elementi costitutivi del reato. La sua difesa si basava presumibilmente sulla scarsa rilevanza del suo allontanamento, forse per la breve durata o la minima distanza percorsa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a un giudizio preliminare sulla validità del ricorso stesso. I giudici hanno ritenuto che il motivo addotto dal ricorrente fosse generico e non in grado di scalfire la solida motivazione della Corte d’Appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità.

Le motivazioni: irrilevanza di durata e motivi nel reato di evasione

La Corte ha ribadito un principio cardine della giurisprudenza di legittimità in materia di reato di evasione. Secondo questo orientamento consolidato, qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, effettuato senza autorizzazione del giudice, integra pienamente la fattispecie delittuosa prevista dall’art. 385 del codice penale.

La motivazione della Corte è chiara e netta: non assumono alcuna rilevanza ai fini della configurazione del reato elementi quali:

* La durata: anche un’assenza di pochi minuti è sufficiente a integrare il reato.
* La distanza: non importa quanto il soggetto si allontani dal domicilio.
* I motivi: le ragioni personali o le giustificazioni che spingono il soggetto a violare le prescrizioni sono irrilevanti.

Il bene giuridico tutelato dalla norma è l’autorità della decisione giudiziaria che ha imposto la misura cautelare. Qualsiasi violazione volontaria di tale prescrizione lede questo bene, indipendentemente dalle sue modalità concrete.

Conclusioni: la rigidità della norma sul reato di evasione

Questa ordinanza conferma la linea di estremo rigore della Cassazione sul reato di evasione. Le implicazioni pratiche sono significative: chi è sottoposto agli arresti domiciliari deve avere la consapevolezza che non sono ammesse deroghe o autogestioni della misura. L’unico modo per allontanarsi legittimamente è ottenere una preventiva autorizzazione dall’autorità giudiziaria competente. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile per genericità, inoltre, funge da monito sull’importanza di formulare impugnazioni specifiche e dettagliate, capaci di confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, pena la condanna a sanzioni pecuniarie anche rilevanti.

Qualsiasi allontanamento non autorizzato dagli arresti domiciliari costituisce reato di evasione?
Sì, secondo l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione, qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione integra il reato di evasione.

La durata o la distanza dell’allontanamento sono rilevanti per configurare il reato di evasione?
No, la Corte ha specificato che la durata dell’allontanamento, la distanza percorsa o i motivi che hanno spinto il soggetto a violare la misura non hanno alcuna rilevanza per la sussistenza del reato.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, il cui importo è determinato in via equitativa dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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