Reato di Evasione: Anche Mezz’ora Fuori Casa è Delitto
L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un importante chiarimento sui confini del reato di evasione. Molti credono erroneamente che un breve allontanamento dal luogo di detenzione domiciliare non costituisca reato. La Suprema Corte, con una decisione netta e motivata, ribadisce un principio fondamentale: qualsiasi allontanamento non autorizzato, indipendentemente dalla sua durata o dalle ragioni, integra pienamente il delitto. Analizziamo insieme questa pronuncia per comprenderne la portata.
I Fatti del Caso: Una Breve Uscita dall’Ospedale
Il caso riguarda una donna, sottoposta alla misura degli arresti domiciliari, che era stata condannata per essere evasa. La sua difesa aveva presentato ricorso in Cassazione, probabilmente sostenendo la tenuità del fatto. L’imputata era stata vista da un testimone mentre usciva da un ospedale, saliva su un’autovettura e si allontanava, per poi fare ritorno al luogo di detenzione circa mezz’ora dopo. La questione centrale, dunque, era stabilire se un’assenza così breve e circoscritta potesse configurare il reato di evasione.
L’Analisi della Cassazione sul Reato di Evasione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo generico e manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno confermato la decisione dei giudici di merito, basandosi su un’interpretazione rigorosa della norma che punisce l’evasione. Vediamo i punti chiave del ragionamento.
L’Irrilevanza della Durata e dei Motivi
Il punto focale della decisione è che, per la configurazione del reato, non assume alcun rilievo la durata dell’allontanamento, la distanza percorsa o i motivi che hanno spinto il soggetto ad eludere la vigilanza. La Corte afferma chiaramente che “integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione”. Che l’assenza duri pochi minuti o diverse ore è, dal punto di vista giuridico, indifferente. L’elemento che conta è la violazione dell’obbligo di permanere nel luogo stabilito dal giudice.
Il Dolo nel Delitto di Evasione
Un altro aspetto cruciale riguarda l’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. La Corte specifica che non è necessario, per essere condannati, avere l’intenzione di sottrarsi in modo definitivo alla misura cautelare o ai controlli di polizia. È sufficiente la coscienza e la volontà di allontanarsi dal luogo di detenzione, anche solo temporaneamente, senza essere in possesso di una valida autorizzazione dell’autorità giudiziaria. Questo significa che la semplice consapevolezza di violare il provvedimento restrittivo è bastante per integrare il dolo richiesto dalla norma.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di tutelare l’autorità delle decisioni giudiziarie e l’effettività delle misure cautelari. Permettere allontanamenti, anche se brevi, significherebbe svuotare di significato la misura degli arresti domiciliari, la cui finalità è proprio quella di controllare i movimenti della persona e prevenire la commissione di altri reati. La sentenza si allinea a un orientamento giurisprudenziale consolidato, citando un precedente (Sez. 6, n. 28118 del 2015) che aveva già stabilito questi principi. La condanna dell’imputata al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende è la diretta conseguenza della dichiarata inammissibilità del suo ricorso.
Conclusioni: Cosa Insegna Questa Ordinanza
L’ordinanza in commento rappresenta un monito chiaro per chi si trova sottoposto a misure restrittive della libertà personale. Il reato di evasione è un delitto formale e di pericolo, che si perfeziona con il semplice fatto di allontanarsi dal luogo di detenzione senza permesso. Non esistono “franchigie” temporali o giustificazioni personali che possano scriminare la condotta, se non quelle espressamente previste e autorizzate dal giudice competente. La decisione ribadisce la serietà con cui l’ordinamento giuridico considera la violazione degli obblighi imposti dall’autorità giudiziaria, sanzionando qualsiasi comportamento che ne comprometta l’efficacia.
 
Quanto tempo bisogna rimanere fuori dal luogo di detenzione per commettere il reato di evasione?
Secondo la Corte di Cassazione, la durata dell’allontanamento è irrilevante. Qualsiasi uscita non autorizzata dal luogo degli arresti domiciliari, anche di breve durata come mezz’ora, integra il reato di evasione.
Se ci si allontana per un motivo apparentemente valido si commette comunque evasione?
Sì. La sentenza chiarisce che anche i motivi che inducono il soggetto ad allontanarsi sono irrilevanti ai fini della configurazione del reato, se manca una preventiva autorizzazione dell’autorità giudiziaria.
Per essere condannati per evasione, è necessario avere l’intenzione di fuggire per sempre?
No. La Corte ha precisato che non è necessario che la finalità sia quella di sottrarsi in modo definitivo alla misura cautelare. È sufficiente la volontà cosciente di allontanarsi dal luogo di detenzione senza permesso.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6704 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 6704  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 29/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SAN BENEDETTO DEL TRONTO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 08/06/2023 della CORTE APPELLO di L’AQULLA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
ritenuto che il motivo di ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME è inammissib per genericità e manifesta infondatezza, risultando sorretta da idonea e corretta motivazion l’affermazione di responsabilità per il reato di evasione, fondata sulle dichiarazioni del che aveva visto uscire l’imputata dall’ospedale e salire su un’autovettura, essendo irrileva che fosse rientrata dopo mezzora;
considerato, pertanto, che correttamente è stato ritenuto sussistente il reato di evasio e il dolo, atteso che integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli ar domiciliari senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la sua durata, distanza dello spostamento o i motivi che inducono il soggetto ad eludere la vigilanza sul stato custodiale (Sez. 6, n. 28118 del 09/06/2015, Rapino, Rv. 263977); né è necessario, come precisato dai giudici di merito, che finalità sia quella di sottrarsi in modo definiti misura cautelare ed ai controlli della polizia giudiziaria;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con conseguente condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che si stima equo determinare in euro tremila.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 29 gennaio 2024 Il consigliere estensore
Il Pre ente