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Reato di evasione: il dolo generico è sufficiente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11356/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di evasione. La Corte ha ribadito che per configurare tale delitto è sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza di essere sottoposti a una misura restrittiva e la volontà di violarla, rendendo irrilevanti le motivazioni personali del soggetto, come le sue condizioni psico-fisiche.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Dolo Generico e Motivazioni Personali

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul reato di evasione, fornendo chiarimenti cruciali sull’elemento soggettivo necessario per la sua configurazione. La decisione sottolinea come, ai fini della condanna, sia sufficiente il dolo generico, rendendo di fatto irrilevanti le giustificazioni personali addotte dall’imputato per il suo comportamento. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti della difesa in materia di violazione delle misure restrittive della libertà personale.

I Fatti del Caso

Un individuo, sottoposto a una misura restrittiva presso una comunità terapeutica, decideva di allontanarsi. A seguito di ciò, veniva condannato per il reato previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato presentava ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello, sostenendo la mancanza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. A sua discolpa, adduceva le precarie condizioni psico-fisiche patite all’interno della struttura e la sua dichiarata intenzione di proseguire la misura cautelare presso la propria abitazione, anziché rendersi latitante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto i motivi del ricorso generici e riproduttivi di censure già valutate e respinte correttamente dal giudice di merito. La Corte ha colto l’occasione per ribadire i principi consolidati in materia di reato di evasione.

Le motivazioni: il dolo generico nel reato di evasione

Il cuore della motivazione risiede nella definizione dell’elemento psicologico richiesto per il reato di evasione. La Corte ha chiarito che per questo delitto è sufficiente il cosiddetto ‘dolo generico’. Questo significa che il reato si perfeziona quando l’agente ha la semplice consapevolezza di trovarsi in uno stato di restrizione della libertà personale (come gli arresti domiciliari o, come nel caso di specie, la permanenza in una comunità terapeutica) e la volontà di sottrarsi a tale misura, trasgredendo le prescrizioni imposte.

Secondo la Suprema Corte, le motivazioni che spingono il soggetto a violare la misura sono del tutto irrilevanti ai fini della sussistenza del dolo. Che l’imputato si sia allontanato a causa di un malessere psico-fisico o con l’intenzione di recarsi altrove per proseguire la detenzione, non sposta i termini della questione. L’unica cosa che conta è la volontaria interruzione del vincolo imposto dall’autorità giudiziaria. La decisione del ricorrente di allontanarsi dalla comunità integra pienamente la condotta prevista dalla norma, a prescindere dai suoi fini ultimi.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e serve da monito: le giustificazioni personali, per quanto possano apparire comprensibili sul piano umano, non hanno valore scusante di fronte alla violazione di un provvedimento giudiziario restrittivo. La condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende sancisce la definitività della questione. La lezione che se ne trae è chiara: per il reato di evasione, la volontà di allontanarsi è sufficiente, indipendentemente dal perché lo si faccia.

Qual è l’elemento soggettivo necessario per il reato di evasione?
Per il reato di evasione è sufficiente il dolo generico, che consiste nella consapevolezza di essere sottoposti a una misura restrittiva e nella volontà di trasgredire le prescrizioni imposte, allontanandosi dal luogo di detenzione.

Le motivazioni personali dell’imputato, come le sue condizioni psico-fisiche, sono rilevanti per escludere il reato?
No, secondo la Corte di Cassazione, le motivazioni che spingono il soggetto a evadere, come le sue condizioni psico-fisiche o l’intenzione di proseguire la misura altrove, sono irrilevanti ai fini della configurabilità del reato.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. Inoltre, come nel caso di specie, la legge prevede la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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