LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Reato di evasione: dolo generico e recidiva

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. La Corte conferma che per configurare il reato di evasione è sufficiente il dolo generico, ovvero la semplice coscienza e volontà di allontanarsi dal domicilio senza autorizzazione, indipendentemente dai motivi. Viene inoltre negata l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa dei precedenti penali dell’imputato. Infine, si ribadisce che le attenuanti generiche non possono prevalere sulla recidiva specifica e reiterata, come previsto dalla legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Quando l’Intento è Irrilevante e la Recidiva Pesa

L’ordinanza in commento della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sul reato di evasione, delineando con precisione i confini del dolo e il peso dei precedenti penali nella valutazione complessiva del fatto. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per essersi allontanato dal proprio domicilio dove era ristretto agli arresti, confermando un orientamento consolidato ma sempre attuale.

Il Caso: L’Allontanamento dagli Arresti Domiciliari

Il caso riguarda una persona sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari che, violando le prescrizioni del giudice, si era allontanata dalla propria abitazione. Condannato in appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre principali motivi di doglianza: l’assenza di dolo, la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e la mancata prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva contestata.

I Motivi del Ricorso: Dolo, Trivialità del Fatto e Attenuanti

La difesa ha tentato di smontare l’impianto accusatorio sostenendo che l’imputato non avesse agito con la piena consapevolezza e volontà di commettere il reato. In secondo luogo, ha invocato l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, sostenendo che il fatto fosse di lieve entità. Infine, ha richiesto che le circostanze attenuanti generiche venissero considerate prevalenti rispetto all’aggravante della recidiva, al fine di ottenere una pena più mite.

La Decisione della Cassazione sul Reato di Evasione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso, ritenendoli manifestamente infondati e, in un caso, addirittura in contrasto con la legge.

Il Dolo Generico nell’Evasione

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio pacifico in giurisprudenza: nel reato di evasione, il dolo è generico. Questo significa che per la configurazione del reato è sufficiente la consapevolezza e la volontà di allontanarsi dal luogo di detenzione senza la prescritta autorizzazione. Non hanno alcuna rilevanza i motivi o le finalità che hanno spinto l’agente a violare la misura. La piena consapevolezza di violare il divieto è, di per sé, sufficiente a integrare l’elemento psicologico del reato.

L’Esclusione dell’Art. 131-bis per Precedenti Penali

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha ritenuto immune da censure il ragionamento del giudice d’appello, che aveva negato l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Gli elementi ostativi erano chiari: i precedenti penali dell’imputato, anche specifici, e l’assenza di una valida ragione giustificativa per l’evasione. La possibilità per l’imputato di uscire di casa tre volte a settimana, inoltre, rendeva la sua condotta ancora meno scusabile.

L’Impossibilità di Far Prevalere le Attenuanti sulla Recidiva Specifica

Il terzo motivo è stato considerato palesemente in contrasto con il dato normativo. La difesa chiedeva la prevalenza delle attenuanti generiche, ma la legge è chiara. L’articolo 69, ultimo comma, del codice penale stabilisce espressamente che le circostanze attenuanti non possono prevalere sulla recidiva reiterata e specifica, prevista dall’articolo 99, quarto comma. La richiesta della difesa, pertanto, si configurava come una petizione contra legem (contro la legge).

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa applicazione delle norme e su principi giurisprudenziali consolidati. Per quanto riguarda il dolo, si sottolinea che la tutela giuridica nel reato di evasione è rivolta a garantire l’effettività dei provvedimenti restrittivi dell’autorità giudiziaria. Ammettere che le motivazioni personali possano escludere il dolo significherebbe vanificare lo scopo della misura. Relativamente all’art. 131-bis c.p., la Corte evidenzia come la valutazione sulla tenuità del fatto non possa prescindere dalla condotta complessiva e dalla personalità dell’imputato, dove i precedenti penali giocano un ruolo decisivo. Infine, la questione sulla recidiva è risolta con un richiamo diretto alla lettera della legge, che non lascia spazio a interpretazioni discrezionali sul bilanciamento tra attenuanti e la specifica forma di recidiva contestata.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma tre concetti chiave in materia di reato di evasione: la sufficienza del dolo generico, l’importanza dei precedenti penali nell’escludere la non punibilità per tenuità del fatto e l’inderogabilità del divieto di prevalenza delle attenuanti sulla recidiva qualificata. La decisione serve come monito sull’indisponibilità delle prescrizioni giudiziarie e sulle limitate possibilità di difesa quando la violazione è manifesta e l’autore ha già dimostrato in passato una propensione a delinquere. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Per commettere il reato di evasione è necessario avere un motivo specifico per allontanarsi?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che il dolo è ‘generico’. È sufficiente la consapevolezza e la volontà di violare il divieto di lasciare il luogo di detenzione, a prescindere dalle ragioni che spingono la persona ad agire.

È possibile ottenere l’assoluzione per ‘particolare tenuità del fatto’ (art. 131-bis c.p.) in caso di evasione?
In questo caso la Corte ha confermato la decisione di negarla. La presenza di precedenti penali, soprattutto se specifici per lo stesso tipo di reato, e l’assenza di una valida giustificazione per l’allontanamento sono elementi ostativi al riconoscimento di questa causa di non punibilità.

Le attenuanti generiche possono essere considerate più importanti della recidiva?
No, non sempre. Come specificato dalla Corte, l’art. 69, ultimo comma, del codice penale vieta che le circostanze attenuanti (incluse quelle generiche) possano prevalere sulla recidiva specifica e reiterata, come quella prevista dall’art. 99, quarto comma, c.p. In questi casi, la richiesta è considerata contra legem, cioè contro la legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati