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Reato di calunnia: più accuse, più reati per la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino condannato per il reato di calunnia. La Corte ha confermato che denunciare falsamente più pubblici ufficiali in un unico atto costituisce tanti reati quanti sono gli accusati, unificati dalla continuazione. Inammissibile anche il motivo sul bilanciamento delle circostanze.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Reato di Calunnia: Una Denuncia, Molteplici Reati

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6715 del 2024, è tornata a pronunciarsi su un’importante questione relativa al reato di calunnia. La decisione chiarisce che accusare falsamente più persone all’interno di un’unica denuncia non costituisce un singolo illecito, ma tanti reati distinti quante sono le persone offese. Questa pronuncia riafferma un principio consolidato, sottolineando le gravi conseguenze per chi abusa dello strumento della denuncia per danneggiare la reputazione altrui.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato nei precedenti gradi di giudizio per calunnia. L’imputato aveva sporto una denuncia accusando, falsamente, una pluralità di pubblici ufficiali di aver commesso dei reati. La sua difesa sosteneva, tra le altre cose, che l’atto dovesse essere considerato come un unico reato e non come una serie di illeciti distinti. Inoltre, contestava la decisione dei giudici di merito di non concedere le circostanze attenuanti in misura prevalente sulle aggravanti.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Plurimo Reato di Calunnia

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, giudicandolo generico e manifestamente infondato. I giudici hanno confermato in toto la decisione della Corte d’Appello, ribadendo due principi fondamentali in materia.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi principali.

La Pluralità di Reati in caso di Accuse Multiple

Il punto centrale della motivazione riguarda la configurazione del reato di calunnia quando le false accuse sono rivolte a più soggetti in un unico contesto. La Cassazione ha chiarito che, in tale ipotesi, si configurano tanti reati di calunnia quanti sono gli individui ingiustamente incolpati. Questi reati vengono poi unificati sotto il vincolo della continuazione, come previsto dall’articolo 81, primo comma, del codice penale.

Questo significa che, sebbene l’azione (la denuncia) sia unica, l’offesa al bene giuridico tutelato (l’onore e la reputazione di ciascuna persona, nonché il corretto funzionamento della giustizia) si moltiplica per ogni individuo accusato. Di conseguenza, la pena viene determinata partendo da quella prevista per il reato più grave, per poi essere aumentata in ragione degli altri illeciti commessi in continuazione. La Corte ha ritenuto corretto e contenuto l’aumento di pena applicato nel caso specifico.

L’Insindacabilità del Bilanciamento delle Circostanze

Il secondo motivo di ricorso, relativo al giudizio di equivalenza tra circostanze aggravanti e attenuanti, è stato parimenti respinto. La Cassazione ha ricordato che la valutazione e il bilanciamento delle circostanze sono una prerogativa esclusiva dei giudici di merito. Il giudizio di legittimità può intervenire solo in caso di motivazione manifestamente illogica o assente, cosa che non è stata riscontrata nel caso di specie. I giudici di merito avevano infatti correttamente escluso una valutazione più favorevole all’imputato per l’assenza di elementi positivi concreti a suo favore.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. La decisione serve da monito: presentare una denuncia non è un atto da prendere alla leggera. Chi muove false accuse contro più persone, anche con un solo atto, deve essere consapevole che risponderà penalmente per ogni singola accusa, con un conseguente e inevitabile inasprimento della sanzione. La sentenza ribadisce la serietà con cui l’ordinamento tutela sia l’amministrazione della giustizia da inutili procedimenti, sia la reputazione individuale da attacchi infondati.

Se accuso falsamente più persone in una sola denuncia, commetto un solo reato di calunnia?
No. Secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, si configurano tanti distinti reati di calunnia quante sono le persone falsamente incolpate, anche se l’accusa è contenuta in un unico atto.

Cosa significa che i reati sono unificati dal vincolo della continuazione?
Significa che, pur essendo giuridicamente distinti, i diversi reati di calunnia vengono considerati come parte di un unico disegno criminoso. La conseguenza è l’applicazione del cosiddetto “cumulo giuridico”: si applica la pena per il reato più grave, aumentata fino al triplo, anziché la somma aritmetica delle pene per ciascun reato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico, manifestamente infondato e meramente reiterativo di censure già esaminate e respinte dai giudici di merito con motivazione corretta e logica. Inoltre, la richiesta di una nuova valutazione sul bilanciamento delle circostanze esula dalle competenze della Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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