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Reato di estorsione: la causale illecita non lo esclude

La Corte di Cassazione conferma una condanna per il reato di estorsione, chiarendo che la scoperta di una causale parzialmente diversa e illecita (un debito di droga) rispetto a quella contestata non invalida la sentenza. La Corte ha stabilito che non vi è violazione del principio di correlazione tra accusa e decisione se l’imputato ha avuto modo di difendersi sui nuovi elementi emersi. Inoltre, ha negato l’attenuante della lieve entità a causa della gravità del danno non patrimoniale subito dalla vittima, costretta a cambiare scuola a seguito delle intimidazioni.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Estorsione: la Sentenza della Cassazione sulla Variazione della Causale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 768 del 2025, si è pronunciata su un interessante caso di reato di estorsione, affrontando due questioni cruciali: la validità di una condanna quando la causale del reato emerge in modo diverso durante il processo e i criteri per la concessione dell’attenuante della lieve entità. La decisione offre importanti chiarimenti sul principio di correlazione tra accusa e sentenza e sulla valutazione complessiva del danno alla vittima.

I Fatti del Caso: Dalla Denuncia alla Condanna

Il caso ha origine dalla denuncia di un giovane, vittima di richieste estorsive. L’imputato è stato condannato in primo grado e la sua responsabilità penale è stata confermata dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, pur riconoscendo una circostanza attenuante, ha ribadito la colpevolezza per il delitto di estorsione. La difesa dell’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando diversi vizi nella sentenza d’appello.

I Motivi del Ricorso: Correlazione tra Accusa e Sentenza

La difesa ha sollevato principalmente due obiezioni di natura processuale e sostanziale:

1. Vizio di motivazione e violazione del principio di correlazione: Secondo il ricorrente, le prove, in particolare le dichiarazioni della persona offesa, erano contraddittorie e inaffidabili. Inoltre, la difesa sosteneva che i fatti per cui era intervenuta la condanna fossero diversi da quelli originariamente contestati. In particolare, durante il dibattimento era emersa una causale differente per la richiesta di denaro: una presunta cessione di sostanze stupefacenti. Questo, a dire della difesa, avrebbe rappresentato una mutazione del fatto, lesiva del diritto di difesa.
2. Mancata concessione dell’attenuante del fatto di lieve entità: Il difensore ha argomentato che sussistevano tutti gli elementi per riconoscere la minore gravità del reato, come il carattere estemporaneo della condotta, l’esiguità del danno patrimoniale e la scarsa incidenza della minaccia.

Il Reato di Estorsione e la Valutazione del Giudice

Il reato di estorsione, previsto dall’art. 629 del codice penale, punisce chiunque, con violenza o minaccia, costringe qualcuno a fare o ad omettere qualcosa per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. La Corte ha dovuto valutare se la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito fosse logica e se la diversa causale emersa avesse effettivamente compromesso il processo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendolo infondato.

In primo luogo, ha respinto la censura relativa al vizio di motivazione, considerandola un tentativo di rivalutare le prove, attività preclusa in sede di legittimità. La ricostruzione dei fatti effettuata dai giudici di primo e secondo grado è stata giudicata logica e coerente.

Sul punto cruciale del principio di correlazione, la Corte ha ribadito un orientamento consolidato: la violazione si verifica solo quando il fatto ritenuto in sentenza è completamente diverso ed eterogeneo rispetto a quello contestato. Nel caso di specie, l’emersione di una causale illecita (il debito di droga) parzialmente diversa non ha trasformato l’essenza dell’addebito. L’imputato, come sottolineato dai giudici, ha avuto piena possibilità di difendersi su questa circostanza, tanto che il Tribunale aveva concesso un rinvio proprio per permettere una migliore valutazione degli elementi emersi. Non c’è stata quindi alcuna lesione del diritto di difesa.

Infine, riguardo all’attenuante del fatto di lieve entità, la Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello. La valutazione della gravità del fatto non può limitarsi al solo danno patrimoniale. Deve considerare la condotta nel suo complesso, inclusi gli effetti sulla vittima. Nel caso in esame, la reiterazione delle minacce e le gravi conseguenze psicologiche subite dalla persona offesa, costretta persino a cambiare istituto scolastico per paura di ritorsioni, sono stati elementi decisivi per escludere la lieve entità del fatto. La Corte ha sottolineato che il danno non patrimoniale e la plurioffensività tipica del reato di estorsione giustificavano pienamente il diniego dell’attenuante.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali. Primo, il principio di correlazione tra accusa e sentenza è posto a tutela del concreto esercizio del diritto di difesa: se l’imputato è stato messo in condizione di controbattere su tutti gli elementi del fatto, una modifica non essenziale della ricostruzione storica, come la specificazione della causale, non vizia la sentenza. Secondo, la valutazione della gravità di un reato come l’estorsione deve essere onnicomprensiva, dando il giusto peso non solo al pregiudizio economico, ma anche e soprattutto al danno psicologico e alla compressione della libertà personale della vittima.

Se durante il processo emerge una ragione (causale) del reato di estorsione diversa da quella inizialmente contestata, la condanna è valida?
Sì, la condanna è valida a condizione che il fatto ritenuto in sentenza non sia completamente diverso ed eterogeneo da quello contestato e che l’imputato abbia avuto la concreta possibilità di difendersi sui nuovi elementi emersi, come avvenuto nel caso di specie.

Quando viene violato il principio di correlazione tra accusa e sentenza?
Secondo la sentenza, questo principio è violato solo quando il fatto per cui si viene condannati è in un rapporto di eterogeneità rispetto a quello contestato, ovvero quando l’imputazione non contiene gli elementi costitutivi del reato poi ritenuto in sentenza, impedendo così una difesa efficace.

Perché l’attenuante del fatto di lieve entità non è stata concessa in questo caso di estorsione?
L’attenuante è stata negata perché la valutazione della gravità del fatto deve essere complessiva. Nonostante l’eventuale esiguità del danno patrimoniale, la reiterazione delle minacce e le gravi conseguenze non patrimoniali subite dalla vittima (costretta a cambiare scuola) sono state considerate ostative al riconoscimento della lieve entità del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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