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Reato di evasione: motivi generici e inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di evasione. I motivi, incentrati sul trattamento sanzionatorio e sul diniego della causa di non punibilità, sono stati ritenuti generici e non consentiti in sede di legittimità, confermando la valutazione del giudice di merito basata sui precedenti penali e sull’intensità del dolo.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 47442/2024, ha fornito importanti chiarimenti sui limiti del ricorso in sede di legittimità per il reato di evasione. La decisione sottolinea come motivi di ricorso generici, che mirano a una rivalutazione del trattamento sanzionatorio già deciso dal giudice di merito, non possano trovare accoglimento. Questo articolo analizza la pronuncia, spiegando perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

I Fatti del Caso Giudiziario

Il caso riguarda un soggetto condannato in Corte d’Appello per il reato di evasione, previsto dall’articolo 385 del codice penale. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando due aspetti principali della sentenza di secondo grado:

1. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche.
2. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’articolo 131-bis del codice penale.

Le censure proposte dal ricorrente si concentravano esclusivamente sul trattamento sanzionatorio, chiedendo di fatto alla Suprema Corte una nuova valutazione degli elementi già considerati dai giudici di merito.

La Decisione della Corte sul Reato di Evasione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si basa su un principio consolidato: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. La Corte non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, a meno che la motivazione della sentenza impugnata non sia palesemente illogica, contraddittoria o carente.

Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che i motivi di ricorso fossero generici e non consentiti, in quanto miravano a contestare l’apprezzamento discrezionale del giudice di merito, che invece era stato sorretto da una motivazione logica ed esauriente.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità, analizzando i due punti sollevati dal ricorrente.

Per quanto riguarda il diniego delle attenuanti generiche, la Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse correttamente motivato la sua decisione sulla base di due elementi concreti: i precedenti penali a carico dell’imputato e le specifiche modalità con cui il fatto era stato commesso. Questa valutazione rientra pienamente nel potere discrezionale del giudice di merito e, se motivata adeguatamente, non è sindacabile in sede di legittimità.

Anche riguardo al diniego dell’articolo 131-bis, la motivazione è stata giudicata logica e completa. I giudici di merito avevano valorizzato la predisposizione, da parte dell’imputato, di modalità volte a “intercettare” eventuali controlli presso il suo domicilio. Questo comportamento è stato interpretato come espressione di una particolare intensità del dolo (l’intenzione criminale), un fattore che osta all’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un appello mascherato. Le censure relative al trattamento sanzionatorio sono ammesse solo se si dimostra un vizio logico o una carenza grave nella motivazione della sentenza impugnata. In assenza di tali vizi, la valutazione del giudice di merito, basata su elementi concreti come i precedenti penali e l’intensità del dolo, è definitiva. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando la sentenza di condanna per il reato di evasione.

Perché il ricorso contro la condanna per reato di evasione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici e contestavano l’apprezzamento di merito del giudice riguardo al trattamento sanzionatorio, che invece era sorretto da una motivazione logica ed esauriente, non sindacabile in sede di legittimità.

Su quali basi è stato negato il riconoscimento delle attenuanti generiche?
Il diniego delle attenuanti generiche è stato motivato dalla Corte d’Appello sulla base di due elementi specifici: i precedenti penali a carico dell’imputato e le concrete modalità del fatto, valutazione ritenuta corretta dalla Cassazione.

Per quale motivo non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La causa di non punibilità non è stata applicata perché i giudici hanno riscontrato una particolare intensità del dolo. L’imputato aveva predisposto modalità per eludere i controlli a domicilio, un comportamento che dimostra un’intenzione criminale non compatibile con la tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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