LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Reato di evasione: inammissibile il ricorso generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il reato di evasione. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello e sulla corretta esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), giustificata dalle plurime condanne precedenti dell’imputato per lo stesso reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Quando i Precedenti Escludono la Particolare Tenuità del Fatto

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso in Cassazione per il reato di evasione e sul peso dei precedenti penali nella valutazione della particolare tenuità del fatto. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto, confermando la condanna e sottolineando come la reiterazione della stessa condotta criminale sia un elemento decisivo per escludere benefici come la non punibilità.

I Fatti del Caso

Un individuo, già condannato dalla Corte d’Appello per il reato di evasione previsto dall’art. 385 del codice penale, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Le sue doglianze si concentravano su due punti principali: la richiesta di applicazione delle circostanze attenuanti generiche e il riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis c.p. L’imputato sosteneva che la sua condotta non fosse così grave da meritare la sanzione penale.

L’Analisi della Corte e il ricorso per il reato di evasione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per diverse ragioni. In primo luogo, i motivi presentati sono stati giudicati ‘generici’ e ‘involgenti una questione in fatto’. Questo significa che l’imputato non ha sollevato questioni sulla corretta applicazione della legge (l’unico compito della Cassazione, quale giudice di legittimità), ma ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti del processo, attività preclusa in questa sede. La Corte ha ribadito che non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito se la motivazione della sentenza impugnata è logica e coerente.

Le Motivazioni: Plurime Condanne Ostative alla Tenuità del Fatto

Il punto centrale della decisione riguarda il mancato riconoscimento dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha ritenuto ‘manifestamente infondata’ la richiesta, evidenziando come la sentenza d’appello avesse correttamente motivato tale esclusione. I giudici di merito avevano infatti fatto riferimento a ‘elementi concreti ostativi’ per formulare un giudizio di ‘minore offensività’ del fatto.

Quali erano questi elementi? Le ‘plurime condanne’ a carico del ricorrente, di cui ben tre specifiche per il medesimo reato di evasione. Secondo la Cassazione, questa reiterazione criminosa dimostra una tendenza a violare la legge e gli obblighi imposti dall’autorità giudiziaria che è incompatibile con la ‘particolare tenuità’ richiesta dalla norma. La condotta non può essere considerata un episodio isolato e di scarso rilievo se si inserisce in un quadro di ripetuta illegalità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: la valutazione della particolare tenuità del fatto non può prescindere dalla storia criminale del reo. In particolare, per il reato di evasione, la presenza di precedenti specifici è un indicatore quasi automatico di una maggiore offensività della condotta. La decisione serve da monito: chi viola ripetutamente gli arresti domiciliari o altre misure restrittive difficilmente potrà beneficiare di sconti di pena o della non punibilità, poiché il suo comportamento dimostra una deliberata e persistente ribellione alle decisioni giudiziarie. La condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende sigilla l’inammissibilità del ricorso e la conferma della responsabilità penale.

Perché il ricorso per il reato di evasione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi erano generici, sollevavano questioni di fatto non riesaminabili in sede di legittimità e le censure relative alla mancata applicazione di benefici erano manifestamente infondate.

La presenza di precedenti condanne può impedire l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
Sì, la Corte ha confermato che la decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p. era correttamente motivata proprio sulla base delle plurime condanne subite dal ricorrente, incluse tre per lo stesso reato di evasione, considerate elementi ostativi a un giudizio di minore offensività.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende, oltre alla definitività della condanna impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati