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Reato di evasione: Cassazione conferma la condanna

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 12 aprile 2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per il reato di evasione. La Corte ha ribadito che qualsiasi allontanamento non autorizzato dalla detenzione domiciliare integra il reato, a prescindere dalla sua durata, dalla distanza percorsa o dalle motivazioni personali, confermando la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Evasione: Per la Cassazione sono Irrilevanti Durata e Motivi

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema del reato di evasione, fornendo chiarimenti cruciali sui suoi elementi costitutivi. La pronuncia conferma un principio consolidato: qualsiasi allontanamento non autorizzato dal luogo di detenzione domiciliare integra il reato, indipendentemente dalla durata dell’assenza o dalle ragioni che hanno spinto il soggetto ad allontanarsi. Questa decisione sottolinea il rigore con cui la legge tutela l’esecuzione delle misure restrittive della libertà personale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte di Appello di Milano per il reato di evasione. L’imputato, sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, si era allontanato dalla propria abitazione senza aver ricevuto alcuna autorizzazione da parte dell’autorità giudiziaria. Contro la sentenza di condanna, l’interessato ha proposto ricorso per cassazione, cercando di contestare la valutazione delle prove e la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Reato di Evasione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno stabilito che le censure mosse dal ricorrente non potevano trovare accoglimento, in quanto miravano a una rivalutazione del materiale probatorio, un’attività che rientra nella competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e che è preclusa in sede di Cassazione.

La Corte ha inoltre condannato il ricorrente, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della cassa delle ammende, una conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni

Nella sua motivazione, la Suprema Corte ha evidenziato come la decisione della Corte di Appello di Milano fosse congrua, adeguata e in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale in materia di reato di evasione: per la sua configurazione è sufficiente qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari avvenuto senza la prescritta autorizzazione.

La Corte ha specificato che non assumono alcun rilievo, ai fini dell’esclusione del reato, elementi quali:

* La durata, anche se breve, dell’allontanamento.
* La distanza percorsa rispetto al luogo di detenzione.
* I motivi, personali o di altra natura, che hanno indotto il soggetto a violare la misura.

Questi fattori non sono idonei a escludere l’antigiuridicità della condotta, la quale consiste nel sottrarsi volontariamente al controllo dell’autorità sullo stato custodiale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce con fermezza la natura del reato di evasione come reato di pericolo, volto a proteggere l’autorità delle decisioni giudiziarie che impongono restrizioni alla libertà personale. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: chi si trova in regime di detenzione domiciliare deve essere consapevole che qualsiasi uscita non autorizzata, per quanto breve o giustificata da ragioni personali, integra una violazione penalmente rilevante. La giurisprudenza non ammette eccezioni basate sulla durata o sulla motivazione dell’assenza, consolidando un approccio rigoroso a tutela dell’effettività delle misure cautelari e delle pene.

Cosa costituisce il reato di evasione dagli arresti domiciliari secondo la Cassazione?
Qualsiasi allontanamento, anche minimo, dal luogo di detenzione domiciliare senza una specifica autorizzazione dell’autorità giudiziaria integra il reato di evasione.

La durata dell’assenza o la distanza percorsa sono rilevanti per configurare il reato di evasione?
No, secondo la giurisprudenza consolidata richiamata dalla Corte, la durata dell’allontanamento, la distanza percorsa e i motivi personali sono irrilevanti ai fini della configurazione del reato.

Quali sono le conseguenze se la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, il cui importo è determinato equitativamente dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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