Reato di Evasione: Quando Qualsiasi Allontanamento è Punibile
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione il 17 maggio 2024 offre un’importante chiarificazione sui confini del reato di evasione. La Suprema Corte ha confermato un principio consolidato: qualsiasi allontanamento non autorizzato dal luogo di detenzione domiciliare integra il reato, a prescindere dalla sua durata o dalla distanza percorsa. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio le sue implicazioni.
I Fatti del Caso e la Decisione della Corte d’Appello
Il caso ha origine dal ricorso presentato da un individuo contro la sentenza della Corte d’Appello di Firenze del 20 marzo 2023. L’imputato era stato condannato per essersi allontanato dal luogo in cui stava scontando la misura della detenzione domiciliare. Nel tentativo di ottenere l’annullamento della condanna, il soggetto ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando diverse questioni relative sia alla configurabilità del reato sia alla possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
I Motivi del Ricorso in Cassazione
Il ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali. In primo luogo, ha contestato la valutazione delle prove operata dalla Corte d’Appello, sostenendo che non fossero stati adeguatamente considerati elementi a suo favore. In secondo luogo, ha richiesto l’applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale, che esclude la punibilità per i fatti di particolare tenuità, sostenendo che la sua condotta fosse stata minima e inoffensiva.
Le Motivazioni della Cassazione sul Reato di Evasione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo motivazioni chiare e in linea con il suo orientamento consolidato. I giudici hanno specificato che le censure mosse dal ricorrente riguardo alla valutazione delle prove erano infondate, in quanto miravano a ottenere una nuova analisi del merito, attività preclusa in sede di legittimità. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, aveva fornito una motivazione congrua e adeguata sia sull’accertamento del fatto che sulla sussistenza del dolo (l’intenzione di commettere il reato).
La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale in materia di reato di evasione: il delitto si configura con qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza la prescritta autorizzazione. Non assumono alcun rilievo, ai fini della sussistenza del reato, elementi come:
* La durata dell’allontanamento.
* La distanza percorsa.
* I motivi che hanno indotto il soggetto ad eludere la vigilanza.
Questo orientamento rigido mira a tutelare l’autorità della decisione giudiziaria che ha imposto la misura restrittiva. Di conseguenza, il semplice fatto di aver violato la prescrizione di rimanere nel luogo indicato è sufficiente per integrare il reato.
L’Inapplicabilità della Particolare Tenuità del Fatto
Anche il motivo relativo all’articolo 131-bis c.p. è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che i giudici di merito avevano già escluso l’oggettiva tenuità del fatto basandosi su elementi concreti: le modalità della condotta e la pericolosità del soggetto, desunta anche dai suoi precedenti penali specifici. La Cassazione ha ritenuto questa valutazione logica e ben motivata, e quindi non sindacabile in sede di legittimità. Si tratta di una valutazione di merito che, se priva di vizi logici evidenti, non può essere rimessa in discussione.
Le Conclusioni: Ricorso Inammissibile e Principio di Diritto
In conclusione, l’ordinanza conferma la severità con cui l’ordinamento giuridico tratta il reato di evasione. La decisione di inammissibilità ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce che il rispetto delle misure restrittive della libertà personale è un obbligo inderogabile e che i tentativi di contestare condanne basate su fatti evidenti, senza solidi argomenti di diritto, sono destinati a fallire in Cassazione, con ulteriori conseguenze economiche per chi ricorre.
Quanto deve durare o essere distante l’allontanamento per configurare il reato di evasione?
Secondo la Corte, qualsiasi allontanamento non autorizzato dal luogo di detenzione domiciliare integra il reato, indipendentemente dalla sua durata o dalla distanza percorsa.
Perché nel caso esaminato non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La Corte di merito ha escluso l’applicazione della tenuità del fatto a causa della pericolosità del soggetto, valutata sulla base delle modalità della condotta e dei suoi precedenti penali specifici. La Cassazione ha ritenuto questa valutazione logica e non soggetta a revisione.
Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile?
Come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma pecuniaria in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21321 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21321 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 17/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 20/03/2023 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
ritenuto che le deduzioni sviluppate nei motivi di ricorso concernendo l’apprezzamento del materiale probatorio, investono profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della Corte di appello di Messina, che ha fornito una congrua e adeguata motivazione in merito all’accertamento del reato e del dolo, non facendo altro che uniformarsi al consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità secondo cui integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo della detenzione domiciliare senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo la sua durata, la distanza dello spostamento, ovvero i motivi che inducono il soggetto ad eludere la vigilanza sullo stato custodiale;
Ritenuto che il motivo dedotto in tema di 131-bis cod. pen. appare inammissibile avendo la Corte di merito escluso l’oggettiva tenuità del fatto per le modalità del fatto in ragione della pericolosità conseguente ai precedenti anche specifici, di conseguenza si tratta di valutazioni che non possono dirsi affette da evidenti vizi logici e quindi non sono suscettibili di una diversa ed autonoma rivalutazione in sede di legittimità;
ritenuto che l’assenza di un confronto effettivo con le valutazioni del giudice di merito, per l’insindacabilità delle valutazioni adeguatamente e logicamente motivate, comporti l’inammissibilità del ricorso;
ritenuto che da quanto precede deriva la inammissibilità del ricorso dalla quale consegue ex art. 616 c.p.p. la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condannail4 ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il giorno 17 maggio 2024
Il Consigliere estensore
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