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Reato di evasione: irrilevanti durata e distanza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. La Corte ha ribadito che qualsiasi allontanamento non autorizzato, indipendentemente dalla durata, dalla distanza o dai motivi, è sufficiente per configurare il delitto, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Anche una Breve Uscita è Reato

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di reato di evasione dagli arresti domiciliari: la durata e la distanza dell’allontanamento non autorizzato sono irrilevanti. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere la severità con cui l’ordinamento giuridico tratta la violazione delle misure cautelari, sottolineando come l’elemento centrale del reato sia la semplice elusione della vigilanza.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello per il reato di evasione. La persona, sottoposta alla misura degli arresti domiciliari, si era allontanata dalla propria abitazione senza autorizzazione. La difesa aveva tentato di minimizzare la gravità del fatto, probabilmente facendo leva sulla breve durata dell’assenza o sulla ridotta distanza percorsa. Tuttavia, la Corte di Appello aveva confermato la responsabilità penale, decisione poi impugnata davanti alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Reato di Evasione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati dal ricorrente affetti da ‘genericità’. Secondo i giudici, la motivazione della Corte d’Appello era puntuale e congrua nel dimostrare la sussistenza di tutti gli elementi del reato di evasione previsto dall’art. 385 del codice penale. La decisione si allinea perfettamente con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, che interpreta in modo rigoroso la condotta di evasione.

Analisi dei motivi di inammissibilità

La Cassazione ha smontato le argomentazioni difensive, evidenziando come queste non scalfissero la solidità della decisione impugnata. In particolare, è stata giudicata generica anche la doglianza relativa al trattamento sanzionatorio e al diniego delle circostanze attenuanti generiche, soprattutto in considerazione della ‘recidiva reiterata’ del soggetto, che per legge impediva un giudizio di prevalenza delle attenuanti.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nella riaffermazione del principio secondo cui integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari avvenuto senza autorizzazione. La Corte ha specificato che non assumono alcun rilievo, ai fini della configurabilità del reato:

* La durata dell’assenza;
* La distanza dello spostamento;
* I motivi che inducono il soggetto a eludere la vigilanza sullo stato custodiale.

Nel caso specifico, i giudici hanno anche rilevato una palese assenza di correlazione tra l’orario in cui l’imputato era uscito e l’autorizzazione di cui era in possesso per quello stesso giorno, ma valida per altre modalità o orari. Il controllo era infatti avvenuto mentre l’individuo si stava dirigendo verso la propria abitazione, confermando l’avvenuto allontanamento illecito. Di conseguenza, l’inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza funge da importante monito: lo stato di detenzione domiciliare impone un obbligo di permanenza assoluto, derogabile solo da un’autorizzazione esplicita e specifica dell’autorità giudiziaria. L’interpretazione rigorosa della norma non lascia spazio a giustificazioni basate sulla presunta lieve entità della violazione. Anche un’assenza di pochi minuti o per percorrere pochi metri è sufficiente a integrare il delitto di evasione, con tutte le conseguenze penali che ne derivano. La decisione sottolinea che l’unico elemento che conta è la rottura del vincolo imposto dalla misura cautelare, a prescindere dalle circostanze concrete che l’hanno determinata.

Per integrare il reato di evasione, quanto tempo bisogna rimanere fuori dal luogo degli arresti domiciliari?
La durata dell’allontanamento è completamente irrilevante. Secondo la Corte, qualsiasi allontanamento non autorizzato, anche se di brevissima durata, è sufficiente per configurare il reato.

La distanza percorsa durante l’allontanamento incide sulla configurabilità del reato di evasione?
No, la distanza dello spostamento, così come la durata, non assume alcun rilievo. L’elemento chiave è la semplice violazione dell’obbligo di rimanere nel luogo di detenzione, a prescindere da quanto lontano ci si sia spostati.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma pecuniaria in favore della cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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